Welcome in vampire's club, Acacia!

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Acacia svenne subito dopo il morso e la    sua pelle si affrettò a mutare colore: ora  era sul grigio e le vene erano messe in  evidenza.
Era fredda, sarebbe morta, se Caleb non le avesse succhiato via il veleno.
Il piano non era questo: doveva lasciarla morire, ma qualcosa dentro di lui lo avevo fatto pentire.
Che si fosse innamorato?
I vampiri non sanno amare, o almeno così dicono.
Lui sapeva che Acacia lo avrebbe odiato: la aveva trasformata in un vampiro, ma non aveva altra scelta, non l'avrebbe mai lasciata morire.
Ma Acacia non avrebbe mai potuto sapere dei suoi buoni propositi, non lo avrebbe mai ascoltato, non gli avrebbe mai creduto.
Ma ora lui aveva un problema più importante da affrontare: sua madre.
Anche sua madre era un vampiro, e gli aveva ordinato di eliminare Acacia.
Ora che lui aveva rovinato il piano prestabilito, sarebbe stato in pericolo, così come Acacia e le persone a cui lei teneva.
Aveva combinato un bel casino a disubbidire agli ordini della madre, aveva combinato un bel casino ad innamorarsi.

Mi risvegliai sul divanetto di Caleb con un formicolio su tutto il corpo, un dolore forte al collo, le gengive pulsanti e gli occhi un pò pizzicanti. Mi sentivo molto strana. Mi alzai dal divanetto e vidi che Caleb camminava avanti e indietro per tutta la stanza, con le mani tra i capelli.
«Cazzo, cazzo, cazzo!» continuava a ripetere.
Tentai di alzarmi e barcollai fino al bagno, infondo alla roulotte. Mi sciaquai la faccia con un pò d'acqua, ma la pelle mi bruciava un pò a contatto con essa. Mi guardai allo specchio: ero pallida, molto pallida, anche più di Caleb, e i miei occhi avevano qualcosa di strano, erano più chiari, tendenti al rosso. Cosa mi era successo? Mi avevano drogata? Mi spaventai e iniziai ad andare nel panico. Mi posai una mano sul cuore, ma non lo sentii battere. Piangevo e le mie stesse lacrime mi ferivano. Ero spaventata a morte: era un incubo, doveva esserlo! Mi cadde un occhio sul collo: avevo due buchi. Allora mi venne in mente tutto e capii cosa era successo: mi aveva trasformata in un vampiro! Iniziai ad infuriarmi e tirai un pugno contro al lavandino d'acciaio, curvandolo. Mi misi le mani davanti alla bocca, sconvolta.
«Cosa è successo!?» accorse Caleb, preoccupato.
«TU!» grugnii io, saltandogli addosso. Lo atterrai e mi misi a cavalcioni su di lui, afferrandolo per la camicia. Per la rabbia mi spuntarono i canini e i miei occhi, probabilmente, si fecero più grandi e più rossi.
Odio: l'unica cosa che provavo nei suoi confronti, in quel momento.
«Acacia, lascia che ti spieghi: lo ho dovuto fare, altrimenti saresti morta!» tentò di giustificarsi lui.
«Ah, quindi dovevo pure morire?? Ma ovviamente tu hai optato per torturarmi per l'eternità, vero?» gridai io, acida.
«Non c'entro io! Io ti ho salvata, ma mia...» lo interruppi, sbattendolo a terra.
Con i canini ancora in vista, gli occhi color sangue e la rabbia che mi scorreva per le vene, lasciai la roulotte e camminai in direzione del bosco.

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