Mi preparai a casa di Lily, la quale, indossò un vestitino rosso senza spalline. Io, invece, mi misi il mio vestito azzurro elettrico e ci abbinai dei tacchi argentati, così come l'ombretto che mi ero messa. Quando fummo pronte, Spencer ci venne a prendere, per andare tutti insieme alla festa.
«Siete stupende» ci disse, con particolare riferimento a Lily. Gli diedimo un bacio in guancia e salimmo in macchina.
Appena arrivati, mi venne incontro Luke, davvero carino.
«Hey, Acacia. Sei splendida!» mi elogiò lui.
«Grazie, pure tu» forzai un sorriso.
Non mi andava proprio di passare la serata con lui, chiariamoci: lui era fantastico, ero io il problema.
Mi offrì da bere, ma rifiutai, essendo un vampiro. Per tutta la serata non facemmo altro che ballare un pò e parlare, finché non mi tornò la nausea. Corsi in bagno e vomitai nel lavandino, dove Luke mi soccorse.
«Tutto okay? Che strano, eppure non hai bevuto alcolici, stasera» notò lui.
Merda, non doveva sospettare nulla!
Se avesse saputo che ero incinta mi avrebbe abbandonata, o peggio ancora, mi avrebbe dato della puttana.
«Ho mangiato troppa roba oggi pomeriggio, non ti preoccupare, ma preferirei tornare a casa. Mi dispiace» risposi io, fuggitiva.
«Nessun problema, ti accompagno» si offrì lui. Acconsentii e mi condusse alla sua macchina.
Arrivata a casa, lo ringraziai e mi scusai ancora, promettendogli che mi sarei fatta sentire.
Entrai in casa e mi accasciai a terra: i miei genitori non erano in casa.
Avevo una nausea incontrollabile e un mal di pancia assurdo; mi sembrava di morire. La testa mi girava e avevo la vista sfuocata.
«Caleb...dove sei?» sussurrai, prima di crollare.
Non mi risvegliai sul pavimento sul quale ero crollata, bensì su un divanetto rosso, molto familiare.
No, non poteva essere.
Della leggera musica riempiva la roulotte di Caleb, mentre di lui nessuna traccia. Mi alzai dal divano, spostando la coperta che Caleb mi aveva messo e uscii fuori a prendere un pò d'aria.
«Acacia» sentii. Mi vennero i brividi al suono di quella voce. Mi lasciai cullare dal mio nome pronunciato tra le sue labbra, poi mi girai nella direzione da cui proveniva la voce.
Eccolo, in tutta la sua magnificenza, all'entrata della roulotte.
«Caleb...» sussurrai.
«Sono stato un'idiota a lasciarti, non ero io in quel momento» disse.
Ecco, proprio le parole che non volevo sentire.
«Caleb, fatto sta che lo hai fatto! Io non so se ti posso perdonare, non la posso prendere così alla leggera: mi hai abbandonata senza una ragione, e hai abbandonato anche TUO figlio» gli ricordai io, mentre le guance iniziavano a pizzicarmi per le lacrime amare che stavo versando.
«Lo so, Acacia. Non pretendevo che mi perdonassi» rispose lui, addolorato.
«Non potrò farlo finché non ti aprirai con me, finché non la smetterai di fare l'invulnerabile: sò che stai soffrendo, ma non so che ti passa per la testa, se non me ne rendi partecipe» gli spiegai io. Lui sospirò.
«È che avevo paura. Non sono stato in grado di prendermi cura di me stesso quando mia madre mi costrinse a farlo e non pensavo che sarei riuscito a prendermi cura di una creaturina tanto speciale e credevo che fosse meglio separarmi da voi ora, invece che fallire sotto i vostri occhi» ammise lui, con voce roca.
«Di me sei riuscito a prenderti cura e sei l'unico che lo abbia mai fatto così bene. Non fallirai, te lo prometto. Io resterò con te nonostante tutto, anche se ancora non digerisco il fatto che tu mi abbia abbandonata, invece di parlarmene»
«Lo so, ma sono sempre stato più bravo a scappare dai problemi, invece che affrontarli. Non c'è giustificazione valida per questo, ti capisco. Non dovevo farlo, ma lo ho fatto comunque. Sono stato un codardo, lo so, ma credevo che sarebbe stato per il tuo bene»
«Non potrò mai stare bene se non ci sarai tu»
«Se solo tu mi perdonassi, io ti prometterei di non abbandonarti più. Ora ho capito che le cose si risolvono meglio parlando, nonostante io odi mostrarmi debole, soprattutto davanti a te»
«Non ho mai pensato che tu fossi debole: ci vuole un coraggio immenso ad ammettere i propri errori e a rimediare, e tu hai sempre dimostrato di possedere un coraggio enorme»
«Mi perdonerai mai?»
«Lo sto già facendo»
Sorrisi, contagiando anche lui, che mi baciò teneramente.
«Non perderò più neanche un frammento del tempo che ho da passare con te e nostro figlio, mai più. Mi chiedo solo se i tuoi genitori perdoneranno il mio gesto» mi chiese, mortificato.
«In verità a loro non ho mai detto che te ne eri andato, non sanno nulla» lo tranquillizzai io.
Ai miei non avevo detto nulla, perché vivevo ancora nella speranza che Caleb tornasse, e ora lo ha fatto.
Non me lo farò più scappare per nulla al mondo.
Mai più.
Mi diede un altro bacio.
«Dio, come sei magra! Ti porto qualcosa da mangiare; non fa bene nè a te, nè al bambino, rimanere denutriti» mi rimproverò lui, facendo per rientrare nella roulotte. Io risi.
«Mi sei mancato» gli dissi.
«Non ti mancherò più, perché d'ora in poi sarò sempre con te, è una promessa» mi sorrise lui, entrando.
Caleb, ti amo.

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Bad Blood
VampireE se la tentazione si rivelasse quasi letale? Cosa accadrà ad una ragazza come tante che è stata trasformata in vampiro con in realtà lo scopo di ucciderla?