Colpa.

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- Bay! - urla Johanna nel mio orecchio.

Quasi mi cade il cellullare dalle mani. Maddie mi osserva, curiosa.

- Hana? Come hai fatto ad avere il mio numero? - dico.

- Ho corrotto i tuoi genitori. - risponde lei tranquilla.

- Bè, cosa vuoi? -

- È da un anno che non ci vediamo e l'unica cosa che sei capace di dire è "cosa vuoi"? -

- Non tirarla per lunghe, Hana. -

Sto quasi ringhiando.

- Volevo solo sapere...come stai. - dice, a disagio.

Una risata amare mi esce dalla bocca.

Mi alzo dal tavolo in cui sono seduta, a mensa, insieme a Maddie. Esco dalla sala, e mi rifugio nel corridoio vuoto.

- Adesso?!?! - chiedo, acida. - Adesso vuoi saperlo?!?! Chi cazzo ti credi di essere?!?! Non me ne frega un cazzo di quello che vuoi, hai capito? -

Sto urlando, ma non mi interessa.

- Bay... - dice lei, debolmente.

- Hana. - rispondo, ferma. - Non hai il diritto di chiedermi niente. -

- Bay, so che sei arrabbiata... -

- Arrabbiata è riduttivo. - la interrompo.

- Ma... - continua. - Ho parlato con Seth, e poi si sta avvicinando... -

La interrompo di nuovo.

- Hai parlato con Seth? -

- Sì. - dice lei.

- Certo, voi due siete fatti della stessa pasta. -

- Oh, ma piantala! - sbotta. - Senti, so che ti abbiamo lasciata sola, ma c'era un motivo, e ti abbiamo controllata. Ed ora si sta avvicinando il giorno... - esita. - in cui è morto Jo. -

Rimango in silenzio.

- Che stronza. - dico, poi - Non chiamarmi più. -

E le chiudo la chiamata in faccia.

Ma...bé, non m'importa. Non m'importa dei suoi sentimenti, non m'importa delle sue intenzioni.

Come ha fatto lei con me.

Appoggio la fronte sull'anta di un armadietto.

Hana e Seth.

Seth e Hana.

Le due persone che odio più al mondo.

Cazzo.

Proprio mentre lo sto pensando, Seth mi si appoggia accanto.

Non lo guardo, e lui non dice niente per un po'.

Poi azzarda un:

- B? -

- Mi ha chiamato Hana. - lo interrompo, alzando la testa.

- Ah, davvero? - sembra sinceramente stupito.

- Sì. Forse sarebbe meglio se andassi a consolarla, non sia mai che un dolore del genere possa offuscare la sua straordinaria bellezza. -

- Smettila. - sbotta.

Oh, adesso la difende.

- Hana ci sta provando...ci ha almeno provato. -

- Provato a fare cosa? - rispondo.

Mi sto arrabbiando di nuovo.

Stupendo.

- A parlarti. - mormora, senza guardarmi.
A parlarmi.

- E quanto ci vuole? - sbuffo. - Vi sentite in imbarazzo perchè mio fratello è... - deglutisco. - morto? È così, è morto. -

- Anche. - ammette.

Poi fa qualcosa di assolutamente inaspettato. Si avvicina, e mi accarezza la guancia, prima con la punta delle dita, poi con l'intero palmo.

Bevo il contatto con la sua pelle, la sua vicinanza. Perchè, per quanto coscentemente io sia arrabbiata con lui, ne ho ancora bisogno.

Mi posa una mano sulla schiena. È qualcosa che assomiglia davvero tanto ad un abbraccio.

- C'è un motivo, Seth? - sussurro, ricordando le parole di Hana.

Lui capisce subito di cosa sto parlando.

- Sì. -

- Cosa? -

Mi bacia la testa.

- Credimi, non vuoi saperlo. -

- Si. - insisto. - Lo voglio sapere. -

- Non posso. -

E allora, semplicemente, gli circondo la vita con le braccia, e poso la testa sul suo petto.

Si irridigisce.

- Bay... - è quasi un lamento, una supplica.

- Ti prego, Seth. Devi solo dirmelo, e poi andrà tutto bene. Te lo prometto. -

Sto piangendo, credo.

- Non posso. - ripete.

Si stacca da me, e fa un passo indietro.

- Mi dispiace, Bay. È...tutta colpa mia. -

Poi si volta, e se ne va.
Tutta colpa mia.

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