Lontano.

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Busso alla porta, e lei alza la testa di scatto.

- Seth! - esclama Bay, sorpresa.

La guardo per un secondo: le labbra socchiuse, i capelli sopra un occhio, il collo snello che esce dalla scollatura della felpa larga, la guance sbiancate, le pupille appena dilatate.

È stupita, ma non sembra affatto arrabbiata.

Forse...addirittura...contenta di vedermi?

- Seth? - ripete, togliendosi il ciuffo di capelli dalla fronte.

- Ciao. - dico.

Lei sbatte le palpebre, perplessa.

- Ciao. - risponde, leggermente ironica. Alza un sopracciglio.

Sta aspettando che io parli, immagino.

- Volevo solo... -

Entro nella stanza, e mi chiudo la porta dietro.

Lei alza ancor di più il sopracciglio.

È strana la senzazione di conoscere una persona così bene, eppure esserele così lontano.

È strana, e dolorosa.

-...vederti. - concludo.

Lei emette una sorta di "oh", con le labbra a forma di cuore.

Da baciare.

- Ah sì? - mormora.

- Già. - rispondo, piano.

Rimaniamo in silenzio, e questa estraneità corre tra noi.

È come se ci dovessimo conoscere un'altra volta.

- Volevo sapere... - riprendo. - Hai visto...i fuochi, stanotte...? -

Lei si illumina tutta, ed è fantastica, bellissima.

- Erano stupendi! - esclama.
Erano per te.

- Erano tuoi, vero? Cioè, sei stato tu. - riprende.

Annuisco.

- Bè... - dice, e il suo volto si apre in un sorriso. - Grazie. -

Ricambio, senza pensarci.

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