CHAPTER EIGHTEEN

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Mi infilo le prime cose che trovo e scendo, tu hai recuperato i pantaloni e la canotta della sera prima. E quando mi vedi comparire, con un sorriso provocante, mi sventoli davanti al naso il mio intimo che recupero con imbarazzo. Questo tuo provocare e scherzare con spavalderia, che per chi non ti conosce può sembrare irritante, nei miei confronti trovo invece sia divertente e adorabile. Mentre dò una sistemata al casino che abbiamo fatto la sera scorsa, e recupero gli altri indumenti sparsi tra cucina e soggiorno, tu, anche se è un po' tardi, prepari la colazione. In poco tempo il profumo dei pancake invade tutta la cucina.

<< So che non sono affari miei... ma ieri sera Anya mi è sembrata un po' triste... va tutto bene? >> Esordisco, spezzando il silenzio per fare un po' di conversazione mentre mi abbuffo.

<< Cazzo Anya! >> La tua risposta mi spiazza un po'. << Mi ero completamente dimenticata di lei. >> Prosegui accorgendoti della mia reazione. << Ieri sera era in macchina con me, poi una certa Clarke Griffin mi ha distratto e mi sono dimenticata mia cugina al club... >> Concludi quasi imbarazzata.

<< Non dire così, vedrai che non l'è successo niente, c'erano anche Lincoln, Octavia e Raven con lei. >> Al pensiero mi scappa un sorriso. << Sicuramente uno di loro l'ha riaccompagnata. >> Ti rassicuro con tranquillità.

<< Sì, ma sarà incazzata nera ora! Con me... >> Ammetti dispiaciuta, iniziando a cercare il telefono che poi trovi nella tasca posteriore dei pantaloni. Sullo schermo dieci chiamate senza risposta: Anya. << Ecco, appunto... >> Affermi mostrandomi il display. << Devo chiamarla per vedere se è tutto ok. >> Aggiungi preoccupata.

Fai partire subito la chiamata, ti osservo mentre il telefono squilla con tutta probabilità una, due, tre, quattro volte. Stai per riattaccare, quando finalmente accanto a te anche io riesco a percepire una voce piuttosto assonnata ed impastata risponde all'altro capo.

<< Pronto... >>

<< Anya? >> Domandi perplessa.

<< Oh, cazzo. >> Si sente in lontananza. Poi qualche istante di silenzio.

<< Ehi, Lexa! Ma che cavolo di fine hai fatto ieri? Sappi che sono incazzata nera con te! >> Sbraita tua cugina dall'altro capo del telefono, rendendosi perfettamente udibile anche da me.

<< Lo so, scusa, volevo tornare a prenderti, ma non me ne sono accorta e mi sono addormentata a casa di Clarke. >> Dici abbassando lo sguardo.

<< Sì, certo, dormire! Ora si dice così... >> Commenta acida e pungente tua cugina, mentre mi pare di sentire in lontananza dei colpi di tosse e una risatina di sottofondo.

<< Anya, ma sei con qualcuno? >> Domandi stranita e visibilmente confusa.

<< No! Certo che no! >> Risponde secca e piuttosto scocciata lei dall'altro capo.

<< Mi sembri strana... tutto ok? >> Provi a domandare ancora con preoccupazione.

<< Benissimo! Faremo i conti più tardi, non credere che me lo scordi, ora devo andare... >>

E senza darti possibilità di replica, riattacca immediatamente. Tu resti basita dalla strana conversazione appena avuta, mi riferisci le tue perplessità e ciò che non avevo potuto sentire, incuriosendomi non poco. Così, prima di esporti la mia teoria, la verifico con una chiamata.

<< Ehi, biondina! >> Esclama la mia amica rispondendo al telefono.

<< Ciao, Rae, tutto bene? >> Domando con leggerezza.

You are my weaknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora