CHAPTER SIXTEEN

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La mattina seguente, dopo un sonno piuttosto agitato, Lexa si svegliò sentendo Anya parlare con qualcuno. Ancora mezza addormentata si diresse in soggiorno preoccupata, sentendo così la fine di una chiamata decisamente poco piacevole.

<< Scusa, non volevo svegliarti, Lexa. >> Disse la bionda dopo aver attaccato, notando la presenza di sua cugina.

<< Non importa... tutto bene? >> Domandò Lexa stiracchiandosi, conscia del fatto che, qualsiasi cosa avesse risposto la cugina, no non andava affatto bene.

<< Sì. Sono solo arrabbiata. >> Rispose Anya optando per la mezza verità.

Lexa andò in cucina e mise il bollitore sul fuoco per preparare un tè, lasciando ad Anya il tempo di sbollire un pochino. La conosceva bene e sapeva che sarebbe arrivata lei a parlarle quando sarebbe stata pronta, e poi con una tazza fumante davanti era sempre più piacevole fare due chiacchierare.

Come previsto, poco dopo il tè era pronto e anche Anya. Lexa le porse una tazza, si accomodarono al tavolo della cucina e finalmente la cugina iniziò a sbottonarsi.

<< Era Nyko... >> Sussurrò e sospirò abbattuta. << Dice che non sa se torna il mese prossimo, è preso con il trasloco, il lavoro... e non sa ancora quando avrà un paio di giorni per tornare qui a Washington. >> Aggiunse la bionda con tristezza.

<< Potresti andare a trovarlo tu. >> Propose spontaneamente Lexa, sperando di aver trovato la soluzione più semplice del mondo.

<< Non vuole... dice di non preoccuparmi... che un mese passa in fretta... >> Rispose Anya ancor più triste. Era come se il suo ragazzo la stesse allontanando e non volesse vederla, eppure non ne capiva il motivo. Era partito da un solo giorno.

Lexa non sapeva più che dire, Nyko poteva aver avuto le sue buone ragioni per comportarsi così, era da tanti anni che si conoscevano e che stava con Anya. Come tutti, anche lui aveva le sue stranezze, ma era sempre stato un bravo ragazzo. Così, l'unica cosa che le rimase da fare, fu consolare sua cugina con un abbraccio e cercare di distrarla facendola pensare a qualcos'altro.

*****

Un'altra giornata piena e stressante è finita, non vedevo l'ora di staccare oggi. Da quando mi sono svegliata questa mattina, non ho fatto altro che pensare alla serata che mi aspetta. Non ti vedo da quattro giorni ormai, mi manchi da morire e al solo pensiero che stasera saremo insieme sento il cuore che impazza. E se mi immagino il tuo profumo, il tuo tocco... un brivido mi attraversa subito tutta la schiena.

Non so molto di questa serata che ha organizzato Lincoln, ha solo detto: "Ragazze, domani si va a ballare!". E quindi, con le poche informazioni che ho, e avendoti sentito giusto solo di sfuggita, mi preparo tirando fuori dall'armadio qualcosa che spero possa essere adatto. Vada per gli shorts di jeans chiari e... sì, questa maglietta nera che scende piuttosto morbida, lasciando la schiena quasi completamente scoperta. Abbinata al tacco dieci, col quale spero di riuscire a resistere tutta la sera. Raven ha insistito per passare a prendermi, dice che non ha voglia di andare da sola e alla fine ho ceduto. Molto probabilmente, però, tornerà comunque da sola, o sicuramente non con me. Al pensiero un sorriso malizioso appare nel riflesso davanti a me. Un po' di mascara, una linea di matita ed un po' di rossetto di un colore pastello, appena più scuro del colore naturale delle mie labbra. Sono pronta, ed ecco anche Raven, puntuale come sempre. Prendo la giacca in pelle e, infilandomela, mi fiondo fuori dalla porta.

<< Ehi, biondina, sei uno schianto! >> Afferma ammiccante la mia amica.

<< Grazie. >> Le dico arrossendo. Sa che ogni volta mi imbarazzo e lo fa apposta.

You are my weaknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora