Qualcosa di speciale.

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Salii in fretta le scale, seguita da Jo. Come al solito, Seth ci aspettava appoggiato allo stipite della porta. Gli sorrisi.

- Ehi! - lo salutai.

- Ehi! - rispose, ricambiando il sorriso.

- Ciao. - si intromise Jo. - Avanti, che dopo voglio andare dalla mia ragazza. -

Il sorriso di Seth si allargò.

- Ehilà Jonny! - esclamò. Poi, sghignazzando:

- Lei come sta? -

- Bene. - rispose, dandogli una spallata nel passargli accanto per entrare. - Muoviti, Bay! - esclamò, senza fermarsi.

Seth mi osservò, sorridendo.

- Avanti, Bay. - mormorò con la sua voce tranquilla. Fece un cenno con la testa verso l'interno, ma aspettò che fossi passata dallo stretto spazio tra la porta e lui per spostarsi di lì.

- Come va? - chiese da dietro di me, mentre percorrevamo il corridoio.

- Bene. - risposi. - Jo deve ancora imparare la sua strofa, ma per il resto siamo a posto. -

- Parlavo di te. - chiarì mentre entravamo nella sua stanza.

Mi girai verso di lui.

- Oh. Bene. -

Lui alzò gli occhi al cielo, sorridendo.

- Bene. - rispose, per prendermi in giro.

Scossi la testa.

- Ragazzi! Ho detto che voglio sbrigarmi in fretta e voi state lì a ridacchiare? - ci interruppe Jo. Era spaparanzato sul letto di Seth, e stava giocchicchiando con Becky.

- Ragazzi! Ho detto che voglio andare a scopare e voi state lì a ridacchiare? - lo scimmiottai.

Seth rise e strappò Becky alla presa di Jo.

- Allora, qual'è il problema? - chiese.

- Need you now. Ma devi appena strimpellare, o Jo non si sente. - risposi.

- Ah. - mormorò.

Posò Becky accanto a Jo, e andò a rafanare nell'armadio.

- Cosa fai? - chiesi, avvicinandomi circospetta. A quel punto lui ne emerse con una chitarra classica. Aveva il solito color legno, niente di speciale, ma dal modo in cui Seth la teneva  in mano sembrava molto...importante.

Mi sedetti accanto ai piedi di Jo, e Seth si accomodò accanto a me, tanto vicino che le nostre cosce si trovavano completamente a contatto.

Lui strimpellò qualche nota, sospirando, poi si girò leggermente verso di me.

- Ti va di...provare? - chiese, guardandomi. Improvvisamente, mi rivolse uno sguardo molto intenso. In qualche modo, capii che quel gesto era una specie di...onore. Qalcosa di speciale.

Annuii, semplicemente, e lui me la posò sulle gambe.

Scese dal letto e si accucciò davanti a me.

Jo sbuffò e si alzò.

- Se questo è l'andi, scusate ma io...vado. -

- Ciao, Jonny. - mormorò Seth, fissando la chitarra.

Lui alzò gli occhi al cielo, mormorando qualcosa di simile a "sindrome del chitarrista mistico".

Poi mi salutò con un cenno del capo e uscì. Solo quando sentii sbattere la porta d'ingresso, mi resi conto che eravamo soli...io e Seth.

E che eravamo vicini.

Davvero molto vicini.

Se mi fossi sporta poco più avanti, avrei potuto baciargli la fronte.

Il solo pensiero mi provocò un brivido freddo lungo la schiena.

- Posso? - mormorò, prendendomi la mano.

Annuii, e lui mi posò la mano sulle corde.

- Ti insegno qualche accordo di base, okay? -

Annuii di nuovo.

Lui alzò lo sguardò, incontrando il mio. Accennò un mezzo sorriso, illuminando gli occhi blu.

Mi chiesi se potesse sentire il battito impazzito del mio cuore.

Sperai caldamente di no, qualunque cosa significasse.

- Sai. - disse, con quel tono di voce così tranquillo. Cioè, era qualcosa più che tranquillo, era...come se fosse esattamente dove voleva essere. Non saprei come spiegarlo meglio.

- Sai, devo dirti una cosa. In realtà avrei dovuto dirlo anche a Jonny, ma...preferivo dirlo prima a te. -

- Cosa? - chiesi.

Lui mi prese l'altra mano, lasciandomela passare sulle corde. Poi la immobilizzo di nuovo, e incominciò a disegnare invisibili cerchi concentrici sulle nocche.

Probabilmente non lo stava neanche facendo apposta, ma mi faceva sentire bene. Faceva sentire bene entrambi.

- Io...sono riuscito ad ottenere un posto. Per suonare...in un locale. -

- Davvero? - chiesi, incredula.

Mi lasciò la mano.

- Si. -

- Ma...non abbiamo neanche un chitarrista. E sappiamo cantare una canzone sola... -

- Andrà bene. - mi rassicurò, abbassando la testa. Sentii il sorriso nella sua voce. - Andrà bene. -

- Sei incredibile! - esclamai.

E, senza pensarci, lo abbracciai.

Anche se tra di noi c'era la chitarra, fu un abbraccio intimo.

Potevo sentire il suo respiro tra i capelli, ed ero felice.

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