CHAPTER TWENTY-NINE

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Il mattino seguente mi sveglio a causa di strani rumori provenienti dal piano di sotto. Come sempre in questi ultimi giorni, da quando nella mia vita non ci sei più tu, addormentarmi è quasi impossibile, il tempo trascorre inesorabilmente lento, lasciando spazio alle lacrime pronte ad infestarmi le guance pallide, fino a portarmi allo sfinimento e al crollo in un sonno agitato e per niente riposante.

Al suono allegro e spensierato della radio, decido di alzarmi e scendere a vedere cosa cavolo sta combinando Octavia.

<< Buongiorno, Clarke! >> Mi saluta gioiosa la mia amica.

<< Buongiorno a te, O. Sei di buon umore vedo... che stai combinando? >> Chiedo incuriosita.

<< Questa casa l'hai ridotta ad uno schifo, sai? >> Guardo a terra imbarazzata e so perfettamente che ha ragione. << Sto dando una ripulita! >> Conclude con ovvietà con lo straccio tra le mani.

<< O, non devi, davvero. Sono solo stata un po' incasinata, ma oggi avevo intenzione di sistemare. >> Provo a giustificarmi con imbarazzo.

La verità era che, sì, avevo passato molto più tempo al lavoro, ma anche che, entrata in casa, l'unica cosa che riuscivo a fare era sedermi in un angolino e piangermi addosso. L'idea di averti persa per sempre mi fa morire e ora, aggiunta all'idea di avere anche Roan Queen a controllare ogni mia mossa, mi fa stare anche peggio. Mi fa sentire ancora di più la tua mancanza, perché anche solo con un tuo abbraccio sei sempre riuscita a farmi sentire al sicuro, e tra le tue braccia tutte le mie paure sono sempre svanite all'istante. È sempre stato così fino ad ora e, ingenuamente, credevo lo sarebbe stato per sempre. Già, perché dopo la nostra prima notte insieme mi avevi detto "sarò sempre con te", ed io come una stupida ti avevo creduta davvero.

Alla fine la mia amica riesce a farmi sorridere e a distrarmi un po', non so proprio come farei senza O e Rae, che corrono sempre in mio soccorso quando ne ho bisogno. Tra la musica, gli scherzi e le battutine, la mattina vola via e finalmente la mia casa ritorna ad essere più che dignitosa.

Fortunatamente è il giorno di riposo di O e resta a farmi compagnia fino a sera. All'inizio non avevo affatto voglia di avere qualcuno tra i piedi, ma poi devo ammettere di esserne stata felice.

*****

In quello stesso giorno Lexa, dopo aver passato la notte al distretto di polizia assieme ad Indra, studiando per l'ennesima volta la situazione, decise di non presentarsi in palestra. Rientrò a casa e, dopo un po' di riposo, tornò a meditare sul caso Queen. D'improvviso un'idea malsana le balzò in mente. Perché stare ad aspettare che Roan faccia un passo falso? Perché non provare a metterlo alle strette per farglielo fare? Il piano era folle, ma nella sua testa aveva un senso. Se le fosse riuscito, avrebbe finalmente tolto di mezzo Roan Queen per sempre. Si preparò per uscire, ma per fare questa cosa aveva bisogno una spalla, e l'unico che l'avrebbe sicuramente aiutata, senza protestare per questa pericolosa avventura, era il suo amico Gustus. Prima di andare da lui, però, aveva un'altra cosa importante da fare, poi avrebbe potuto rialzare la sue barriere e tornare ad indossare la maschera della combattente. Ma ora doveva accertarsi che Clarke stesse bene e che fosse davvero al sicuro.

*****

Raven è arrivata per cena e sarebbe rimasta con me tutta la sera, mentre O attendeva l'arrivo del suo cavaliere per farsi riportare a casa dopo la giornata trascorsa con me.

Quando Lincoln arrivò si era da poco fatto buio, e il suono del campanello annunciò la sua presenza. Sapendo di chi si tratta, O corre subito alla porta. Apre impazientemente, trovando il ragazzo con in mano un mazzo di splendidi Giacinti color Porpora. La piccola Blake, conoscendo il linguaggio dei fiori, si rabbuia immediatamente.

You are my weaknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora