Quando vediamo un uomo camminare sul filo, una parte di noi l'accompagna lassù.
Accade tutto in un istante.
Un istante che io vorrei cancellare dalla storia.
Un istante che non dovrebbe mai esistere.
Non mi importa della gente intorno a me, dei rumori assordanti della città, dell'odore di asfalto. Sento solo il silenzio del suo cuore.
C'è solo lei, Bonnie. Eppure non c'è. Non come vorrei, non come dovrebbe essere.
Riesce a essere così bella anche quando é ricoperta di sangue.
Il suo vestito si é sporcato. Il profumo del suo sangue é così vivo. É rosso intenso.
Ha tutto il colore che dovrebbero avere le sue gote, ma non hanno.
Mi viene automatico non pensare, ma agire d'istinto. Agire per salvarla.
Perché non posso nemmeno pensare alla mia vita senza di lei, non dopo che mi é entrata dentro.
Mi mordo il polso e lo adagio sulle sue labbra socchiuse.
«Bevi, Bonnie. Bevi. Per favore, bevi.»
Più ripeto quelle parole, più mi rendo conto che si tratta di una preghiera.
Una preghiera che rivolgo al cielo, a quel Dio che vorrei mi ascoltasse.
Non per me, ma per lei. Perché lei non merita di morire così giovane.
Non merita di spegnersi quando ha ancora così tanta luce da irradiare intorno a sé.
La guardo, mentre la stringo vicino a me.
Quando sento le sue labbra socchiudersi sul morso che mi sono fatto, socchiudo le mie.
«Amore mio, amore mio.»
Bonnie apre gli occhi verso di me e mi guarda come se fossi il tesoro più prezioso del mondo.
Se solo potesse vedersi attraverso i miei occhi...
«Ti amo così tanto.» sussurra. «Dì anche agli altri che li amo.»
Il mio sguardo si sofferma sui suoi occhi e ci resta.
«Che intendi dire, Bon? Ti stai riprendendo. Non sei morta!»
Ma lei chiude gli occhi e io mi rendo conto, solo in quel momento, che le sue ferite non sono guarite. Ero così distratto a guardarla, a credere che le mie preghiere fossero state esaudite che non ho pensato che, a volte, l'unica risposta che si riceve é quella di un dio che tace.
La stringo tra le mie braccia e mi ritrovo a bagnarle le spalle con le mie lacrime.
Sento il suo sangue bagnarmi i vestiti. Dovrei avere l'istinto di berlo, ma l'unica cosa che vorrei fare in questo momento é uccidermi.
Continuo a stringerla sotto quel cielo perversamente silente.
Mi aggrappo a lei, alla certezza che no, non può essere morta.
Perché quell'illusione racchiude più speranza di una verità inconcepibile.
Mentre l'abbraccio, é reale. É vera. É viva.
O lo é solo perché ci spero con ogni cellula del mio corpo?
Non voglio saperlo finché delle braccia non mi strattonano via.
«Signore, dobbiamo portarla all'ospedale.»
Qualcuno sposta il mio corpo perché io non riesco neppure a muovermi mentre il corpo del mio amore é adagiato su una barella e trasportato sull'ambulanza.
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You Have Me
RomansaOgni viaggio é una vita. Una vita a se stante, sempre diversa dalle altre, mai uguale a quella che l'ha preceduta. Questo viaggio ci ha portati qui, nella Grande Mela, popolata da giovani pieni di speranza, speranza in una rinascita dopo la Gran...