CHAPTER THIRTY-FOUR

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La serata in quel locale è passata piacevolmente. Dopo aver chiacchierato, riso e bevuto non so più quante birre in compagnia dell'ottima musica di quella ragazza, è giunta l'ora di rientrare.

Appena arrivati a casa di Gustus, vedo Anya sgusciare via verso il giardino sul retro senza nemmeno prima entrare un attimo, così abbandono all'istante l'idea di godere della stupenda vista notturna dal piccolo pontile. Siamo ormai tutti davanti alla porta pronti ad entrare, tutti tranne Anya, e noto l'agitazione di Raven mentre si guarda attorno spaesata.

<< È andata sul retro. >> Le dico all'orecchio di modo mi senta solo lei.

<< Grazie, Clarke. >> Sussurra annuendo la mia amica. E mentre noi entriamo al calduccio, lei sparisce silenziosamente per raggiungere l'altra ragazza.

*****

Il leggero sciabordio dell'acqua sulla costa era l'unico suono udibile nell'immenso giardino sul retro della casa di Gustus. Anya s'incamminò verso il pontile e si appoggiò con i gomiti alla piccola ringhiera in legno, perdendosi nei suoi rumorosi pensieri con lo sguardo fisso verso il lago. Qualche minuto dopo dei passi leggeri frusciarono nell'erba, fino ad arrivare alle sue spalle sullo scricchiolante pontile.

<< Il lago è proprio bello la notte. >> Esordì titubante Rae.

<< Cosa vuoi, Reyes? >> Rispose irritata con una domanda la bionda.

<< Volevo solo vedere come stavi... >> Proseguì timidamente Raven.

<< Non lo so come sto! >> Ribatté aggressiva Anya, senza riflettere minimamente prima di parlare.

<< Ok, forse è meglio se me ne vado... >> Disse abbattuta la latina. Raven fece un passo indietro e si voltò pronta a rientrare in casa.

<< Raven. >> La richiamò con più calma l'altra.

<< Sì? >> Rispose la Reyes con le mani in tasca, senza nemmeno voltarsi.

<< Scusa. >> Sussurrò la Woods in tono pentito. La latina tornò sui suoi passi, prestando attenzione alla bionda.

<<< No. Ho capito, Woods. Davvero... è tutto un casino, lo so. L'ho sempre saputo, e io ho incasinato tutto di più. >> Ammise la latina, parlando a raffica per il nervoso. << Non so nemmeno cosa ci sto facendo qui fuori, tu hai bisogno il tuo spazio, hai bisogno di tempo e io sono qui solo a darti fastidio... >> Proseguì con sguardo abbattuto.

<< Vuoi smetterla di parlare? >> Domandò la bionda girandosi a fissarla ed interrompendo le sue farneticazioni.

<< Scusa... me ne vado... >> Concluse sommessamente la Reyes. Ancora una volta Raven fece un passo indietro e si voltò con aria sconfitta, pronta a rientrare in casa, quando una mano le afferrò la spalla con decisione facendola voltare di nuovo.

<< Intendevo, sta zitta e baciami, Reyes! >> Chiarì con impeto il punto Anya.

Sorpresa ed imbarazzo si dipinsero sul viso della ragazza, che rimase un attimo stordita ed incredula, cercando di metabolizzare quello che aveva appena sentito. Anya non le lasciò il tempo, si avvicinò e posò le sue labbra su quelle esterrefatte di Raven. Le braccia della bionda scivolarono ad aggrapparsi al collo della ragazza di fronte a lei che, riprendendosi dallo shock iniziale, le cinse la vita tirandola possessivamente a sé. Dapprima furono l'urgenza e la necessità di quel contatto a sovrastare ogni cosa, ma poi, dopo una boccata d'aria, il bacio diventò più tenero, più sentito. Il continuo sfiorarsi e cercarsi delle loro labbra iniziò ad avere contatti più morbidi, più lenti. Le due ragazze si assaporavano con un'insolita dolcezza mai avuta prima, fu Anya a passare la punta della lingua sul labbro inferiore di Raven, appena prima di afferrarlo gentilmente tra i denti, richiedendo tacitamente il consenso di approfondire quel bacio.

You are my weaknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora