You are my weakness

CHAPTER THIRTY-FIVE

Dopo quella splendida gita al lago con gli altri, la mia vita riprende la solita routine quotidiana e, come sempre, il lavoro mi ruba gran parte della giornata. Ora però nella mia vita c'è felicità, ora c'è amore. Sono due cose che credevo di avere anche sei mesi fa, con Finn, ma ora ho scoperto che non era così, solo ora so cosa vuol dire davvero essere felice, e soprattutto amare e sentirsi amata. Tutto grazie a qualcuno di impensabile, che in poco tempo si è fatto largo nella mia mente, nel mio cuore e ora da un senso a tutta la mia vita. Ricordo quando ho incontrato per la prima volta quegli occhi verdi, ricordo il distacco, la fierezza e l'insolente sicurezza di quello sguardo inscrutabile. Quello stesso sguardo che oggi, invece, mi parla senza parole, che mi comunica rispetto, amore e protezione ogni volta che si posa sul mio.

Oggi è un giorno particolare, sono passati quasi due mesi da quando Wells e Bellamy sono ripartiti, e ieri sono finalmente tornati in città. Così questa sera, finito il mio turno in ospedale, ho invitato tutti a casa a bere qualcosa. Finalmente i miei due amici potranno conoscerti, ed io sono davvero emozionatissima ed entusiasta all'idea. Spero tanto che Bellamy non dia di matto per la presenza di Lincoln, che ha conosciuto solo ieri. Tende ad essere iperprotettivo nei confronti della sua sorellina. E mi auguro che anche Raven riesca a passare una piacevole serata in presenza di Anya. Dopo la gita al lago speravo, infatti, che le ragazze si fossero finalmente chiarite. Io e Lexa le avevamo viste dalla finestra della camera che si baciavano sul pontile quella sera, e la seguente, a cena, con noi sembrava essere tutto ok. Ma poi nessuna delle due ha fatto parola dell'accaduto. Cosa piuttosto strana, soprattutto per Rae, e quando sono nella stessa stanza si nota una certa tensione. Ma giustamente, né tu né io abbiamo fatto troppe domande, infondo è una questione loro e quando saranno pronte, se ne avranno voglia, sono sicura che ce ne parleranno.

Arrivo a casa e ti trovo seduta sui gradini del portico, ad aspettarmi pazientemente con il sorriso più bello del mondo.

<< Scusa, ho fatto tardi. >> Mi affretto a dire.

<< Non preoccuparti, piccola, sono appena arrivata. >> Mi rassicuri come sempre.

Ti corro incontro buttandoti le braccia al collo, tu mi stringi e mi dai un leggero bacio sulle labbra come saluto. Solo qualche istante dopo, mi accorgo della presenza di tua cugina che ci sta guardando in modo piuttosto strano. Saluto anche lei ed entriamo in casa.

Mentre ti metti a preparare la cena mi mandi di sopra a prepararmi, e quando scendo trovo il tavolo apparecchiato per quattro. Non faccio nemmeno a tempo a chiedere per chi sia il piatto in più che il campanello suona, quindi con curiosità mi dirigo alla porta per aprire. Davanti a me trovo Raven con un'aria tesa ed una bottiglia di vino tra le mani che, senza troppe cerimonie o inviti, entra in casa. Richiudo la porta dietro le sue spalle, e preoccupata, ma anche incuriosita dalla sua espressione, la seguo verso la cucina. Evidentemente io ero l'unica a non sapere che sarebbe arrivata per cena, comunque non è affatto un problema, anzi, mi fa piacere averla qui. Subito noto quel pizzico di tensione nell'aria, dovuto alla presenza di tua cugina e dell'ultima arrivata.

<< Posso parlarti di una cosa, Clarke? >> Mi chiede con urgenza la mia amica, spezzando l'atmosfera improvvisamente tesa.

<< Certo, Rae. >> Rispondo mentre ci spostiamo in soggiorno, e noto immediatamente che è più nervosa di quanto l'avessi mai vista. << È tutto ok? >> Chiedo preoccupata.

<< Sì, sì, tutto ok... volevo solo parlarti di una cosa... >> È titubante e misteriosa, quindi capisco di dover prendere in mano la situazione se voglio davvero sapere qualcosa.

<< Ok, cosa succede, Raven? >> Chiedo seria, cercando di incoraggiarla nel parlare.

<< Anya... >> Dice alla fine in un sussurro dopo lunghi attimi di incertezza. << Non so che fare, Clarke... >> Ammette abbattuta.