Bad news

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Io e Lily eravamo andate a fare un pò di shopping per il bimbo in arrivo e avevo invitato anche Pen, nella speranza che tra loro fosse tornato tutto come prima.
«Eccolo!» esclamai, vedendo Spencer in lontananza. Io e Pasley dimenammo le braccia in aria per farci vedere.
«Ecco la mia troiona!» scherzò, abbracciandomi.
«Ah ah ah, simpatico!» risposi io.
«Quanti mesi che sei tro...incinta?» continuò lui. Io alzai gli occhi al cielo.
«Poco più di 2» dissi io.
«Ciao, Pen» sorrise Lily. Spencer ricambiò il sorriso e abbracciò anche lei. Lily era evidentemente sollevata.

Entrammo nel primo negozio.
«Allora, piccolo, i tuoi zietti ti stanno per comprare dei vestitini!» narrai io, al mio bambino. Gli "zietti" mi guardarono straniti.
«Parli con la pancia?» rise Pen.
«Che vuoi! Ho letto che fa bene all'apprendimento parlare al bimbo in pancia!» sbuffai io. Lily rise.
«Spero che tu non gli abbia fatto ascoltare Tiziano Ferro: non vorrei mai che prendesse una certa strada» mi sfottè lei. Io gli feci una linguaccia e poi tornai a guardare i completini appesi alle pareti.
Alla fine svaligiammo l'intero negozio: il mio bimbo avrebbe avuto un vestitino nuovo da indossare ogni ora.
«Sapete già come chiamarlo? Ovviamente sarei onorato se lo chiamaste Spencer» provò lui.
«No, in realtà non lo abbiamo ancora deciso» ammisi io. Mi arrivo un messaggio:
"Torna SUBITO a casa con Pasley e Spencer, siamo tutti qui"
Da: Papà.
Perché erano tutti riuniti? Cosa stava accadendo? Informai gli altri della richiesta di mio padre e tornammo immediatamente a casa mia.
C'erano davvero tutti:
Mamma, papà, Ginger, Caleb, Tyler, Dave, Billiam, Juls e ora pure Pasley, Spencer ed io.
«Cosa è successo?» chiesi, all'armata. Mio padre mi venne incontro, preoccupato.
«È scappata» disse, e capii subito a chi si riferiva.
La madre di Caleb era evasa dalla prigione vampira.
Ero sconvolta: credevo che si fosse finalmente risolto tutto!
«Ma come è possibile?? La abbiamo incenerita...» ricordai io, confusa.
«Non sappiamo come abbia fatto, ma c'è riuscita» intervenne Caleb, anche lui turbato.
«Dobbiamo ritrovarla subito!» esclamò Lily.
«Sì, ma...non possiamo correre di nuovo il rischio che ritorni. Sai cosa voglio dire, vero, Caleb?» chiese mio padre, addolorato. Caleb annuì.
«Non mi importa, ormai quella non è più mia madre» disse Cal, scuotendo la testa. Andai vicino a lui e lo abbracciai, in segno d'appoggio.
«Davvero, fate quello che va fatto, non mi importa più» ripetè Caleb, deciso.
«Ora hai noi» sorrisi io, accarezzandomi la pancia. Sorrise pure lui e baciò il mio pancione.
«Allora, sappiamo per certo che lei, nel mondo vampiro, non può e non vuole stare, quindi, Caleb e Acacia, andrete lì. È importante la vostra incolumità» iniziò mio padre. Io e Caleb annuimmo.
«Ovviamente anche l'incolumità degli altri è fondamentale: Pasley, Spencer, Ginger e Louise andrete in un luogo altamente sicuro e impenetrabile, insieme ai miei uomini. Voi altri mi dovrete aiutare» aggiunse.
«Voglio aiutarvi anch'io» si offrì Caleb. Mio padre rifiutò:
«Non puoi venire con noi, non ti farebbe bene, e poi devi rimanere con Acacia».
Ci salutammo tutti e non potei non notare gli sguardi tristi e tormentati tra Tyler e Lily.
Degli uomini portarono al sicuro metà di noi, mentre i ragazzi della gang e mio padre, ci scortarono nel mondo vampiro.
«Fai attenzione» pregai mio padre.
«Tranquilla. Caleb, conto su di te: non perdere di vista Acacia, neanche per un secondo» si assicurò mio padre.
«Stia tranquillo» rispose Caleb, deciso.
Ora ero nuovamente separata dalla mia famiglia e dai miei amici.
Ero felice che Cal sarebbe rimasto con me, ma mortalmente preoccupata per la fuga di quella strega.
Speravo vivamente che la catturassero e, per quanto mi dispiaccia per Caleb, che la uccidessero.
Ero stanca di essere confinata, di essere costretta a condurre una vita che mi stava stretta.
Volevo solo vivere in modo normale, essere normale, ma non lo ero.
Forse era meglio così, o forse no.
Infondo nessuno sà che cosa è normale, è una cosa soggettiva, e ormai questa era la mia realtà, stava solo a me, a noi, renderla migliore.

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