In the forest

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Corsi per ore e ore, stupendomi della velocità che potevo raggiungere e della forza con cui, a volte, spezzavo i tronchi degli alberi. Ma la cosa più sorprendente era che io non mi facevo assolutamente nulla. Mi sedetti in riva ad un lago e mi tolsi le scarpe, immergendo i piedi nell'acqua. Non mi importava il dolore fisico che sentivo, non era nulla in confronto al dolore che mi opprimeva il cuore. Perchè lo aveva fatto? Perchè all'inizio mi voleva uccidere? Cosa avrei fatto ora? E se facessi del male a qualcuno? Io non so quasi nulla sui vampiri. Forse dovevo ascoltare ciò che aveva da dirmi, sembrava sincero nelle scuse. No, era tutta colpa sua e io lo odiavo! Aveva condannato la mia vita, per sempre. Sarei rimasta per sempre la stessa, mentre i miei amici e i miei cari sarebbero cambiati, cresciuti, avrebbero fatto tutte le cose che io, da vampiro, non avrei più potuto fare e poi sarebbero morti. Mi avrebbero lasciata sola, nella mia eterna punizione. Ma non dovevo pensare in negativo: sarei rimasta con loro per sempre, nonostante ora io sia diversa e avremmo continuato a fare le stesse cose di prima. Ora dovevo solo preoccuparmi di Caleb e di trovarmi qualcosa da mangiare, anche se la sola idea del cibo mi disgustava. Oh no, dovevo procurarmi del sangue.
Per fortuna o sfortuna, a seconda dei punti di vista, una piccola creaturina pelosa, mi si avvicinò ingenuamente. Era così carina...e poi io avevo sempre amato gli animali, non potevo farlo. Purtroppo, il mio nuovo istinto animale, afferrò la creaturina e la squartò coi canini, succhiando il sangue.
Un senso di estasi, di piacere, mi avvolse: mi sentivo come se non mangiassi da mesi, e poi il sangue era così buono e caldo, come facevo a stare senza?
Il mio cellulare vibrò: era un messaggio da Lily, insieme ad altri che, probabilmente, mi erano arrivati quando ero incosciente.
“Hey, dolcezza! Io e Pen ti stiamo aspettando nel parcheggio per tornare a casa, sono già le 2! Dove sei?” da Lily.
“Cicci, ti cercava Nate! Ah, sto andando al parcheggio da Lily per tornare a casa, ci vediamo lì” da Pen.
“Sono arrivato, dove sei?” da Nate.
Sospirai e mi rimisi le scarpe. Mentre stavo ripercorrendo i miei passi, sentii dei passi rapidi e poi un soffio. Non feci in tempo a girarmi che una donna vampiro mi si scaraventò addosso. La riconobbi dopo poco: era la preside! Non era possibile...
Aveva un paletto in mano e tentò di conficcarmelo nel petto, ma io la bloccai e tentai di strapparglielo di mano. Non ci riuscii e, mentre riprovava a colpirmi, rotolai a destra, schivando il colpo. Il paletto si conficcò nel terreno, ma non ci mise molto ad estrarlo e a ripuntarmelo contro: per me era finita.

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