Capitolo 14

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Entrai in macchina e trovai Benjamin con il cappuccio in testa, la mascella serrata e stringeva il volante con le mani tanto da aver le nocche bianche.
Sussurrai un ciao quasi impercepibile.
<Ci voleva molto per salutarlo?> chiese lui acido.
G:<Non c'è bisogno di essere incazzato, qua l'unica ad essere incazzata dovrei essere io. Dovevo cenare con lui ma Fede mi ha chiamato decendomi che tu eri venuto a prendermi alle 20, quando saresti dovuto rimanere a casa!> dissi seria.
<Andiamo a casa adesso.> continuai.
Lui accese la macchina e partí. Durante il tragitto, che sembrava più lungo del solito, stavo rispondendo a tutti i messaggi di Eleonora che mi aveva lasciato su ogni social possibile e immaginabile. <Potresti smettere di usare il cellulare. Ti ricordo che ci sono anche io.> sputò lui acido. Feci un bel respiro profondo e spensi il cellulare.
<Dove stiamo andando?> chiesi non riconoscendo la strada di casa. <In un posto> disse lui serio.
<Benjamin non ho voglia di essere la vittima di uno dei tuoi soliti scherzi, adesso torna a casa.> dissi un po' disperata.
<Certo che quando qualcuno ti vuole fare una sorpresa devi rovinare anche quella.> disse lui scazzato
G:<Benjamin qui non si tratta di una sorpresa ma di un rapimento. Mio fratello sarà preoccupato sono le 9!>
B:<E certo perché Federico penserebbe una cosa del genere su di me. Sono una brava persona in fondo.> disse lui facendo un sorriso malefico.
G:<Benjamin mi stai facendo paura, torna a casa, tu stai male e questo posto non lo conosciamo.>
All'improvviso lui frenò di colpo.
<Apri lo sportello e scendi.> disse lui scendendo dalla macchina.
Spaventata feci quello che mi disse. Eravamo in alto. Potevo vedere tutto il mare e il sole che era appena tramontato. Il cielo era azzurro, misto a rosa e arancione con sfumature viola. Era bellissimo. Due braccia possenti mi strinsero da dietro. Poggiò le sue labbra calde sul mio collo. Il piercing freddo, mi fece rabbrividire. <Non sopporto quel ragazzo.> disse lui staccandosi da me.
G:<Perché Benjamin non ti ha fatto nulla. È mio amico.> dissi dispiaciuta
B:<L'idea di te insieme ad uno sconosciuto mi ha fatto impazzire e sono venuto a prenderti il più presto possibile.>
Aveva il cappuccio ancora sollevato, il naso rosso per il raffreddore, ma era comuque bellissimo. Cercai di non farmi abbindolare da lui e dissi <Dovresti avere un po' di fiducia in lui. È un bravo ragazzo. È un buon amico.>
B:<Vi ho visto al centro commerciale mano nella mano, devo credere che non ci sia più di una semplice amicizia?>
Si allontanò e si avvicinò alla macchina sbuffando.
<Non mi dire che ci stavi spiando?!> dissi furiosa.
<Stavo controllando che lui non ti facesse del male, devi stare attenta alle persone che non conosci!> disse lui con aria sfacciata.
<Benjamin l'unico di cui io devo stare attenta sei tu! Mi hai "rapito"-dissi mimando le virgolette- e portato in un posto disperso dal mondo, si sta facendo buio e mio fratello sarà preoccupato, e tu mi dici che devo stare attenta a lui? Tu non stai bene Benjamin!> dissi incazzata. <Almeno lui è gentile non come te che sei sempre incazzato con me, quando mai io ti ho fatto qualcosa per essere trattata così da te?!> detto questo avevo le lacrime agli occhi e mi incamminai velocemente verso casa.
Non sapevo dove fosse a dire la verità ma ci sarei arrivata in qualche modo.

Mi si fermò una macchina affianco, abbassò il finestrino e vidi lui. Il mio cuore perse un battito.
<Smettila di fare la bambina e sali in macchina che è pericoloso.> disse lui.
Senza dire una parola mi sedetti in macchina e arrivammo a casa.

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