CHAPTER SEVEN

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Il mattino seguente mi sento davvero distrutta, ma devo andare a fare colazione con le ragazze, gliel'ho promesso e non posso non presentarmi. Non sono proprio dell'umore di ridere e scherzare, e loro se ne accorgono subito.

<< Nottata pesante, Dottoressa? >> Chiede Raven con tono noncurante, ma la conosco bene e so perfettamente che ironizza quando è preoccupata.

<< Già. >> La mia risposta ermetica allarma anche O, e la mia mente si disperde nel contrasto delle emozioni della nottata.

<< Clarke, ci sei? Tutto bene? >> O mi scuote delicatamente una spalla.

<< Sì. >> Annuisco e ora mi sento obbligata a spiegare. << Ieri sera c'è stata una rissa allo stadio, e un tifoso pazzo arrivato al pronto soccorso ha tentato di accoltellarmi. >> Le ragazze sgranano gli occhi ancor più preoccupate di prima. << Tranquille, non mi ha nemmeno sfiorata, il mio angelo custode l'ha steso prima che potesse toccarmi. >> Sorrido pensando al fatto che sei corsa a proteggermi prima ancora che io notassi di essere in pericolo. Le ragazze visto il mio sorriso si tranquillizzano, ma comunque continuano sull'argomento per accertarsi che sto davvero bene.

<< Devi aver avuto paura... insomma sarà stato uno shock! >> Afferma comprensiva Octavia.

<< È successo tutto in fretta, all'inizio non avevo nemmeno capito cosa stesse succedendo, poi quando ho realizzato cosa voleva fare quel tipo sono stata felice che Lexa fosse lì, e che lo avesse già fermato. >>

La cosa mi venne fuori di getto, in maniera spontanea, mentre nella mia mente rivedo la scena di te che, lasciando cadere al suolo quell'omaccione, mi fissi preoccupata chiedendomi se sto bene. Dopo qualche attimo mi accorgo degli sguardi perplessi di Raven e Octavia, e solo ora realizzo di aver detto il tuo nome e che loro non sanno ancora niente di te.

Veniamo interrotte dal suono del mio telefono. Un tuo messaggio:

"Finito il turno? Come ti senti?"

Socchiudo gli occhi, abbassando lo sguardo con un sorrisetto imbarazzato e ti rispondo, iniziando una così breve conversazione che mi distrae dal resto del mondo attorno a me.

"Sì, grazie sto bene, se non ci fossi stata tu non immagino cosa sarebbe successo."

"Ma ero lì... e se attaccano te, devono vedersela prima con me!

Come ti ho detto ieri, oggi sono fuori città per quella fiera, ci vediamo domani sera?"

"Non vedo l'ora."

Torno alla realtà e mi accorgo che O sta parlando a raffica senza quasi prendere fiato, come tipicamente nel suo stile quando è nervosa ed emozionata. Ed il più delle volte è stato per un ragazzo. E infatti, anche se mi son persa gran parte della conversazione, capisco subito che parla di Lincoln.

<< Domani sera dovete venire con me. >> Dice d'improvviso. << E non accetto un no come risposta! >> Aggiunge piuttosto imperativa. E ora? Come faccio a dirle che domani sera l'unica persona che voglio vedere sei tu? << Lincoln mi ha invitata ad una festa in centro e mi ha detto di portare anche le mie amiche. >> Spiega saltellando sulla sedia dalla gioia.

<< Non so... vediamo, O. >> Rispondo cercando di non dare troppo peso alla cosa.

<< E dai Clarke ci divertiamo un po' >> Incalza Raven. << E tu ne hai bisogno più di tutte! >> Mi fa notare la mia amica, non sapendo che, in realtà, le cose stanno decisamente migliorando nella mia vita.

You are my weaknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora