28. Elisoeur

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La natura, per costume e per istinto,

è carnefice impassibile e indifferente

della sua propria famiglia,

dei suoi figlioli e,

per così dire,

del suo sangue.

(Giacomo Leopardi)

«Il mondo non é mai cambiato, ma noi lo siamo.

Il giorno in cui Klaus ha trasformato me e i miei fratelli é stato il giorno in cui abbiamo smesso di amarlo. Era un giorno come tanti altri.

Il sole sorse come sempre, ma era il nostro ultimo sole da umani.

Dopo quel giorno, saremmo bruciati al sole, se Klaus non avesse pensato già a una soluzione, prima di scegliere al posto nostro.

La quercia bianca del nostro villaggio scintillava alla luce dei raggi solari.

Il suo candore era abbagliante.. Si confondeva con l'incarnato di nostra sorella, Rebekah.

Aveva ereditato la bellezza di nostra madre e la sua pelle candida era luminosa come il sole.

Il suo viso era incorniciato da lunghi e lisci capelli biondi, come quelli di Klaus.

Lei era sempre stata la più umana tra noi. La più esuberante e la più radiosa.

Quando i nostri genitori ci avevano lasciato e Klaus si era trasformato, lei si era presa cura di nostro fratello più piccolo, Henrik e aveva accudito anche noi, Kol e Finn.

Perché, anche se eravamo più grandi di lei, la nostra anima era da piccoli uomini.

Klaus non riusciva a capire quanto fosse importante per Rebekah riuscire a tenere la famiglia unita. Non appena divenne un mostro, entrò in contrasto con il clan di lupi della foresta vicina alla nostra casa.

Ne uccise uno e loro, per vendetta, presero il più piccolo tra noi e lo bruciarono, una notte d'inverno.

Sento ancora le sue urla quando mi addormento.

Ebbene, quella che vide la scena e non poté fare nulla per evitare l'uccisione di Henrik fu Rebekah.

Era stata come una madre per lui e lei, lei lo considerava come un figlio.

Quando si accorse che Henrik non era nel suo letto, andò a cercarlo e gli ululati dei lupi la condussero nel luogo del sacrificio. Lui stava morendo, agonizzante, legato a un tronco in fiamme.

Rebekah non riuscì a restare nascosta all'ombra degli alberi ed entrò nel cerchio di fuoco.

Strinse tra le braccia nostro fratello, mentre le lacrime le annebbiavano la vista e accolse la preghiera che lui le fece.

Lo pugnalò per risparmiargli una dolorosa agonia.

Klaus riuscì a portare in salvo Rebekah, allontanandola dai lupi, prima che potessero attaccarla.

Ma niente fu più lo stesso, da quel momento in poi.

Tre giorni dopo, Rebekah tentò di fuggire via da Klaus e aspettò il calar della luna per andarsene. Klaus si infuriò a tal punto che, accecato dalla rabbia e dalla paura di venire abbandonato, ci uccise tutti.

Non voleva che ce ne andassimo via da lui, voleva decidere della nostra vita e della nostra morte.

Nel momento in cui mi trafisse il cuore con la sua spada, non lo guardai negli occhi.

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