•Penso•

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Bianco.

Un colore così puro e candido, ma anche triste e vuoto.

È il colore dei muri dell'ospedale.
L'odore di medicinali e disinfettante mi invade le narici, mentre percorro a passi lenti il lungo corridoio.
Le mani, ancora intorpidite dal freddo di dicembre, infilate nelle tasche della giacca e gli occhi che vagano spenti e vuoti.

Non mi è mai piaciuto restare in questo posto. Dove la vita e la morte si intrecciano pericolosamente.
Persone che trovano un nuovo inizio, una vita più felice, e persone che da quella porta fredda e grigia forse non usciranno mai più.

Il flash di quella notte mi riappare nella mente.
La corsa in ospedale, la barella che si allontana sempre di più da me, fino a scomparire dietro ad una fredda porta grigia, il via vai dei medici, il rumore del suo battito che si ferma, le mie lacrime incontrollate, le parole dispiaciute del dottore e la consapevolezza che la colpa di tutto è solo mia.

Chiudo gli occhi, cercando di scacciare via i miei fantasmi.
Prendo un bel respiro per scacciare il groppo che ho alla gola e mi fermo davanti al bancone della reception.

"Buona sera, signorina Callaghan!" sorride la donna dietro il bancone

"Buona sera..." faccio un piccolo sorriso e poggio la busta con i soldi sul legno nero del tavolo

La donna annuisce e prende i soldi per poi scomparire dietro ad una porta.
Sospiro e ricomincio a camminare nel lungo corridoio bianco.

208...209...210...

Leggo i numeri delle stanze uno ad uno, fino a fermarmi sotto il 212.
La porta è aperta come tutti gli altri giorni.
Dal suo interno arriva una leggera luce, probabilmente la mamma sta leggendo uno dei suoi romanzi preferiti, fantasticando sulla vita dei personaggi e immedesimandosi in essi. Le è sempre piaciuto leggere, qualsiasi genere, ed è una passione che mi ha trasmesso.
A volte un libro è in grado di farti evadere dalla realtà e farti vivere, anche solo per un attimo, in un mondo più bello e diverso.

Non ho più visto il suo viso da quando ho avuto la diagnosi.
Non ho il coraggio di vedere il suo sguardo spegnersi sotto il peso della malattia o semplicemente di non trovare più i suoi capelli cioccolato ad incorniciarle il viso.

Mi appoggio con le spalle al muro e mi lascio scivolare sul pavimento freddo del corridoio.
Un'altra cosa che odio di questo posto è il silenzio. Un silenzio così rumoroso, che mi fa impazzire, quel genere di silenzio che si riempie di pensieri, solitamente chiusi in un angolo della tua mente.

Penso a papà.
È riuscito ad uscire dal suo circolo buio per la donna che ama. So che le ha fatto del male, ma quando parla di lei ha ancora quel luccichio che aveva due anni fa, prima che tutto si stravolgesse.
Penso a Jer.
Mi è sempre stato vicino, da quando gattonavamo ancora, probabilmente è la persona che mi conosce meglio di tutte.
Mi ha vista crollare e rialzarmi con le mie forze. Non ha mai esitato nel darmi una mano e non so cosa farei senza di lui.
E inevitabilmente mi torna in mente Jules. Ancora non la conosco, ma sento di doverla proteggere. Quando Melody l'ha aggredita è stato più forte di me.
Quella ragazza ha un non so che di famigliare. Il suo sguardo e il suo sorriso sono davvero contagiosi, oltretutto mi sembra una ragazza sveglia, anche se il suo modo di fare impacciato inganna.
So che Jer prova qualcosa in fondo.
Non ha mai difeso una ragazza e tanto meno l'ha presentata a me o Adam.
Solitamente sono storie di una notte e, purtroppo, il mio migliore amico e Adam sono conosciuti soprattutto per questo, oltre per il loro fascino da bad boy.
Adam.
Quel ragazzo dagli occhi neri è un enorme mistero per me ora.
Sono passati pochi mesi dal suo arrivo a Miami, ma sta riuscendo ad entrare nel mio cuore lentamente e questo mi terrorizza.
Ricordo ancora quando Jer me lo presentò dopo una delle mie tante gare. La nostra fuga dalla polizia; è stupido da pensare, ma nella mia auto non era più salito nessuno dalla morte di mio fratello. Quella macchina era sua, nostra, solo nostra.
Mi ha fatto uno strano effetto averlo lasciato entrare, come se avesse violato uno spazio.
Ricordo la domanda che mi aveva fatto alla fine della fuga: "perché corri?". Ed era riuscito già a leggere nei miei occhi il disastro che nascondevano.
Poi ci sono state le corse e i suoi incontri. Non ho mai visto nessuno colpire con tanta rabbia il suo avversario. So che c'è un motivo per cui combatte, c'è sempre un motivo.
Più tardi sono arrivati gli abbracci, i baci, le carezze e i brividi. In grado di far sparire tutti i miei demoni.
Infine la diagnosi e le mie fughe.
Non desidero altro che fuggire da questa città, devo solo aspettare che tutti i fili che mi legano ad essa si taglino definitivamente, e non posso permettermi di costruirne altri.
Ho bisogno di scappare.
Perché? I miei demoni stanno ricominciando a farsi vivi e devo anticipare la buia spirale che tanto conosco.
Se ricadessi nel circolo di qualche hanno fa trascinerei tutti quelli che mi stanno accanto e stavolta le vittime sarebbero molte di più.

Dei leggeri passi, accompagnati da un suono di pantofole, mi risvegliano dai miei pensieri. Spalanco gli occhi quando vedo chi c'è sulla soglia della porta.

"Mamma..." sussurro e posso sentire il groppo che mi si è formato in gola strozzarmi il fiato

Lascio scivolare lo sguardo lungo la sua figura.
È dimagrita molto, ma il suo viso è gonfio, probabilmente per la cura che sta seguendo.
I suoi morbidi capelli ramati non le scivolano più lungo le spalle.
Il suo profumo di pesche la segue ancora come una dolce scia, mi era mancato.

Alzo un po' lo sguardo, fino ad incontrare i suoi occhi azzurri così simili ai miei.
La dolcezza che hanno sempre riflesso non è scomparsa. Continua a guardarmi come faceva quando ero piccola, come se fossi la figlia migliore del mondo.
Persona che non sono più da tempo ormai. Sono riuscita a distruggere la famiglia che aveva tanto desiderato, dando inizio a questo inferno.
Ed ora mi sto allontanando sempre di più, lasciandola sola.

Una stretta calda e famigliare mi avvolge e non posso fare altro che ricambiare.

"La mia bambina..." sussurra, accarezzandomi dolcemente i capelli

E per un attimo mi piacerebbe ritornare a quando ero piccola e tutto andava nel verso giusto.

~~~

Sono ritornata!
Scusate se il capitolo non è dei migliori, ma non ho molto tempo per scrivere ultimamente.
D'ora in poi aggiorneró più frequentemente.
Lasciate commenti e stelline!

Grazie,
Vale<3

My disasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora