21. Porte aperte

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Il medesimo sole fa conoscere ed onora le gesta di uno,

espone al biasimo le azioni di un altro.

Si contristano per la sua presenza le notturne strige,

il rospo, il basilisco, il gufo:

esseri solitari, notturni e sacri a Plutone.

Esultano invece gallo, fenice, cigno,

aquila, lince, ariete e leone.

(Giordano Bruno)

I raggi del sole da poco sorto illuminano il tavolo della colazione, che ho imbandito appositamente per Bonnie.

La luce segue i contorni delle brioches, delle tazze colme di cappuccino, del succo e dei pancakes che ho preparato disegnandoci sopra la faccina di un vampiro. Il sole illumina anche il viso radioso di Bonnie che mi sorride, mentre addenta il pancake.

«Potrei abituarmi a tutto questo.» esclama.

«Io, invece, non potrei mai abituarmi ad averti qui con me.»

«In effetti diventerebbe troppo impegnativo preparare la colazione ogni mattina. Senza contare che sei anche l'artista dei vampcake.»

Scoppio a ridere. Non so dove Bonnie abbia preso questo irresistibile senso dell'umorismo.

Dicono che sia il corpo delle donne a essere sexy (in parte lo penso anch'io), ma una donna che riesce a farti ridere lo é ancora di più. Di questi tempi, l'umorismo femminile é sottovalutato.

«Non é solo questo, mio dolce amore. Il fatto é che mi si ferma il cuore ogni volta che addenti le mie zanne di panna.»

Adesso é il suo turno di ridere mentre sorseggia il cappuccino.

Passo l'indice sulle sue labbra per toglierle la schiuma che le é rimasta.

Bonnie mi guarda le labbra, sorridendo.

«Potrei pulirti anch'io se qualche volta ti sporcassi un po' anche tu.»

«Mi dispiace, strega, ma hai scelto il vampiro più pulito in circolazione.»

Avvicino ancora di più la mia sedia alla sua finché il mio respiro caldo non le fa arrossare il viso e poi anche le mie labbra la riscaldano, posandosi sulle sue gote rosse.

Bonnie mi accarezza il braccio.

«Odio dovertelo dire, ma il vampiro più pulito in circolazione é Klaus. É davvero ossessionato dalla pulizia.»

Il suono di quel nome pronunciato da Bonnie fa scattare qualcosa dentro di me.

Smetto di baciarla e la guardo dritta negli occhi, fingendo di non essere infastidito dal paragone.

«È estenuante dover sempre competere con dei vampiri da quattro soldi.»

Le sposto dietro l'orecchio una ciocca di capelli.

«Non devi competere proprio con nessuno. Tu sei l'unico vampiro che sia mio.»

C'è qualcosa di estremamente rassicurante in queste parole, qualcosa che mi apre un sorriso sul viso e mi porta a baciarla con ardore.

Qualcosa che mi porta ad amarla un po' di più.

Non ho portato Elijah nella mia camera d'albergo per "approfondire" il nostro legame appena nato, l'ho fatto perché ho letto nel suo sguardo l'implicita richiesta di aiuto di potersi aprire con qualcuno, confidando tutto ciò che ha bisogno di dire a voce alta.

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