•Codarda•

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Dopo aver fatto colazione con Jeremy, decido di andare a fare un giro.
Ogni tanto prendo la mia macchina e parto per una giornata, senza una meta precisa.
Io, il mio gioiellino e la musica della radio sempre accesa.
Da quando lui non c'è più, ho scoperto che è un buon metodo per riordinare i pensieri.

Salgo in camera e in corridoio incontro un Adam ancora assonnato.

"Ehi piccola..." sbadiglia

"Buongiorno!" sorrido, ma non mi fermo, ho troppa voglia di partire

Mi cambio con un jeans strappato e un top nero, mi legò i capelli in una crocchia disordinata e mi infilo le mie superstar.
Prendo la borsa e mi avvio verso le scale.

"Ciao scemo!" saluto Jeremy

"Ehi! Dove stai andando?" chiede, alzandosi pigramente dal divano

"Oggi è il mio giorno di fuga!" sorrido e scappo fuori di casa, seguita da un suo 'ok!'

Lascio cadere la borsa sui sedili posteriori e mi metto al posto di guida.
Respiro il profumo della mia auto, il profumo delle corse.
Sto per accendere il motore, quando la portiera del passeggero si apre e qualcuno occupa il sedile al mio fianco.

Non occorre che mi volti per vedere chi è, l'odore di menta parla da solo.

"Allora! Dove si va di bello?!" mi guarda curioso

"La domanda è dove vado io di bello, perché, tu, ora scendi dalla mia auto!" gli indico la portiera

Segue la direzione del mio dito e poi scuote la testa.

"Stai andando in un posto importante?" chiede

"Perché?"

Non risponde e scende dalla macchina.

"Bene! Non partire per nessun motivo, ok?!" mi ordina

"Ma..."

Non mi lascia finire, fa il giro della macchina e apre la portiera.
Mi prende per mano, facendomi uscire e comincia a camminare verso la sua macchina.
Mi aiuta a salire e poi fa lo stesso anche lui.

"Perché abbiamo cambiato macchina?" chiedo confusa

"Sarebbe troppo imbarazzante far guidare ad una ragazza, e poi voglio portarti in un posto!" sorride e mette in moto partendo

"Ehi! La ragazza guida di sicuro meglio di te!" preciso e lo guardo male

Si mette a ridere, scuotendo la testa e mantenendo lo sguardo sulla strada.

Appoggio la testa al finestrino e lascio scivolare lo sguardo sulla mia Miami che scorre dietro il finestrino.

Mi è sempre piaciuta come posto.
Il mare, il sole, le spiagge, le strade sempre affollate, i bei ragazzi.
Poi c'è quella parte della mia città che vorrei cancellare per sempre, quella legata al mio passato.
La mia casa, i miei genitori, lui, le corse, le scommesse, tutta la gente che mi ha ferita e continua a farlo tuttora.
Forse è per questo che non la sentirò mai veramente come la mia vera casa. Avrò sempre bisogno di fuggire, un po' come sto facendo ora.

My disasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora