«La posso aiutare?» mi chiese un dottore, mentre vagavo nell'ospedale.
«Ahem, io cercavo Spencer…»
«Force. Mi segua» mi precedette lui. Mi sorrise in modo inquetante e mi condusse in una stanza, la 374. Quel dottore non mi piaceva affatto: mi metteva addosso un'ansia mai provata.
D'un tratto mi venne in mente una mia conversazione con Caleb:«Non dire a tua mamma e tua sorella ciò che è successo: rischieresti di turbarli» mi raccomandò Cal. Annuii, anche se era mio dovere dirglielo: ora anche loro erano in pericolo. Caleb aveva ragione, però.
«Tranquillo» lo rassicurai io, anche se volevo raccontarlo almeno a mia madre.
«No, Acacia» disse lui, d'un tratto. Che mi avesse...?
«Sì, ti ho letta nel pensiero, tutti i vampiri hanno dei poteri speciali: il mio è questo, ad esempio, mia madre, può cambiare aspetto, quindi stai attenta agli estranei» mi rivelò Cal.Attenta agli estranei.
Agli estranei.
Gli estranei.«Ecco la stanza che cercava» indicò "l'uomo". Io caddi dalle nuvole e cercai di non mostrare la mia insicurezza.
«Grazie mille» risposi, forzando un sorriso. Entrai alla svelta nella stanza e richiusi subito la porta alle mie spalle.
Spencer era sdraiato su un lettino ed aveva vari macchinari collegati al suo corpo, avvolto da innumerevoli fasciature e cerotti. Il battito regolare del suo cuore mi veniva comunicato tramite i bip di una delle macchine a cui era collegato. Mi avvicinai di soppiatto a lui e gli accarezzai i capelli spettinati. Al mio tocco lo vidi schiudere di un poco gli occhi, tanto da permettergli di capire chi fossi.
«Hey» mi bisbigliò, ancora intontito.
«Hey» gli sorrisi io. Il silenzio calò, mentre Spencer fissava il soffitto. Mi faceva male vederlo così privo di vita, con lo sguardo spento.
Il mio stomaco non trovò momento migliore per brontolare. Spencer rise.
«Ho avanzato del riso, lo vuoi?» mi chiese, indicando un piatto bianco, pieno di quei chicchi di pasta che, una volta, mi facevano impazzire.
«Io non...mangio riso» gli ricordai. Lui annuì, portando il suo sguardo altrove. La malinconia aleggiava nei suoi occhi marroni chiari, quasi gialli.
«Io...non so da dove iniziare» rivelai. Vedendo che non rispondeva mi decisi a continuare.
«Mi sento davvero in colpa per l'accaduto...non ti sarebbe accaduto nulla se non fosse stato per me...io...» delle lacrime interruppero il mio discorso.
«Mi dispiace» riuscii a dire, prima di perdermi tra i singhiozzi. Spencer mi guardò sorridendo: aveva quel tipo di sorriso che era capace di far cessare le guerre che combattevi dentro.
«Non è colpa tua...né se sei quello che sei, né se sono stato aggredito» disse, sincero.
«E poi preferivo che facesse del male a me che a te» ammiccò lui. Io risi e lui mi abbracciò.
«Grazie, grazie davvero. Sappi che mi sei mancato un sacco» mugugnai, schiacciata contro il suo petto.
«Anche tu, ciccia, ma stai lontana dal mio collo!» rise lui, contagiando anche me.
«Ora vado che ho fame» comunicai.
Uscii alla svelta dall'ospedale, senza incrociare il dottore di prima, e mi diressi nel bosco per la mia solita routine.
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Bad Blood
WampiryE se la tentazione si rivelasse quasi letale? Cosa accadrà ad una ragazza come tante che è stata trasformata in vampiro con in realtà lo scopo di ucciderla?