•Mamma•

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Stamattina mi sono risvegliata a casa di Jeremy. Mi stiracchio fra le coperte e apro gli occhi.
Come ogni mattina accendo il mio telefono e mi si gela il sangue quando leggo il mittente degli ultimi messaggi.

42 messaggi da mamma.

Risalgono tutti alle due di stamattina.
Senza pensarci due volte compongo il suo numero e comincio a raccogliere tutte le mie cose sparse per la camera.

Nulla. Il telefono suona a vuoto.

Lascio perdere e scendo le scale velocemente.

"Ehi! Avril cosa succede?" chiede Jeremy dalla cucina appena mi vede arrivare, seguito dallo sguardo preoccupato di Adam

Non rispondo e corro in macchina.
Ricompongo il numero di mia madre e chiamo ancora, ma il risultato non cambia. Premo di più il piede sull'acceleratore e stringo forte il volante.

Forza! Non può essere successo nulla...

Arrivo davanti casa e scendo di scatto dalla macchina.
Il fiato corto e le mani che tremano.

Entro e mi chiudo la porta alle spalle.
Nessun rumore, nessuna luce accesa.
Comincio a controllare tutte le stanze, una ad una.
E quando arrivo in cucina il mio cuore cessa di battere.

La mamma è stesa a terra, gli occhi chiusi e la pelle di un bianco candido.
Mi inginocchio al suo fianco e controllo se respira ancora. Il battito è debole, ma è ancora viva.
Non so cosa mi trattenga dallo scoppiare a piangere e urlare, ma è come se in realtà non fossi presente.
Tutto è terribilmente familiare...

***

Sono cinque fottute ore che aspetto qui fuori da questa stanza.

Odio gli ospedali. Sono dei posti così freddi, tristi e piani di sofferenza.

Continuo a fissare la porta bianca davanti a me, è chiusa da troppo tempo.
Sospiro per l'ennesima volta e mi lascio scivolare con la schiena lungo il muro, coprendomi il viso con le mani.

Vorrei piangere, urlare o semplicemente prendere a pugni qualcosa, ma la realtà è che non mi sfogo più da quella notte.

Un braccio mi circonda le spalle e mi attira contro un petto muscoloso.
Riconoscerei il profumo di pino e limone del mio miglior amico ovunque.
Poggio la testa sulla sua spalla e continuo a guardare davanti a me.

"Che succede Avril?" chiede

Non rispondo.
In verità non so nemmeno io cosa succede. So solo che mia madre è qui per non si sa quale motivo.
So che ho una paura tremenda che l'unica parte decente della mia famiglia smetta di esistere.

Sento un profumo di menta farsi vicino e so bene di chi si tratta.
Non dice nulla, si siede sul pavimento accanto a me e guarda il muro davanti a noi.

"Allora! Hai parlato con il dottore?" sbuffa impaziente Jer rivolto ad Adam

Il moro sembra riscuotersi tutto d'un tratto e mi guarda con un'espressione indecifrabile.
Si alza da terra con una calma disarmante e mi porge la sua mano per farmi alzare.

"Forse è meglio se usciamo..." dice piano

Annuisco e mi alzo anch'io.

"Io aspetto qui!" ci avvisa Jeremy

Usciamo nel giardino dell'ospedale in un silenzio pieno di tensione.
Ci sediamo su una panchina, ma il ragazzo al mio fianco sembra non accennare ad una sola parola.

"Allora?" esordisco

Si passa una mano fra i capelli e prende un grosso respiro.
Abbassa lo sguardo e mormora qualcosa di inconcepibile.

My disasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora