CHAPTER NINE

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Mi sveglio sentendo un pesante cerchio alla testa, non mi va di riaprire gli occhi, la luce non farà che peggiorare le cose. Ho l'impressione di sentire il tuo profumo avvolgermi, credo di essermi riaddormentata, questo dev'essere decisamente un sogno. Qualcosa lentamente si muove accanto a me, e percepisco il calore di un corpo appoggiato al mio fianco.

Apro gli occhi terrorizzata da quel contatto, è troppo reale, questo non è affatto un sogno! La luce mi acceca all'istante, e quando la mia vista si riprende mi trovo in una stanza a me sconosciuta, su di un soffice letto, tra lenzuola morbide intrise di un dolce profumo. Il tuo profumo! E c'è un bellissimo gatto dal pelo grigio scuro, piuttosto lungo e molto folto, che sta dormendo appoggiato a me. Alla sua vista mi calmo, e con occhi incuriositi mi guardo attorno, cercando di riconoscere qualcosa. Su una poltroncina ai piedi del letto vedo la mia giacca, e accanto ci sono solo le mie scarpe, sul comodino un bicchiere d'acqua e un'aspirina con un biglietto. Lo prendo, cercando di mettere a fuoco il testo e lo leggo.

"Buongiorno, splendore,

ti ho lasciato un'aspirina per il mal di testa,

quando ti riprendi mi trovi nel soggiorno.

Lexa"

Sorrido automaticamente, è incredibile quanto a volte tu riesca a sorprendermi con piccoli gesti tanto dolci. Mi faccio coraggio e mi siedo sul letto, per un attimo mi gira tutto, penso quasi di volermi ributtare sul cuscino, ma resisto alla tentazione, ed appena la stanza si ferma prendo l'aspirina che mi hai lasciato. Il gattone si stiracchia svogliatamente e viene a strusciarsi sul mio braccio, in cerca di attenzioni.

<< E tu chi sei? >> Chiedo all'animaletto come se potesse rispondermi, mentre gli gratto la testa, lui inizia a fare le fusa in segno di apprezzamento di quelle coccole mattutine. << Dov'è Lexa? >> Gli domando avvicinando il viso al suo musetto. << Portami da lei. >> Dico poi mettendomi dritta.

Come se avesse capito, l'animale balza giù dal letto e si avvia lungo il corridoio, guidandomi fino al soggiorno. Mi fermo sulla soglia della porta e, appoggiandomi allo stipite, ti guardo. Stai dormendo sul divano, con un braccio sopra la testa a coprire gli occhi dalla luce del sole, che ormai prepotente entra dalla grande finestra alle tue spalle. Il gatto sale sul divano e poi cammina leggiadro sopra di te.

<< Church. >> Sussurri allungando una mano per accarezzare distrattamente l'animale e farlo spostare da sopra al tuo stomaco.

Mi sfugge una risatina, e solo a quel punto apri i tuoi splendidi occhi verdi e ti accorgi di me. Mi regali uno sguardo assonnato, ma dolcissimo, e un sorriso disarmante. Mentre mi avvicino al divano ti metti seduta con Church ancora in braccio, mi fermo a osservarti prima di sedermi accanto a te. I nostri sguardi si sfiorano e capisco che i tuoi occhi mi chiedono scusa per la pessima serata, ma credo di doverti delle scuse anche io, non ricordo quasi nulla dopo essermi alzata dal tavolino, devo aver decisamente bevuto troppo.

Ti accarezzo il viso, facendo scorrere il pollice sul contorno del tuo labbro, e tu sussulti appena quando delicatamente passo sopra al punto spaccato. Poi con le dita risalgo la guancia e ti accarezzo vicino alla benda che ora, più chiaramente, vedo nasconde dei punti. Mi guardi, fissi i tuoi occhi disperati nei miei, che saltano dalle tue iridi alle tue labbra fino a quando non resisto più alla tentazione. Ti bacio. Dolcemente. Lentamente. Quasi con la paura di farti male, assaporando ogni attimo, ogni sensazione che mi provocano tutti i contatti delle nostre labbra e tutti i timidi sfiorarsi delle nostre lingue. Le tue mani scorrono sulla mia schiena e sento crescere il desiderio. Mi stringi a te e Church, con un sonoro lamento infastidito, schizza via. Ci stacchiamo e ridiamo divertite per il comportamento del micio. Finalmente sento che anche la tua mente è qui con me.

You are my weaknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora