29. La Quercia Bianca

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L'amore può condurci all'inferno o al paradiso,

comunque ci porta sempre in qualche luogo.

È necessario accettarlo,

perché esso è ciò che alimenta la nostra esistenza.

(Paulo Coelho)

La luce che filtra, attraverso le tende della mia camera, illumina l'anello di lapislazzuli di Klaus.

Elena e Caroline sono sedute al mio fianco, sul letto.

Le guardo, speranzosa di ritrovarlo e di ritrovare Damon e Stefan.

Mi sembra di percepire un sorriso nelle loro labbra piegate e nei loro occhi brillanti.

Lo stesso sorriso che percepisco nei miei.

La nostra ricerca sta giungendo al suo punto d'arrivo, al punto risolutivo.

«Adesso localizzeró il luogo di provenienza di questo anello, legandolo al cristallo magico.»

Prendo il cristallo dal baule ai piedi del letto e lo immergo nella pozione che ho preparato con le nocciole e l'alloro.

In questo modo, la pietra diventa un localizzatore e, avvolgendo la cordicina a cui é affrancata intorno all'anello, potrò rivelare con esattezza il luogo in cui si trovano.

Sento gli sguardi di Elena e Caroline puntati su di me, mentre pronuncio a voce alta l'incantesimo. Passa un istante carico di tensione in cui sento il calore emanato dalle candele sulla mia pelle, in cui mi sembra di prendere fuoco mentre mi concentro con ogni fibra del mio corpo.

La mia mano guida il movimento rotatorio del cristallo sopra la cartina, finché non sento una forza sconosciuta porre fine a quel movimento.

Solo allora, il cristallo e l'anello cadono sulla cartina, individuando il luogo in cui Damon, Stefan e Klaus si trovano proprio in questo momento.

Grand Concourse, 161, Bronx

Scoppio a ridere.

Mi sono accorto che il mio anello é scomparso, non appena Rebekah ha spalancato completamente la finestra e un raggio di sole ha colpito il tavolo di fronte a noi.

Il tavolo su cui lei ha radunato tutti i nostri anelli e un paletto bianco.

Prima che il mio sguardo si posasse su di esso, sono riuscito a scorgere i rami di una quercia, proprio fuori.

C'era una quercia bianca dove sono nato e cresciuto, una quercia che era il nostro punto di ritrovo, quando eravamo piccoli, quando eravamo umani e io non ero ancora diventato il mostro che sarei stato in seguito.

Il mostro che ha portato mia sorella a essere quella che è e a commettere le sue azioni contro di me.

«Che cosa sta succedendo?» domanda lei, infastidita dalle mie risate.

Non le rispondo. Continuo a bruciare e a ridere allo stesso tempo, cercando di non concentrarmi sul dolore, ma di pensare a respirare, a continuare a respirare.

Le mie risate continuano.

Vengo torturato da giorni e scoprire che qualcuno ci sta per ritrovare sul serio mi riempie di gioia.

«Strano modo di sfogare il dolore, Klaus.» esclama Damon.

Anche lui e Stefan stanno per diventare dei polli arrosto, ma, dato che loro sono nella parte di scantinato in penombra, non possono bruciare quanto me.

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