1. Gli occhi di New York

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ATTENZIONE : la storia NON mi appartiene ma è di Gloria Bennet , su efp .

Sole splendimi sin dentro al cuore,

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Sole splendimi sin dentro al cuore,

vento caccia via pensieri e pene,

non v'è al mondo diletto maggiore

che andar vagando sconfinatamente

(H. Esse)

Ogni viaggio é una vita.

Una vita a se stante, sempre diversa dalle altre, mai uguale a quella che l'ha preceduta.

Questo viaggio ci ha portati qui, nella Grande Mela*, popolata da giovani pieni di speranza, speranza in una rinascita dopo la Grande Guerra.

Solo perché il boom economico che ha seguito quella grande tragedia è visto come una vittoria giusta. Ma può mai essere giusta una vittoria dopo la guerra?

Dopo che centinaia di persone sono state uccise senza pietà?

Dopo che io stesso ho ucciso molte di quelle persone, lacerando la loro gola e squartandole fino a farle dissanguare, morendo di un dolore assurdo, inumano?

Sento ancora l'eco delle loro urla nelle orecchie.

«Stefan, stai bene?»

E' mia sorella.

Bonnie.

Non siamo fratelli di sangue e chiunque potrebbe vederlo dal diverso colore della nostra pelle.

La sua é color cappuccino, mentre la mia é molto più chiara. Ma le voglio bene come se fossimo veri fratelli. I suoi genitori sono morti tempo fa, erano i servi della nostra villa.

Mio padre, quando sono morti, ha voluto adottare Bonnie per darle un'occasione, un'opportunità di poter vivere bene. Anche se non è "nera" a tutti gli effetti, la società la considera tale e il razzismo é una violenza ancora più subdola e perfida della guerra.

Ti uccide a ogni sguardo.

«Sto bene, Bon.» le dico, guardandola nei suoi grandi occhi verdi.

Ecco, l'unica caratteristica fisica che abbiamo in comune sono gli occhi.

Entrambi verdi come le foglie brillanti delle piante d'estate.

«C'è troppo silenzio, per i miei gusti.» esclama Klaus, con il suo accento inglese che riesce a far svenire tutte le ragazze, tranne quella che a lui interessa di più, mia sorella.

Klaus è il mio migliore amico da sempre ed è innamorato di Bonnie da tempo immemore.

É stato lui a trasformarmi.

Combattevamo insieme durante la battaglia della Mosa-Argonne* in Francia e io sono stato ferito mortalmente. Bonnie non poteva accettare che morissi, così ha implorato Klaus di trasformarmi.

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