PERFAVORE, LEGGETE E COMMENTATE IL CAPITOLO PRECEDENTE, INTITOLATO "IL VOSTRO PARERE", È IMPORTANTISSIMO!
Dopo colazione, i miei genitori, mi presentarono i loro amici: Pasley, la sua migliore amica, il suo ragazzo Tyler e Spencer.
Io non avevo molti amici, anzi, nessuno. All'orfanotrofio c'erano solo bambini che mi prendevano in giro per il colore dei miei capelli o perché portavo gli occhiali; per loro ogni motivo era buono per tormentarmi. A volte si limitavano a buttarmi addosso parole pesanti, altre volte mi gettavano pure i loro pugni pesanti.
Non lo ho mai detto a nessuno perché non ce n'era bisogno, e poi io non avevo qualcuno a cui importasse. Ora che ne sono uscito, spero che quei bulli non si accaniscano contro altri bambini. La voce di mio papà mi riportò al presente.
«Lo vuoi un gelato?» mi chiese, sorridente. Io annuii, afferrando la mano che mi tendeva.
Lui non è mai stato molto affettuoso, ma era il suo carattere, in realtà era molto dolce, anche se la mia mamma era la più tenera di tutte.
Mi prese un cono al pistacchio e cioccolato, che mi sbrigai a finire.
Andammo al piccolo parco giochi vicino alle panchine dove erano gli altri e mi incamminai su uno dei giochi. Passai il ponte e poi mi abbassai, pronto a scendere tramite lo scivolo, mentre il mio papà era infondo, che mi aspettava, inginocchiato. Mi diedi una leggera spinta e scivolai nel tubo, venendo afferrato da lui, che mi sollevò in aria con leggerezza. Risi per le boccacce che mi mostrava e poi risalii su quella struttura, compiendo le stesse azioni.
Quando arrivai l'ennesima volta allo scivolo, vidi una bambina con un vestitino viola, gli occhi grigi e i capelli biondicci in procinto di scendere. Mi avvicinai a lei e lei mi mostrò un bel sorriso, facendomi passare avanti.
«No, vai pure tu» le dissi, ma lei scosse la testa.
«Meglio di no, ho un po' di paura...credo che resterò qui» ammise lei.
«Se vuoi scendiamo insieme» le proposi. Lei accettò e stese le sue gambe accanto alle mie, stringendomi forte la vita.
«Pronta?» le chiesi. Lei mugugnò in segno affermativo, tenendo gli occhi chiusi. Mi diedi una spinta e scesi, trascinandomela dietro. Arrivati in fondo vidi mio padre guardarci con gli altri, seduti su una panchina questa volta più vicina.
Mi alzai da terra, dando una mano alla bambina.
«È stato bellissimo! Lo rifacciamo??» urlò lei, eccitata. Io risi e la rincorsi fino allo scivolo, dove scendemmo ancora insieme.«Chi era la bambina con cui giocavi?» mi chiese la mamma, mentre tornavamo a casa.
«Si chiama Rose» risposi, leggermente imbarazzato e triste: non sapevo se la avrei rivista!
Non potevo immaginare che da allora saremmo diventati grandi amici e che avremmo frequentato sempre la stessa scuola.
«Sono riuscita a parlare con sua madre» mi informò. Io la guardai speranzoso.
«Sai, visto che hai solo 7 anni dovresti andare alle elementari e lei insegna nella scuola di Rose, quindi, se ti fa piacere, potresti andare a scuola con lei» continuò lei. Dopo aver gridato un forte "sì", la abbracciai.
«E tu non ci vai a scuola?» le chiesi, curioso.
«In teoria sì, ma ormai ho perso l'anno, con tutti i casini che sono successi. Non preoccuparti, Caleb ha un ottimo lavoro nel mon...ha un ottimo lavoro e poi ci sono i miei genitori che lavorano entrambi, anche se Caleb ed io prenderemo una nuova casa per stare solo noi tre» mi spiegò lei. Io annuii, anche se ogni tanto era strana.
Non ci feci molto caso: sarei andato nella stessa classe di Rose! Ero troppo felice di avere un'amica. E poi lei era stupenda: quei lunghi capelli dalla tonalità castana che poi sulle punte diventavano bionde, e i suoi occhi grigi con alcuni rami di un azzurro ghiaccio, come gli alberi in inverno. Poteva anche piacermi...
Ma infondo che ne sà un bambino dell'amore?
STAI LEGGENDO
Bad Blood
VampirE se la tentazione si rivelasse quasi letale? Cosa accadrà ad una ragazza come tante che è stata trasformata in vampiro con in realtà lo scopo di ucciderla?