Bellissimo.

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Fu bellissimo.

Facemmo il bagno, e Seth mi fece indossare il costume tenendomi un telo da mare intorno, e promettendo di non guardarmi.

Come se non avessi saputo che lo stava facendo, eccome.

Poi lui si spogliò, rimanendo in bermuda, e ci buttammo in acqua, continuando a schizzarci a vicenda per tutto il tempo.

Quando uscimmo, mi infilai solo la gonna e la maglietta sopra il costume bagnato e, a piedi nudi, camminai per il lungomatmare, trascinandomi dietro Seth.

Mentre camminavamo, finimmo in un locale dove c'era il karaoke, e lui mi obbligò a cantare.

Piacqui così tanto che i clienti chiesero il bis, ma io rifiutai cortesemente.

Ci sedemmo ad un tavolo, ordinando un enorme gelato in due.

Risi così tanto che mi vennero i crampi allo stomaco e mi si infilò una scheggia nel piede, ma fu bellissimo.

Dopo il gelato, Seth mi ricondusse in riva al mare, e ci buttammo in acqua.

Nuotai sotto la superficie, cercando di vedere qualcosa nella ormai completa oscurità.

Uscii, rabbrividendo.

- Fa freeeddo! - esclamai, correndo verso il telo da mare.

Seth mi raggiunse mentre lo stavo prendendo, tirandolo verso di sè.

Dopo un tira e molla in cui morii dalle risate, (continuando a battere i denti) io mi avvolsi da un lato e lui dall'altro, finendo spalla contro spalla.

- Sediamoci. - disse, trascinandomi giù con lui.

Rimanemmo un attimo in silenzio.

Poi io, senza pensarci, gli posai la testa sulla spalla.

Lui appoggiò il mento sui miei capelli, sospirando.

- Ehi. - disse. Sentii le sue parole vibrare attraverso di me.

- Ehilà. - risposi. - Come sto andando? Troppo strafottente? -

- Veramente troppo. - ridacchiò.

- Anche tu. -

Silenzio.

- Grazie. - ripresi. - Per questa serata. Sei stato davvero...fantastico. -

- Di niente. Sto solo soddisfacendo la mia voglia di averti accanto. -

- Non ne dubito. -

Poi calò di nuovo il silenzio.

Ma bè, non so come spiegarlo...quel silenzio non era carico di sottintesi, di quelli da agitarsi sulla sedia...nè che non avessimo niente da dire, in assuluto.

Ma era un silenzio tranquillo, in cui entrambi pensavamo a qualcosa, quasi oziosamente.

Era un silenzio in cui mi sentivo bene.

- Comunque anch'io dovrei ringraziarti. Per non essere scappata quando ti ho detto che mi piaci e tutto il resto. - disse.

- Di niente. Non è mica una cosa brutta piacere a una persona, sai. E poi te l'ho detto anch'io. Ora siamo pari. -

Mi baciò la testa, come a ribadire che gli piacevo, ancora.

Poi sospirò.

- Tu sei diversa, sai? - mi disse.

Non specificò da chi fossi diversa.
Da tutti?

- Intendi per la battutaccia della macchina? -

Rise, facendoci tremare entrambi.

- Anche. Me la sarei aspettata da un ragazzo, devo ammetterlo. -

- Per questo l'ho detta. -

- È un buon motivo. -

- Già. -

Silenzio. Osservai le stelle.

Il mare era così calmo che si riflettevano sull'acqua, sembrando il doppio di quelle che erano in realtà.

Il mare si confondeva con il cielo.
Oh, ecco.

I confini.

Ecco qual'era sempre stata la cosa strana del rapporto tra me e Seth.

I confini.

Dalla prima volta che ci eravamo visti, sembravamo conoscerci da un'eternità.

Il modo in cui ci muovevamo, attraendoci l'uno all'altro come calamite...la senzazione di tranquillità che provavo quando mi stava accanto...

Il nostro rapporto non aveva mai avuto confini netti.

- Credi... - mormorai, prima ancora di pensarci veramente. - che esista la reincarnazione? -

Ci pensò un po' su.

- Non lo so. Penso che potrebbero esistere altre vite, oltre la morte, ma visto che dalla morte non si torna...bè, lo scoprirò quando morirò. - rispose tranquillo.

Presi fiato.

Quello che stavo pensando...era ridicolo.

- Cosa c'è? - mi chiese.

Non risposi, ancora indecisa.

Lui si sciolse dalla strana posizione in cui eravamo e mi guardò negli occhi, afferrandomi le spalle.

- Bay? -

Avevo uno sguardo intenso, molto serio. Il blu cangiante dei suoi occhi era diventato nero pece, senza che me ne accorgessi.

- Io credo... -

Mi fermai, deglutii.

- Di averti...credo di averti amato in un'altra vita. -

Rabbrividii.

Lui inspirò ed espirò un paio di volte, continuando a stringermi le spalle.

Poi parlò.

- Io credo di amarti in questa. -

E mi baciò.

Il mio corpo reagì prima ancora della mia mente. Gli gettai le braccia al collo, accarezzandogli i capelli, mentre le sue mani scivolavano giù per la mia vita.

Le sue labbra erano così...morbide, calde, e...familiari.

Da qualche parte della mia gola uscì un gemito, e mi strinsi a lui.

Mi accorsi di volerlo dalla prima volta che l'avevo visto, lì, imbarazzato, appoggiato al muro.

Seth.

Per qualche motivo, mi sentii molto stupida.

L'aveva detto:
Questo perchè per me il nostro primo appuntamento è stato l'incontro davanti alla tua porta.

E Dio, era così anche per me.

Era così e non era così.

Ma, in qualche modo, capii che il calore in fondo alla pancia e il dolore lancinante al petto, la familiarità e il sollievo che provavo mentre mi baciava il collo, stringendo i suoi capelli corti, potevano significare una cosa soltanto.

Che lo amavo.

E sì, era qualcosa di bellissimo.

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