Chapter Five

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«Ti ha baciata?» chiedono contemporaneamente Laila e Sasha, sconvolte dalla mia notizia, entrambe con i loro visi proporzionati e bellissimi. Io continuo a credere che un viso così, tutto occhiaie, borse e capelli gonfi e mossi a contornarlo, proprio non me lo meritavo. E proprio per questo rimango qualche secondo ad osservarle, perdendomi tra i dettagli perfetti dei loro visi. Mi perdo negli occhi color dell'oceano di Sasha, e nei suoi capelli lisci e lunghi, tanto arancioni da averle fatto affibbiare il nomignolo "Pel di carota" all'età di undici anni. Fortunatamente adesso nessuno osa più chiamarla così, anche perché sono proprio i suoi capelli a farle risaltare ancora di più il bel viso che si ritrova. E poi mi perdo in Laila, che gli occhi ce li ha proprio azzurri, d'un azzurro così vivo che sembra di essere sospesi in cielo solo a fissarli. Mi perdo tra le onde delicate dei suoi capelli castani, in alcuni punti tendente al biondo...

«Terra chiama Rain» Sasha mi passa una mano sul viso, distraendomi dai miei pensieri e riportandomi sulla terra ferma.

«Mi ha baciata» affermo, cominciando ad annuire così forte che potrei benissimo essere scambiata per uno di quei pupazzetti con la testa molleggiante, i cosiddetti bobbleheads.

«Ma perché mai?» Laila è sempre più sconvolta e la cosa mi offende, e non poco. È come se per lei fosse impossibile pensare che qualcuno abbia avuto voglia di baciarmi, o addirittura l'abbia fatto.

«Che ne so» borbotto, trattenendomi dal mandarle un'occhiataccia.

«Be', dovresti chiederglielo» Sasha fa spallucce e alza le spalle nella sua solita posizione austera. Sembra una regina, lei. E io la sua serva. Non sono Cenerentola, però, non diverrò mai una principessa tutta sole, cuore, amore.

«Magari lo farò» annuisco ancora una volta, e guardo le mie amiche – quasi amiche – con una leggera invidia sulla punta della lingua. Il punto è che io potrei pure accettare il mio non essere bellissima, ma non ho altre qualità. Non sono intelligente, non sono simpatica, non sono neanche amichevole. È già assai che il mio cane abbia voglia di avere a che fare con me, una volta ogni tanto, quando gli fa comodo, diciamo pure quando ha fame.

«Io devo andare. Martha ha bisogno delle mie magiche mani» aggrotto la fronte e fisso Laila, evitando di fiatare.

«Laila! Non ce ne frega nulla!» Sasha si tappa le orecchie e Laila scoppia a ridere, per poi darci un veloce bacio a stampo sulle guance e andare via. «Allora, cosa ti va di fare?» mi chiede subito dopo Sasha.
«Quello che vuoi.»

🌙

Sasha mi porta in casa di uno dei suoi tanti amici, perché qui a Los Angeles si usa far festa anche senza motivo, e mi offre da bere, ma rifiuto, nonostante vorrei accettare per farla pagare ancora un po' ai miei genitori. Ma non ne posso più di bere e non ne posso più di subire il mal di testa post sbornia.

«Rain, ti presento Josh. Josh, lei è Rain» Sasha mi presenta il suo migliore amico, nonché amico di letto da qualche mese a questa parte.

«Piacere» gli porgo la mano, che stringe subito, con una stretta forte e vigorosa.
«Piacere mio. Ho sentito molto parlare di te» la sua voce è roca e il desiderio di registrarlo mentre parla per ascoltarlo prima di andare a dormire è molto forte. Oltre che essere un pochino inquietante.

«Davvero?»
«Sì. Sasha mi ha raccontato di come vi siete conosciute» sorride e il desiderio di fotografare il suo sorriso e osservarlo prima di andare a dormire è molto forte. Oltre che essere un pochino inquietante.

«Oh» il ricordo del mio cane che ringhia e attacca i tre cuccioli di labrador di Laila, Sasha e Calum – che hanno adottato contemporaneamente perché loro sono veri amici – è ancora vivo nella mia mente.

Rain || 5SOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora