Nell'oscurità le parole pesano il doppio.
(Elias Canetti)
Mi avvolge l'oscurità.
Mi attanaglia. Mi asfissia.
Bonnie e Caroline sono sedute vicino a me, sul divano.
Fissiamo un punto indistinto davanti a noi mentre la musica jazz dei locali sulla strada é talmente alta da arrivarci, forte e assordante, dentro l'anima.
Un'ora dopo che Stefan e Damon erano usciti a prendere le erbe per Bonnie, Elijah é andato a cercarli ed é tornato, senza di loro.
Mezz'ora dopo, un nuovo biglietto é comparso davanti alla porta di casa.
Una foto con Klaus, Damon e Stefan incoscienti, appesi al soffitto di una stanza buia e angusta, proprio come i miei pensieri da un'ora e mezza a questa parte.
Come abbiamo potuto fidarci a lasciarli andare da soli? Elijah sarebbe potuto andare con loro!
Anche Lexi li avrebbe potuti seguire, ma soprattutto anch'io e Bonnie saremmo potute uscire insieme a loro.
Se l'avessimo fatto, adesso non ci troveremmo in questa terribile situazione.
Loro non si troverebbero legati a un soffitto a passare le pene dell'inferno.
Non riusciamo neppure a guardarci perché il senso di colpa é troppo grande e temiamo di vederlo riflesso negli occhi della nostra compagna.
Caroline ci ha preparato un té, ma né io, né Bonnie l'abbiamo toccato.
Si é raffreddato senza che lo degnassimo di uno sguardo.
Intanto, fuori e dentro di me quella musica allegra e gioiosa risuona, macabra colonna sonora di pensieri e timori molto più oscuri.
Non riesco a smettere di tenere tra le mani il ciondolo con la verbena che mi ha regalato, non riesco a smettere di toccare l'unica cosa che ho di lui, adesso.
Ho paura. Ho così tanta paura.
Perché amo Stefan e non voglio perderlo, non ora, non così.
Non in una notte piena di stelle in cui risuona nell'aria una musica spensierata sulle cui note vorrei ballare insieme a lui, vorrei lasciarmi andare a lui.
Stefan mi é entrato dentro, dal nostro primo sguardo.
Dal nostro primo ballo, al chiaro di luna.
É dentro la mia anima, il mio cuore e il mio corpo.
É nelle mie vene.
E, adesso che non c'è, é come se fossi stata privata di una parte di me.
E fa male, fa tanto male.
Quando apro gli occhi, sono appeso, letteralmente.
Alla mia destra c'è Damon e, alla sinistra, Klaus.
Appena mi vede, abbozza un sorriso, per quanto gli sia possibile, date le ferite sul suo petto nudo. «Pensavo che mi avresti salvato, Stef, non che saresti diventato il mio compagno di torture.» parla debolmente, ma riesce ancora a parlare, per fortuna.
La sua voce é flebile come la fiamma di una candela che si sta per estinguere.
Sono indolenzito e non riesco a muovermi.
«Come sta Caroline?» chiede lui.
«Soffre, ma non é sola.»
Anche Elena e Bonnie stanno soffrendo in questo momento.
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You Have Me
RomanceOgni viaggio é una vita. Una vita a se stante, sempre diversa dalle altre, mai uguale a quella che l'ha preceduta. Questo viaggio ci ha portati qui, nella Grande Mela, popolata da giovani pieni di speranza, speranza in una rinascita dopo la Gran...