- Bay. - rispondo.
Il ragazzo sorride..
- Piacere. Tyler. -
Oooh, Tyler.Lo osservo, sospirando.
La verità?
Per quanto ci provi, non riesco a togliermi dalla testa l'impressione che tutto questo sia uno specie di strano sogno (un incubo, in realtà) fottutamente simile ad un film, di quelli in cui la ragazza si trasferisce in una nuova città, incontra un ragazzo oscuro e affascinante, si strugge come qualsiasi teen-ager che si rispetti e "vissero felici e contenti"... scopando un sacco.
Un esempio? Tyler. Il classico nome da storiella d'amorein cui io dovrei cadere con passione e totale abbandono.
Come no.
Bè, immagino che per me sia facile giudicare: il mio unico obbiettivo, quest'anno, è ottenere dei voti decenti, passare inosservata e passare inosservata. L'ho già detto passare inosservata?
Quando questo ragazzo mi ha avvicinato davanti alla porta della segreteria, poco fa, non ho potuto far altro che essere cortese, starlo ad ascoltare mentre mi chiedeva: ciao, ci conosciamo? ti ho vista da qualche altra parte? sei nella mia lezione di economia? come ti chiami?
Ho incominciato il semestre solo qualche giorno fa, ma ho già voglia di abbandonare l'università e... andare da qualche parte.
Non a casa, perchè non posso andarci, ma da qualche altra parte.
Ci sarà un posto in cui possa andare un'anima sola ed infelice come me, giusto?
- Bay. - ripete, come se lo stesse asssaporando.
Mi irrigidisco per un attimo.
Non voglio che lo assapori. Non voglio neanche che pensi a me.
Perchè forse, se ci pensa troppo, potrebbe ricordarsi che mi ha davvero vista da un'altra parte.
- Bel nome. - mormora, infine.
Lo guardo da sotto le ciglia.
Ci sta... provando?
Faccio una smorfia, nelle mie intenzioni una specie di sorriso, che lui ignora. Mentre mi interrongo se l'abbia davvero ignorato o non se ne sia proprio accorto arriva l'ora di pranzo, e Tyler mi trascina in mensa.
Lo ascolto distrattamente parlare dei suoi amici, dei professori e del dormitorio.
Annuisco e sorrido, scuoto la testa al momento giusto. E' un'arte sottile sapersi mostrare coinvolti, senza esserlo realmente. Un'arte in cui nell'ultimo anno sono diventata un'esperta.
La mensa è un enorme salone al piano terra, che si apre sul prato dietro la scuola. Ci saranno 300 persone solo dentro, e un centinaio sul piazzale di cemento fuori dalle portefinestre di vetro, spalancate per far entrare la leggera brezza settembrina.
Ma la maggior parte delle persone è sparpagliata sul prato, divisa in gruppi, sopra grosse coperte o teli da campeggio.Quando ci avviciniamo a uno sparuto gruppetto di ragazzi con i vestiti lindi e che, persino da lontano, sembrano incredibilmente costosi, ci metto meno di un secondo a capire che sono incappata nell' "alta società", se così si può dire, della scuola. I popolari.
Alzo gli occhi al cielo.
Stupendo.
Tyler mi presenta ai suoi amici, che non ci mettono molto a capire che genere di ragazza sono. Di certo non una di quelle come loro, con i capelli e il fisico da copertina, le labbra lucide e le ciglia tanto lunghe da toccare le guance.
Più che altro, una ragazza con i capelli scompigliati, le felpe larghe e il volto struccato.
Alla fine del pranzo, ho perso quasi tutta la voglia di parlare con qualcuno, o anche solo di restare in questa scuola per altri 10 minuti.Mi dico che ce la posso fare.
E faccio anche finta di crederci.Come se bastasse fare finta che sia vero perchè lo diventi.
- Ci conosciamo? Mi sembra di averti già vista. - un ragazzo interrompe i miei pensieri, spaventandomi. Le mani incominciano a tremarmi e le metto in tasca, facendo finta di niente.
- N...no. - non posso impedirmi di balbettare, deglutisco e continuo. - Non credo. Sono nuova di qui. -
- Forse il primo giorno. Oh, si, certo, dal professore di trigonometria. -
Annuisco convinta.
Come no. Io, dal prof di trigonometria. Io e lui, più stiamo lontani, meglio è. Oltre al fatto che non ci saprei arrivare neanche in un milione di anni. Il senso dell'orientamento non è mai stato il mio forte.
Le lezioni successive sono interminabili.
Mi trascino a storia per inerzia, e, quando esco, non posso far altro che cercare in qualche modo di tornare alla mia camera. Dopo essermi persa parecchie volte (avevo preso la cartina al contrario) riesco ad arrivare al domitorio maschile, che, per quanto ho capito, è esattamente dal lato opposto rispetto a quello femminile.
Bene. Almeno ho capito dove sono.
Osservo la cartina, sconsolata.
Dio, non ce la farò mai.Non posso farcela.
Non so nemmeno perchè sono qui. Insomma, io odio praticamente tutte le materie che sto studiando.
E' assurdo.
Perchè mi sono iscritta in questa scuola? Non l'ho mai voluta fare, l'università, e di certo non questa, che si occupa di materie scientifiche.
Una vocina fastidiosa nella mia testa sussurra: lo sai perchè.
Perchè si, lo so.
Ma non lo ammetterei per nulla al mondo.
- Serve aiuto? - Alzo gli occhi, e mi trovo un ragazzo sorridente davanti agli occhi. Mi osserva con uno sguardo gentile.
Interrompo subito il contatto visivo, imbarazzata.
Non guardo le persone negli occhi. Non lo faccio mai, mi intimidiscono.- Ti sei persa? - insiste.
Prendo in considerazione l'idea di chiedergli indicazioni, perchè è probabile che, senza, ci metta anni ad arrivare alla mia stanza.
Mi sento davvero, davvero patetica. La povera ragazza, sola e indifesa, che ha bisogno di essere soccorsa dal ragazzo carino.
Sospiro.
Sto per rispondere di no, quando un voce mi blocca.
- Sbrigati. Siamo in ritardo. -
Il mio cuore perde un colpo, e le parole mi muoiono in gola. Un brivido mi percorre la schiena, e ho paura di guardare, di accorgermi che non è vero, non è lui, solo un sogno della mia mente disperata. Ma, prima ancora di alzare gli occhi, so che c'è solo una voce che può farmi sentire così, solo una voce capace di procurarmi un tale dolore al petto ed esserne contemporaneamente la cura.
Quella di Seth.
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Again
RomanceDue ragazzi In fuga dal passato Un destino Che li unirà di nuovo Bay ha un solo obiettivo per il suo primo anno di università: dimenticare. Ma, quando il ragazzo che ha amato piú di chiunque altra persona al mondo ritorna nella sua vita, portando co...