24. Cenere Rivelatrice

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Sapere ciò che tutti sanno, è non sapere nulla.

Il sapere comincia là dove comincia ciò che il mondo ignora.

(Rémy de Gourmont)

Non mi stupisce che Stefan si sia dimenticato il suo orologio a casa mia.

Quando lui e Damon hanno "litigato", hanno lanciato in giro ogni cosa che capitasse sotto le loro mani.

Non mi abituerò mai alla forza dei vampiri e spero che la lotta distruttrice non sia il loro passatempo preferito.

Quando scendo dall'ascensore per raggiungere il piano in cui si trova l'appartamento di Klaus e Stefan, la porta é già aperta. Perplessa, entro dentro.

«É permesso? C'è nessuno qui? Klaus, Caroline? Se ci siete solo voi, vi lascio soli...Devo solo lasciare qui l'orologio di Stefan...»

Non faccio in tempo a continuare a parlare che sento dei singhiozzi.

«Elena, sono qui.»

La voce disperata e rotta dal pianto della mia amica mi spinge a correre verso la stanza in cui si trova. Caroline é seduta per terra, il suo vestito azzurro con le perline bianche é sporco di rosso mentre una pozza di sangue e vino si tramuta nel centro della mia attenzione.

«Cosa é successo?»

Lei mi guarda, piangendo. I suoi occhi solitamenti così vivaci e brillanti per la gioia di vivere, ora, sono coperti da uno spesso velo di lacrime che ne fa perdere il consueto brio.

«Non lo so, Elena, non lo so. Sono venuta qui e Klaus non mi rispondeva, allora l'ho chiamato, urlando, e lui ha gridato di andarmene.. C'era qualcuno, lo so. Altrimenti perché mi avrebbe cacciata via? Ma quando ho fatto per aprire la porta di questa camera, lui era già scomparso. C'era solo il suo sangue.»

Non ho idea di che cosa possa essere successo.

Non so quali siano i nemici dei vampiri, ma temo che si tratti sempre di creature sovrannaturali particolarmente minacciose e forti. Non lo dico alla mia amica, naturalmente.

Il mio compito é quello di rassicurarla e darle conforto.

L'aiuto ad alzarsi e la faccio sedere sul letto, dopo essermi assicurata che i pezzi di vetro della bottiglia rotta venissero rilegati in un angolo, senza provocare ulteriore danno.

L'abbraccio e lascio che le sue lacrime mi bagnino le spalle mentre le accarezzo la schiena.

«Andrà tutto bene, vedrai. Appena ritornerà Stefan, saprà trovare una spiegazione a tutto questo. Sono sicura sia meglio di quanto pensi.»

Passano dei minuti o forse delle ore quando mi alzo per andare a prepararle un té caldo.

Prima di uscire dalla stanza di Klaus, Caroline mi richiama.

«Grazie, Elena. Davvero.»

Le sorrido, cercando di confortarla, ma dentro di me non riesco a non pensare al peggio.

Se è vero che i vampiri sono così forti, come mai Klaus non è riuscito a difendersi?

Sto per versare il té nella tazza quando sento le voci di Stefan e Bonnie che entrano in casa.

Mi dirigo verso l'ingresso. Il sorriso sul viso di Stefan si rabbuia mentre mi guarda, preoccupato.

«Elena, é successo qualcosa?»

Prima che gli possa rispondere, mi viene incontro e spalanca le braccia, stringendomi forte a sé.

Lo abbraccio anch'io con tutto l'amore che sento per lui, lasciandomi andare al suo profumo, alla sua essenza.

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