CHAPTER ELEVEN

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Sento il rumore di un motore rallentare e fermarsi nel vialetto, controllo dalla finestra giusto per sicurezza, ma so già chi è. Sei tu, ovviamente, e sei arrivata puntuale come un orologio svizzero.

Scendi dall'auto e non te ne accorgi, ma mentre ti avvicini alla porta per suonare, ti sto ancora osservando dalla finestra del piano superiore. Sei di una bellezza ed eleganza disarmante, indossi pantaloni grigi stretti ma non completamente aderenti, con una semplice camicia bianca che, anche se coperta da una giacca elegante blu notte, noto che ti fascia perfettamente il busto. I tuoi capelli castani sono ben ordinati, anche se più mossi del solito, ti cadono sciolti sulle spalle. Solo ora mi rendo conto che sto trattenendo il fiato, mi tremano le mani e il cuore sembra volermi uscire dal petto. Prendo un respiro profondo per cercare di riprendermi e tu intanto, arrivata alla soglia, suoni il campanello.

Arrivo alla porta ad aprire e sei anche più bella vista da vicino. Noto con piacere che resti colpita nel vedermi, ti blocchi un istante ad osservarmi, prima di sorridermi e porgermi un mazzo di tulipani screziati. Ero talmente presa da te, che non avevo minimamente visto i fiori dalla finestra. Ti faccio entrare qualche minuto, mentre li poso accuratamente nel vaso, e quando mi accorgo che mi osservi così, quasi mangiandomi con gli occhi, faccio finta di non averci fatto caso e sentendomi apprezzata ti lascio fare.

*****

Quando si aprì la porta, Lexa per un attimo rimase bloccata, lo spettacolo che si ritrovò davanti le tolse ogni facoltà. Clarke era davvero da togliere il fiato, indossava un vestito del colore dei suoi occhi, semplice, non troppo appariscente, ma elegante. La gonna era svolazzante, tagliata appena sopra al ginocchio, e la parte superiore aderente, si adattava perfettamente alle sue forme prosperose. Lo scollo asimmetrico lasciava cadere una spallina in modo da scoprire la spalla, mettendo così in bella mostra la clavicola e un lato del collo. Ripresa dall'incantevole visione, perdendosi ora nell'azzurro cielo di quegli occhi sorridenti, Lexa sfoderò il mazzo di fiori che, come il precedente, portava un messaggio velato. Questa volta, mirato all'incantevole bellezza dello sguardo in cui si stava perdendo proprio in quel momento.

Entrò in casa e seguì con gli occhi Clarke riporre con cura i fiori sorridente. Notando che alla ragazza, non pareva dar fastidio essere osservata e desiderata dal suo sguardo a quel modo, non si fece problemi a continuare a scrutarla, anche se così facendo avrebbe rischiato di impazzire dal desiderio. Una volta sistemati i fiori le porse il braccio, al quale la bionda intrecciò subito il suo, e finalmente uscirono.

*****

Non sapevo proprio cosa aspettarmi da questa serata, ma sicuramente era cominciata bene. Lexa è davvero stupenda. Era arrivata puntuale, mi aveva portato dei fiori e aveva tirato fuori tanto di quel fascino e galanteria, che non credevo esistessero ancora.

<< Dove mi porti? >> Chiedo incuriosita.

<< Se te lo dico ti perdi la sorpresa. >> Ribatte incrementando così il mistero, assieme la mia curiosità.

<< Stai tranquilla, vedrai che ti piacerà. >>

E dicendolo allunga una mano sulla mia, stringendomela dolcemente. Il viaggio procede abbastanza silenzioso, ma non è uno di quei silenzi pesanti ed imbarazzanti, anzi, sembra quasi essere confortante. Anche se durante il tragitto ho osservato il paesaggio e la strada fuori dal finestrino, non mi sono ancora resa conto di dove siamo finite. Parcheggiamo e, per un attimo, non capisco davvero dove mi hai portata. Mi apri la portiera e mi porgi la mano per aiutarmi a scendere dall'auto. Così intreccio nuovamente il mio braccio al tuo e ci dirigiamo all'ingresso.

<< So che ti piace l'arte e adori dipingere... spero ti piacciano gli impressionisti. >> Lo dici con un filo di incertezza aprendomi la porta. E quando realizzo resto senza fiato, immobile, sbattendo le palpebre piuttosto incredula.

You are my weaknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora