PROLOGUE

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Era una giornata fantastica di 18 mesi prima, il sole stava tramontando dando una luce rossastra a tutto panorama circostante. Una ragazza alta, magra, dai capelli castani intrecciati e lo sguardo fiero ed orgoglioso, stava indossando il casco integrale, poco prima di partire sulla sua Ducati, coprendo così i perfetti lineamenti del suo viso e lasciando visibili solo i suoi occhi verdi brillanti. Lexa era felice, quel pomeriggio aveva vinto un torneo e non vedeva l'ora di arrivare al locale per festeggiare con i suoi amici e con Costia, la sua fidanzata.

Tutti la stavano aspettando, ed anche se il torneo di quel pomeriggio non era uno di quelli importanti per prestigio, lo era per la sua palestra e per la sua famiglia. Aveva infatti vinto contro uno dei membri della famiglia Queen. Dando uno schiaffo al morale di quella famiglia tanto sbruffona, piena di arie ed apparenze, che da anni opprimeva la concorrenza della città.

Arrivata in centro, scese dalla sua Streetfighter rosso fiammante ed entrò nel locale. Tutti stavano ridendo e festeggiando, ed alla sua vista esultarono con gioia. Lexa scrutò con lo sguardo la gente nel locale, alla ricerca della persona più importante della sua vita che, appena la vide, le si avvicinò subito con due bicchieri per brindare alla vittoria, schioccandole un bacio sulle labbra.

Costia era davvero bellissima quella sera, e dalla morte dei suoi genitori era l'unica, oltre a suo zio Titus e sua cugina Anya, ad essere riuscita a scalfire la sua dura corazza. Quella sera, però, accadde l'impensabile. La giornata di gioia si trasformò nella più brutta della sua vita.

La famiglia Queen, infatti, non aveva preso affatto bene quella sconfitta, e si presentò al locale con l'idea di rovinare la festa dei Woods. Dopo vari insulti e minacce da parte dei Queen, gli animi si riscaldarono e inevitabilmente scoppiò una rissa. Roan Queen, un ragazzo robusto, ben allenato alle arti marziali, cominciò a tirare pugni a chiunque gli si facesse davanti e i suoi uomini lo seguirono a ruota. Lexa non poté di certo tirarsi indietro ad un affronto così diretto, e con orgoglio si buttò nella mischia. Dopo qualche minuto la ragazza si rese conto che i suoi erano tutti al tappeto, e che gli uomini di Roan la circondavano minacciosi. Con la coda dell'occhio percepì un movimento fulmineo, era Costia. La ragazza aveva steso uno di quegli energumeni, rompendogli una bottiglia di birra in testa. La Woods ebbe appena il tempo di sorridere compiaciuta per l'inaspettata grinta e prontezza della sua ragazza, prima che Roan la bloccasse in un feroce scontro uno a uno. Era armato di bastone, o per la precisione una stecca da biliardo, mentre gli ultimi tre dei suoi si fiondavano sulla bionda.

Lexa ci mise qualche minuto a disarmare il ragazzo, non fu un'impresa semplice e rischiò di finire molto male per lei, che però alla fine riuscì ad avere la meglio, invertendo la situazione. Con lo sguardo sicuro e minaccioso, questa volta in vantaggio per l'arma in suo possesso, scrutò Roan e l'ambiente circostante. Nel locale sembrava essere sceso il silenzio più assoluto. Tutto era immobile. Poi finalmente la vide.

<< Costia! >> Urlò squarciando l'aria intrisa di quel silenzio assordante.

Si dimenticò di Roan, lanciò via la stecca, e corse subito in direzione della ragazza stesa inerme a terra. Proprio dove una pozza di sangue pian piano si allargava sul pavimento. Accadde tutto così in fretta, e quasi senza rendersene conto Lexa era già inginocchiata al suo fianco, la stringeva forte a sé, cullandola con le lacrime a solcarle il volto, mentre sussurrava inutili parole di conforto.

<< Va tutto bene, ci sono qui io adesso. Guardami, te la caverai. >> Il blu scuro degli occhi di Costia incrociò le iridi verdi della sua ragazza un'ultima volta, prima di sparire dietro le sue palpebre calanti. << Costia, resta con me! Non lasciarmi! Resta con me! >> Continuò a ripetere più a sé stessa.

I soccorsi arrivarono abbastanza in fretta, e la corsa fino all'ospedale le sembrò infinita, anche se in realtà durò soltanto pochi minuti. Quando arrivarono al pronto soccorso, Costia aveva già perso troppo sangue ed il suo cuore stava cedendo. Per lei non c'era più nulla da fare... ma Lexa non perse le speranze fino a quando una voce all'interno della sala non pronunciò quelle maledette parole che le risuonarono in testa per la notte intera. "Ora del decesso 23:59."

23:59, la giornata era finita... e con lei l'unica ragione di vita di Lexa. Costia era morta.








Note:
Spero di non avervi già annoiato o deluso con queste poche righe su un episodio del passato di Lexa un po' a sé stante, il primo capitolo è già in arrivo comunque e da li la storia prenderà effettivamente il via.

Ci leggiamo prestissimo con il vero inizio della mia follia.

Pai

You are my weaknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora