Il susseguirsi dei giorni tristi e solitari della mia vita prosegue inesorabile. In questo periodo di dolore infinito, do sfogo ai miei sentimenti nella mia musica e nella mia arte. Se non fosse per il lavoro e gli amici, non uscirei nemmeno di casa. Sto diventando il fantasma di me stessa. Poche cose riescono a portare l'ombra di un sorriso sulle mie labbra, ed ogni maledetta mattina mi alzo dal letto sperando che tutto questo finisca, ma purtroppo pare non accadere mai. Dopo la visita al distretto di polizia non ho più avuto notizie da Indra, forse oggi è giunto il momento di farle visita di nuovo, ma prima mi aspetta una noiosa mattinata di lavoro a sostituire mia madre per i colloqui sul progetto della nuova clinica.
Arrivata in ospedale mi approprio del mio camice e, su consiglio della segretaria di mia madre, mi impossesso del suo ufficio per ricevere queste boriose persone d'affari, pronte a trattare i termini delle loro cospicue donazioni e del loro ruolo nel progetto. Inutile dire che la famiglia Queen, dopo l'arresto di Roan, fortunatamente non si è mostrata più interessata alla cosa ed è sparita nel nulla. Ancora non sono cominciati i lavori di costruzione dell'immobile, ed alcune delle persone che incontro mi stanno già chiedendo dei letti, le barelle e delle attrezzature mediche necessarie per quando sarà attiva. Fortunatamente tra i benefattori ci sono alcune aziende che producono queste cose e, al posto che staccare un assegno con tanti zeri, hanno pensato di donare le forniture dei loro prodotti. Si sta avvicinando l'orario del pranzo, siamo solo a metà giornata ed ho la testa che mi esplode. Non mi ero mai davvero resa conto di quanto potesse essere snervante il lavoro che svolge la mamma. Ho a malapena il tempo di bere un bicchier d'acqua e prendere un respiro di aria fresca dalla finestra, prima che qualcuno bussi nuovamente alla mia porta.
<< Avanti. >> Dico dopo aver fatto un sospiro esausto.
La porta si apre e una ragazza su per giù della mia età scivola all'interno dell'ufficio. Indossa un elegante tailleur gessato, ha i capelli chiari tirati indietro, raccolti in un'ordinata treccia, gli occhi di una tonalità calda di nocciola ed uno sguardo sicuro.
<< Dottoressa Griffin? >> Chiede con il visibile dubbio in viso come tutti gli altri investitori che ho incontrato, sicuramente non si aspettava di vedere me.
<< Sì. >> Confermo annuendo.
<< Mi scusi... mi aspettavo una persona... >> Dice in modo titubante, quasi valutasse attentamente le parole da dire per non risultare offensiva o inopportuna.
<< Differente? >> Concludo la sua frase andandole in soccorso con una domanda.
<< Già... >> Mi conferma con un sorriso incerto.
<< Sì, certo, scusi, in realtà io sono la Dottoressa Clarke Griffin. >> Mi presento facendole cenno di accomodarsi. << Il primario, Abigail Griffin, è mia madre e purtroppo è fuori città per un convegno. Mi ha chiesto di sostituirla, quindi temo si dovrà accontentare di me. >> Spiego in modo cordiale, abbozzandole addirittura un piccolo sorriso, cercando di non risultare sgradevole.
<< Capisco... >> Dice porgendomi la mano. << Io sono Niylah Harm, rappresento la Harm Construction. >> Si presenta in modo educato professionale.
Sentendo quel nome sussulto e temo di essermi fatta notare. Ma ora ovviamente ho il dubbio insinuato nella mia testa, e se fosse quella Niylah? Oddio, sarebbe una coincidenza davvero incredibile. Quante possibilità possono esserci? Però in effetti, non è che il suo sia un nome così usuale... credo di essermi persa nei miei pensieri e la voce della ragazza mi riporta alla realtà. Solo in quel momento mi accorgo che abbiamo ancora le mani strette assieme e lei mi sta fissando insistentemente. Imbarazzata lascio immediatamente la presa e mi accomodo alla scrivania.
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You are my weakness
Fanfiction[Clexa AU] Clarke Griffin è un medico di Washington DC appassionata di arte, che per una serie di coincidenze si incontra con una ragazza intrigante, Alexandra Woods. Lexa è una ragazza molto chiusa e testarda ma per qualche motivo i continui incont...