•Cibo per cani•

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Apro di poco gli occhi per la fastidiosa luce che entra dalla finestra. Appena metto a fuoco lo spazio attorno a me, capisco di non essere nella mia stanza, ma a casa di Jeremy.
Mi stiracchio un po', ma la mia mano finisce per sbattere contro qualcosa.
Mi volto verso il mio problema e spalanco gli occhi quando noto il ragazzo che dorme al mio fianco.

È seduto con la schiena poggiata alla testiera del letto, le braccia gli scivolano lungo i fianchi, non ha la maglia e inevitabile il mio sguardo ricade sul suo fisico scolpito.
Appena sotto la costola ha un tatuaggio, la sagoma di un gabbiano con le ali spiegate.
Chissà cosa significa?

Contieniti Avril!

Distolgo lo sguardo dal ragazzo di fronte a me e mi alzo senza fare rumore, per quanto la mia grazia da elefante me lo permetta.

Esco dalla stanza ancora assonnata e mi dirigo verso la cucina.
Lungo il tragitto lancio uno sguardo alla camera di Jeremy, la porta è aperta e il letto è perfettamente intatto, strano visto che non lo sistema mai appena alzato.
Entro in cucina e il mio pancino mi da il segnale per cominciare a mangiare.
Comincio a cercare qualcosa di commestibile fra i vari scaffali, ma conosco abbastanza il mio amico per sapere che la mia ricerca è inutile.

"È inutile!" appunto

Sussulto al suono della voce ancora roca di Adam contro il mio collo.

"Almeno che non ti accontenti di..." apre lo sportello a lato della mia testa e estrae una scatoletta di latta

"...cibo per cani?" continua

Ignoro i brividi che mi percorrono la schiena per la sua vicinanza.

"Ehi, un attimo! Jer non ha un cane!" mi acciglio per poi scoppiare a ridere

A volte il mio amico è davvero strano, ma mi piace così.

"Allora! Resterai lì imbambolata a lungo o vieni a fare colazione?" dice, mentre si infila una maglietta

Per un attimo mi incanto a guardare i suoi muscoli perfetti, ma è la sua voce a svegliarmi di nuovo.

"Attenta che scende la bava!" mi prende in giro

"Stavo guardando il tatuaggio!" rispondo acida, inventandomi una scusa

Lo vedo irrigidirsi e il suo sguardo si incupisce di colpo.

"Muoviti!" dice freddo ed esce di casa

E ora che ho detto?
Un minuto prima fa battutine e il momento dopo è freddo e distaccato.
Bipolare.

Salgo velocemente in camera di Jeremy e comincio a frugare fra i tanti cassetti.

Ho lasciato un po' dei miei vestiti qui dopo una mia piccola fuga da casa.
Gli attacchi di rabbia di mio padre mi spaventavano terribilmente e il mio amico ha continuato, come sempre, a sostenermi.
Alla fine però sono ritornata in quella che dovrebbe essere la mia casa, sarò sempre legata ai ricordi e alla fortissima donna che stanno lì dentro.

Mentre continuo il mio monologo, finalmente trovo il cassetto con i miei vestiti. Sono ben piegati e sistemati, tipico di Jer.

Appena esco lancio un'occhiata infondo al vialetto. Adam è appoggiato ad una moto nera, una sigaretta fra le labbra e lo sguardo ancora cupo fisso sullo schermo del telefono.

Mi schiarisco la voce per attirare la sua attenzione.
Alza lo sguardo e per un tempo che mi sembra infinito, lo fa scorrere su tutto il mio corpo, poi con un movimento veloce si volta e afferra due caschi, porgendomene uno.

Senza dire nulla lo indosso e aspetto che mi dica di fare qualcosa.
Può sembrare da idioti per una che partecipa a corse clandestine da quando ha cominciato a parlare, ma non sono mai salita su una moto in vita mia.
Il ragazzo davanti a me sale agilmente sul suo bolide nero e mi guarda divertito.

"Allora!? Farai le radici su questo marciapiede?" chiede, alzando un sopracciglio

Ok. Si sta divertendo.

"Ah ah ah! Molto divertente..." lo guardo male e incrocio le braccia al petto

Cerco di ricordare come è salito lui e con un'imitazione molto goffa riesco a sistemarmi dietro.

"Non mi avresti mai chiesto aiuto, vero?" ridacchia

"Mai!" dico decisa

Ed è vero. Un mio grosso difetto è quello di essere tremendamente orgogliosa.

"Ci ho provato..." ridacchia

"Tieniti forte!" dice e senza lasciarmi il tempo di ragionare parte velocemente

D'istinto gli porto le braccia attorno alla vita e le gambe contro le sue.
La sua risatina infame arriva mischiata al suono del vento. Gli tiro un pizzicotto sul fianco, ma nemmeno questo sembra fermarlo.

Dopo qualche minuto arriviamo davanti ad un piccolo bar affacciato sul mare.
È in un posto abbastanza isolato di Miami e per questo c'è una piacevole tranquillità.
I muri sono in legno e sono dipinti di un bel azzurro pastello, mentre le finestre e le porte sono bianche.

Entriamo nel piccolo porticato che dá sulla spiaggia e Adam mi fa segno di sedermi in uno dei tavolini.
Poi tutto d'un tratto urla il nome di una ragazza e si siede con fare scazzato di fronte a me.

"Bethany!"

Una ragazza alta, bionda e occhi azzurri fa il suo ingresso nella piccola veranda.
Ha degli shorts di jeans che non lasciano spazio all'immaginazione e una canotta bianca, corta e super scollata, che lascia in bella mostra un seno sicuramente rifatto.

"Oh Adam, tesorino! Cosa posso fare per te?" dice con fare malizioso la biondina

"Un cornetto e un cappuccino." risponde senza degnarla di uno sguardo

La ragazza sembra rimanerci male e solo ora si accorge della mia presenza.
Mi lancia un'occhiata e punta la penna sul suo blocchetto come per invitarmi ad ordinare.

"Un cornetto alla crema e un succo ai mirtilli!" le rispondo

Scrive l'ordine sul foglietto e poi va via sculettando.

Poso lo sguardo sul ragazzo di fronte a me e lo vedo sorridere divertito.

"Sentiamo mr. Rubacuori! Cosa c'è di così divertente?" lo guardo male

"Sei gelosa!" dice convinto

"Certo...e cosa te lo farebbe pensare?" chiedo, incrociando le braccia al petto e lanciandogli uno sguardo di sfida

"Perché ti stai chiedendo chi sia quella bionda?!"

Accidenti! Si nota così tanto?
Sbuffo e distolgo lo sguardo.

"La mia conquista dell'estate scorsa! Niente male a letto, ma..." lo interrompo, assestandogli un bel calcio da sotto il tavolo

"Non sono necessari i dettagli..." lo sento ridacchiare e toccarsi il punto dove l'ho colpito

"Possibile che non ci sia un posto in tutta Miami e dintorni in cui non ti sei portato a letto qualcuna?" scuoto la testa

Nel frattempo la bionda è tornata con le ordinazioni e i suoi sguardi maliziosi.

"Che ci posso fare! Sono parecchio richiesto..." dice

Distolgo l'attenzione dalla mia deliziosa colazione per lanciare il mio ennesimo sguardo di disappunto, ma non posso fare a meno di scoppiare a ridere.
Adam deve aver fatto un bel sorso di cappuccino perché ora ha dei baffi bianchi.

"Che c'è!? Ti diverte la mia popolarità?"

"No! Mi diverte il tuo essere bambino!"

Ridacchio e d'impulso gli porto un dito sulle labbra per togliere la schiuma.
Lo vedo seguire il mio movimento attentamente e appena mi stacco, passa la sua lingua sul mio polpastrello per mangiare la panna.
Ritiro velocemente la mano e arrossisco di colpo.
Che imbarazzo...
Questa è la prova che io e Adam non avremo mai un discorso che non sia una litigata o qualcosa di imbarazzante.

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