È domenica mattina, ed un suono disturba insistentemente il mio sonno... la sveglia cavolo! Apro pigramente gli occhi, e con una mano spengo quell'affare fastidioso che continua a squillare incessantemente. Non ho proprio voglia di alzarmi dal letto, soprattutto non per andare a lavorare. In questi ultimi mesi, dopo che Finn mi ha lasciata e mi sono ritrovata invasa dalla tristezza, mi sono immersa nel lavoro, ed ora le uniche cose che vorrei davvero, e di cui avrei un disperato bisogno, sono tranquillità, riposo e una giornata chiusa nel mio studio a dipingere. Invece, anche oggi, devo andare a lavorare. Colpa di quel dannato torneo di arti marziali che si tiene in città, e al quale devo presenziare per dare assistenza medica.
Controvoglia mi alzo e vado a lavarmi, una doccia forse mi aiuterà a trovare l'energia per iniziare questa lunga e noiosa giornata. Scendo al piano di sotto per una colazione veloce, ed intanto controllo la posta elettronica. Prendo le chiavi, la borsa, il cellulare ed eccomi pronta ad uscire. Nonostante il mio pessimo umore la giornata è stupenda. L'aria primaverile ed il sole splendente mi strappano mezzo sorriso, così decido di aprire la capote della mia vecchia Buick gialla e parto godendomi il vento tra i capelli.
Il traffico ancora è tranquillo in città, e raggiungo il centro sportivo in poco più di 20 minuti, parcheggio e, godendomi gli ultimi istanti sotto i raggi del sole, mi avvio all'ingresso.
<< Sono la Dottoressa Griffin. >> Mi presento entrando e porgendo il mio tesserino.
Una ragazza lì all'ingresso mi accompagna subito all'ambulatorio, dove trovo già il mio collega ed assistente che mi saluta con un sorriso. Ricambio cordialmente il saluto, e tra me e me penso: "ma come si fa ad essere felici di lavorare la domenica?"
<< Oggi ci sono solo le gare femminili, Clarke. >> Afferma quasi percependo il mio pensiero. Mi guarda e si lascia scappare un sorriso malizioso facendomi scoppiare a ridere.
<< Ora capisco perché sei così contento. >> Rispondo dopo aver ripreso fiato per quella genuina risata.
Il palazzetto dello sport comincia ad animarsi. Tutti gli atleti sono arrivati, tra mezz'ora abbiamo la commissione per la prova del peso e poi, una volta terminata la prassi, si iniziano le gare. Alle casse comincia ad esserci la fila per pagare il biglietto, e gli spalti iniziano a riempirsi rapidamente, in poco tempo, infatti, il palazzetto si infesta di un brusio di voci di sottofondo e prende vita del tutto.
9:30, afferro la pila delle cartelle delle partecipanti e con l'aiuto di Eric ci mettiamo al lavoro per l'idoneità medica delle combattenti e la prova del peso, chiamandole una ad una in ordine alfabetico.
Dopo una mezz'ora di lavoro buona, il mio telefono squilla. Cavolo, ero sicura di aver tolto la suoneria e invece mi ritrovo a dovermi scusare, mettendo immediatamente il silenzioso.
<< Rispondi pure, Clarke, qui ci penso io. Ormai abbiamo quasi finito, mancano solo le ultime due. >> Dice Eric con gentilezza guardandomi.
Lo ringrazio, e mentre esco dalla porta dell'ambulatorio rispondo al cellulare.
<< Octavia, ciao! >> Esclamo entusiasta rispondendo al telefono.
<< Buongiorno, Clarke, come stai? >> Saluta cordiale e allegra la mia amica.
<< Bene, anche se sto lavorando... sono all'assistenza medica della gara di arti marziali che si tiene oggi qui in città. >> Le spiego un po' annoiata.
<< Davvero? >> Chiede stupita << Io e Raven volevamo farci giusto un salto nel pomeriggio, sai per ammirare qualche bel ragazzone in pantaloncini! >> Rido immaginando la sua espressione abbattuta quando tra poco scoprirà che di uomini oggi non ce ne sono. << Ehi, perché questa risata? >> Domanda quasi offesa.
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You are my weakness
Fanfiction[Clexa AU] Clarke Griffin è un medico di Washington DC appassionata di arte, che per una serie di coincidenze si incontra con una ragazza intrigante, Alexandra Woods. Lexa è una ragazza molto chiusa e testarda ma per qualche motivo i continui incont...