Otto in punto e il campanello di casa suona. Non trovo sorprese quando apro la porta, puntuale come un orologio svizzero, ci sei tu con una scatola di dolcetti e una buona bottiglia di vino. Alla vista dei miei dolci preferiti non posso proprio trattenere la mia felicità.
<< Oh mio dio! Ti ho mai detto quanto di adoro? >> Esulto guardandoti con l'espressione sognante di una bimba la mattina di Natale.
Mi dai un leggero bacio sulle labbra per salutarmi, e ridendo entri in casa. Non ho avuto il tempo di preparare niente, perciò ordiniamo la cena e tutto tra di noi, come sempre, sta andando a meraviglia, ma ancora non ti ho accennato minimamente alla questione di cui volevo parlarle, e spero di non mandarti completamente in panico.
<< Clarke, di cosa mi volevi parlare? >> Chiedi incuriosita nell'attesa arrivi il cibo.
<< Hem... ecco, sì... ci sarebbe una cosa che vorrei chiederti... >> Inizio a dire piuttosto titubante.
<< Coraggio dimmi, mica mordo. >> Mi incoraggi a parlare prendendomi in giro. I tuoi occhi e il tuo sorriso mi rassicurano, e quindi comincio a raccontare della conversazione alquanto bizzarra che avevo avuto con mia mamma quello stesso giorno.
<< Tua madre, cosa? >> Chiedi spaurita alla fine del mio racconto.
<< Vuole che andiamo a pranzo da lei domenica... >> Ti ripeto, cercando di essere il più dolce e tranquilla possibile, anche se dentro sento il cuore che mi martella forte nel petto.
<< E tu cosa le hai detto? >> Domandi con un misto di speranza e paura per la risposta.
<< Ti sembra che si possa dire di no alla Dottoressa Griffin? >> Ti rispondo, ricordandoti l'unica volta che ci avevi parlato.
<< No... in effetti no... >> Ammetti constatando i fatti.
<< Senti, lo so benissimo che non è il posto dove speravi di passare la tua domenica, ma se sei riuscita a sopportare me per un mese, puoi sopravvivere ad un pranzo con mia madre e Marcus. >> Provo a incoraggiarti, cercando di non lasciar vedere la mia preoccupazione.
<< Oh sì. Sicuramente sarà anche molto più piacevole passare qualche ora con loro, che non sopportare te per un altro mese. >> Ironizzi ridacchiando per attenuare un po' la tensione che la conversazione aveva attirato, e per la mia gioia le cose in poco tempo tornarono come al solito.
Mangiamo in serena tranquillità, mentre il tempo scorre piacevole come sempre in tua compagnia. Dopo aver sparecchiato e risistemato la cucina, il richiamo invitante del divano ci tenta e mi accoccolo tra le tue amorevoli braccia per guardare un vecchio film in televisione. Questi attimi di quotidianità con te mi sembrano così spontanei, così normali. Anche se sono solo i primi pochi attimi, mi fanno sentire la sensazione confortevole di casa, come se ci conoscessimo da tutta la vita.
Più tardi ci trasferiamo silenziosamente in camera da letto per passare la notte assieme. Siamo entrambe esauste dalla giornata, e l'unica cosa di cui abbiamo voglia è la nostra reciproca compagnia. Ben presto, infatti, mi addormento cullata dal calore del tuo corpo e dal tuo dolce profumo. Abbracciata a te, con la testa poggiata sulla tua spalla, coccolata dal ritmo del tuo respiro tranquillo e dal suono impetuoso del tuo cuore.
*****
Nel frattempo, prima di dirigersi al locale, Anya fece il tentativo di chiamare Nyko che, come le altre 5 volte in quella giornata, non rispose al telefono.
Arrivata al Grounders la ragazza si posizionò agitata al banco del bar. Era in anticipo e così, in attesa dell'arrivo di Raven, buttò giù il primo bicchierino di tequila. Fortunatamente non fece a tempo ad ordinare il secondo, che l'altra ragazza fece la sua comparsa nel locale e le si avvicinò.
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You are my weakness
Fanfic[Clexa AU] Clarke Griffin è un medico di Washington DC appassionata di arte, che per una serie di coincidenze si incontra con una ragazza intrigante, Alexandra Woods. Lexa è una ragazza molto chiusa e testarda ma per qualche motivo i continui incont...