•Insieme•

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Odio le stampelle. Odio i gessi. Odio le scale d'entrata della scuola.

"Ok! Ce l'abbiamo fatta!" sorride soddisfatta Jules, appena supero l'ultimo gradino

Per oggi la ragazza di Jer mi ha dato un passaggio a scuola e mi ha aiutata ad arrivare sana e salva in classe.
Jeremy invece è alla ricerca di Adam.
Dopo la mia non-risposta, il ragazzo dagli occhi neri è sparito per tutta la notte, destando la preoccupazione del mio amico.

Mi lascio andare contro la sedia al mio posto e osservo il banco vuoto al mio fianco. Chi sa se è riuscito a trovarlo?
Cerco di scacciare il pensiero e poso la testa sul banco. Sento ancora gli effetti dell'incendio e in più ho una tremenda voglia di dormire.

La sedia al mio fianco stride mossa da qualcuno, che subito dopo si siede.
Osservo il ragazzo dai capelli corvini fissare la lavagna.
La mascella contratta, lo sguardo duro e arrabbiato, gli occhi segnati da delle occhiaie violacee e da un grosso livido nero, e infine l'odore di vodka che copre il suo solito profumo.

"Cos'hai combinato all'occhio?" chiedo, avvicinando la mano al livido scuro

"Non ti riguarda!" abbaia, scostandosi

Meglio lasciarlo stare...
Mi volto, determinata ad ignorarlo per le cinque ore seguenti, mentre sento lo sguardo di qualcun altro penetrarmi la schiena.
Mi volto, incontrando gli occhi nocciola di Alex fissarmi.
Si china sul banco, scarabocchiando qualcosa sul suo quaderno, per poi farne una pallina e lanciarmela.
Prendo il pezzettino di carta stropicciata, curiosa di sapere cosa deve dirmi.

Posso parlarti dopo?

Scrivo un rapido 'ok' e gli rilancio il bigliettino.

Poco prima dell'arrivo della prof, arriva anche la sua risposta.

Grazie! Davanti al mio armadietto per l'intervallo.

***

Al suono della campanella della ricreazione la classe si svuota velocemente, mentre io cerco di rimettermi in piedi con l'aiuto delle stampelle. Maledizione!

Dopo varie imprecazioni, mi avvio verso l'armadietto di Alex, o almeno quello che riesco a vedere...

Una folla di studenti deliranti si è ammassata proprio davanti al mio obbiettivo e sembra che quello che sta succedendo dietro il muro umano non sia affatto piacevole.

"Ehi! Che sta succedendo?" chiedo ad una ragazza che se ne sta andando

"Lewis e Donald stanno facendo a pugni! Sembra che Alex abbia offeso la ragazza di Lewis!" spiega tranquilla

La ragazza di Lewis?
Velocemente mi faccio spazio tra la gente, fino ad arrivare ai due idioti.

Alex è seduto a cavalcioni su Adam, mentre lo tempesta di pugni. Ma la situazione non sembra durare molto, infatti il moro prende il controllo e comincia a colpire Donald come una furia, mentre gli altri studenti lo incitano.

"Smettetela!" li prego invano

I colpi del moro diventano sempre più forti, mentre il viso di Alex comincia a sanguinare.

"Adam fermati!" urlo disperata, coprendomi il volto con le mani

Le urla degli studenti si placano piano piano, fino a cessare e la folla si dissolve con la stessa velocità con cui si è formata.
Mi dirigo a passi svelti verso Adam, mentre noto Jer arrivare dall'altra parte del corridoio.

"Sei impazzito per caso?!" sbraito furiosa verso il moro

"Lui-"

"Lui, un corno Lewis! L'hai quasi ucciso!"

Lancio uno sguardo ad Alex ancora steso a terra e poi a Jeremy.

"Lasciami spiegare..." borbotta Adam

Mi passo una mano fra i capelli, chiudendo gli occhi.
Ora che faccio? Vado con Alex in infermeria? O comincio ad urlare contro Adam?
Sai già da chi andare...
Sì...anche se l'idiota in questione mi farà impazzire!

"Jer!" dico con gli occhi ancora chiusi

"Sì?"

"Potresti portare Alex in infermeria? Io...devo parlare con Adam!" dico esausta, vorrei solo andare a casa ora

Il mio amico annuisce e aiuta il biondo a rimettersi in piedi, mentre il ragazzo mi guarda con un misto di delusione e rabbia.
Appena i due scompaiono alla mia vista, volto lo sguardo verso il mio problema più grande.

"Andiamo fuori di qui!" dico esasperata, trascinandolo verso il giardino

Ci sediamo sotto uno dei numerosi alberi che popolano il parco della scuola. Le spalle contro la corteccia rugosa e lo sguardo fisso sull'edificio di fronte a noi.
Osservo il colore bianco e triste dei muri, il logo dell'istituto affisso sopra la porta d'ingresso, la voce dell'insegnante che rimprovera qualche studente scapestrato.
Il silenzio fra di noi però sta diventando sempre più pesante, e lui sicuramente non inizierà un discorso.

"Allora! Sentiamo cos'hai da dire a tua discolpa?!" chiedo, senza guardarlo

"Nulla." dice calmo

"Nulla? Fammi capire! Hai picchiato un ragazzo per...nulla?!" faccio una risata stridula

Non risponde, scatenando ancora di più la mia rabbia. Mi alzo da terra e mi avvio verso la mia macchina. È inutile parlare con lui.
A metà strada mi blocco e torno indietro. Lui è ancora lì, non si è mosso.

"Vuoi sapere una cosa Lewis!? Sei la persona più stupida che abbia mai incontrato! Sei talmente irritante e menefreghista, che mi stupisco di starti ancora vicino!" gli urlo in faccia

Sembra svegliarsi di colpo al suono delle mie parole e il suo sguardo si fa cupo in un batter d'occhio.

"Vogliamo parlare di te, miss acida! Sei così fastidiosa, non ti ha mai insegnato nessuno a farti gli affari tuoi?! Sarebbe il momento di imparare a dare delle risposte quando è il momento..." ringhia, alzandosi e portandosi davanti a me

Il nero delle sue ibridi sembra scurirsi sempre di più, mentre stringe i pugni lungo i fianchi.

"Ti odio, ti odio così tanto!" urlo a due centimetri dalla sua faccia

"Bene! Perché ti odio anch'io!" risponde, avvicinandosi ancora

I nostri nasi si sfiorano e i respiri affannati per le parole che ci siamo tirati addosso si mescolano.
Per l'ennesima volta il mio ghiaccio si perde nel suo abisso nero, mentre la sua mano scivola lentamente dietro la mia nuca, riempiendomi la schiena di brividi.
Le nostre labbra si sfiorano e una strana sensazione si fa largo nel mio stomaco.

"Ti odio sì...ma non posso fare a meno delle tue labbra, dei tuoi sorrisi, dei tuoi occhi, della tua stupida e contagiosa risata!
Perché è vero che a volte sei insopportabile piccola Av, ma sei diventata un'abitudine! Una stupenda abitudine..." soffia contro le mie labbra

Il mio cuore si ferma per quella che mi sembra un'eternità, mentre penso a cosa rispondere. Mille pensieri mi affollano la mente, ma solo uno mi appare giusto.

Premo le labbra sulle sue, lasciandomi cullare dal suo inconfondibile gusto di menta e fumo.
Esita per un attimo, ma poi inizia a ricambiare piano il bacio.
Un bacio dolce, fatto quasi con la paura di farsi del male. Uno di quelli che non si dimenticano, uno di quelli che ti lasciano una scossa fino alla punta dei piedi, uno di quelli che ti portano in paradiso.

"Non so cosa mi stai facendo Av...ma ti voglio al mio fianco! Perché sembri essere l'unica cosa giusta che mi è capitata nella vita.
Sembra folle, ma proviamoci...proviamo ad essere felici insieme..." sussurra

Lo guardo negli occhi, ormai senza fiato, passando un dito lungo la sua mascella.
Socchiude gli occhi, accoccolandosi contro la mia mano. Sembra così vulnerabile.

Ed è lì che capisco che anch'io ho bisogno di lui. E che forse per una volta vale la pena rischiare per essere felici, magari insieme.

"Dì qualcosa Av, perché non reggerei un altro silenzio..." protesta

"Io direi che..." gli circondo il collo con le braccia

"Da ora siamo noi due contro il mondo!"

My disasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora