Nel posto giusto.

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Il giorno della nostra prima esibizione il sole entrava ancora dalle ampie finestre del locale, scaldandomi debolmente il collo.

Per la prima volta, vidi la Bay che poi sarebbe diventata, la Bay della folla: al posto dei jeans, portava una gonna a balze deliziosamente corta a metá coscia, e, sotto, delle calze a rete nere. Sopra, indossava una canottiera nera, e una giacca di pelle dello stesso colore.

L'unica nota di colore erano i suoi capelli biondi, avvolti dalla luce.

Quando la vidi, fischiai.

Lei arrossì, strusciando gli scarponi uno contro l'altro.

- Stai benissimo. - le dissi.

Lei alzò gli occhi, il castano, accentuato dalla matita nera, quasi giallo.

Sorrise.

- Anche tu. -

- Tuo fratello? - chiesi.

Lei abbassò lo sguardo.

- Arriverà. - mi guardò negli occhi. - Sì, arriverà. -

Sentii il bisogno di rassicurarla.

- Certo che verrà. Non può perdersi il nostro debutto. -

Lei si appoggiò al muro, respirando piano.

- Va tutti bene? - le chiesi.

- Sì. - rispose.

Poi si guardò i piedi.

- No. - sbottò. - Non va tutto bene. Perchè deve sempre essere così...menefreghista? -

Mi guardò negli occhi, staccandosi dal muro. Prese a camminare avanti e indietro davanti a me.

- È importante per me. Ma lui...non lo capisce. O lo capisce, ma non gli interessa. Perchè lui ha la sua vita, con tutti i suoi amici e le sue ragazza, mentro io ho una mezza amica e non sono mai uscita con un ragazzo! -

Non era mai uscita con un ragazzo, davvero? Bè, adesso avrebbe avuto una schiera lunga un chilometro.

Si coprì il viso con le mani.

- Scusa. - mormorò. - È così imbarazzante. Sembro gelosa di mio fratello. -

- No. - la corressi, prendendole le mani e togliendogliele dal viso. - È molto dolce. E...so quanto ami tuo fratello. -

- È così, ma non dovrei. Dopo tutto quello che mi ha fatto...lui...è lunatico, bisbetico, e per la maggior parte del tempo sta fuori di casa, fregandosene di me. -

- Non si può scegliere chi amare. - le feci notare.

- Lo so. - rispose

Le lasciai le mani (le avevo tenute per tutto quel tempo?) e mi allontanai da lei.

A quel punto, lei gridò:

- Jo! -

E si lanciò contro la figura in controluce. Lo abbracciò, bisbigliando qualcosa, e lui le accarezzò la schiena.

Poi si separarono, incamminandosi verso di me.

- Ehi, Seth! - esclamò. Gli afferrai la mano.

- Ehilà, Jo. Te la sei presa comoda, eh? - ammiccai.

- Cosa vuoi farci? Sono fatto così. - rispose, ridendo.

Bay ci osservò con un mezzo sorriso, facendo balenare il suo sguardo nel mio per qualche secondo.

- Okay. Entriamo. - dissi, risoluto

Entrammo dal retro. Salutai il proprietario, e salii sul palco. Non era particolarmente grande, rotondo, appena sopraelevato dal resto del locale. Per un secondo, vidi il microfono, lì, indisturbato. Poi Bay ci si avvicinò, e...in qualche modo, tutti i pezzi andarono al loro posto.

Ero esattamente dove volevo essere, con la chitarra, le casse, e la sua voce che riempiva ogni anfratto di me stesso.

Nel posto giusto, al momento giusto.

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