16. Fiori di pesco

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Quei giuramenti, quei profumi, quei baci infiniti, rinasceranno.

(Charles Baudelaire)

Il sapore delle labbra di Damon è indescrivibile.

Pensavo sapessero di sangue e violenza, invece hanno il sapore della speranza, della primavera e delle fragole mature.

Non ho potuto respingerlo quando mi ha baciato perché se l'avessi fatto, l'avrei rimpianto per il resto della mia vita.

Così, eccomi qui, a baciare l'unico vampiro che vorrei avere sempre al mio fianco, oltre a mio fratello.

Mi lascio andare a quel bacio. Mi lascio andare a Damon.

E niente sembra più giusto di questo.

Gli accarezzo i capelli mentre lui schiude le labbra e lascia che la sua lingua stringa la mia in un contatto fatto di istinto e anima, corpo e mente.

Non riesco a pensare a niente che non sia racchiuso nella sua bocca.

Quando i respiri si fanno più frenetici e affannati, Damon si stacca da me e mi sorride.

Mi sorride come solo lui sa fare, scaldandomi il cuore e facendomi perdere l'equilibrio.

Gli sorrido anch'io, con le guance più rosse del tramonto.

Non riesco a pronunciare il nome di Elena, anche se ci sto pensando.

Non riesco a pronunciarlo perché, diversamente da quanto mi sarei aspettata, non ho sensi di colpa. Neanche uno.

Fortunatamente, Damon capisce il mio sguardo.

«L'ho lasciata, Bonnie. Ho lasciato Elena.»

La gioia di quella notizia mi fa sorridere ancora di più mentre gli occhi mi brillano dalla contentezza. Salgo sulle punte e gli do un bacio a fior di labbra.

«Ne sono felice.»

Damon scoppia a ridere. «E io sono felice del quadro che stai facendo.»

Solo allora mi rendo conto che stavo dipingendo Damon sulla tela e, adesso, ce l'ho proprio di fronte a me, in carne e ossa.

Me ne ero completamente dimenticata.

«In realtà, lo sto dipingendo solo per me.»

Damon ridacchia mentre mi accarezza il viso e un brivido mi solletica dal punto in cui le sue dita hanno toccato la mia pelle fino a diffondersi dentro ogni cellula del mio corpo.

«Lo darai a me, volente o nolente.»

Lo guardo intensamente mentre cerco le parole giuste da dire.

«Non avrai il ritratto di te stesso nudo, non quando già puoi sempre avere l'originale a casa.» Damon sgrana gli occhi, sorpreso dalla mia audacia.

«Non pensavo ti piacesse il mio corpo, streghetta. Sembravi indifferente al mio charme. Pensavo mi trovassi volgare.»

«Ti trovo volgare, Damon, non temere. Ma sono una pittrice. So come guardare quello che mi circonda, bellezze e bruttezze comprese.»

Damon si avvicina pericolosamente a me, respirandomi in faccia, scaldandomi con il suo caldo e irresistibile respiro.

«Penso che queste bellezze dovrebbero essere scoperte.»

Pongo l'indice sulle labbra di Damon prima che possa farmi fare qualcosa di cui possa pentirmi.

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