Chapter Ten

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Osservo la casa di fronte a me e i ricordi riaffiorano nella mia mente, lasciandomi un gusto amaro in bocca. Fino a che Michael non decide di starnutire e distruggere il bel momento che si era creato nella mia testa.

«Siete pronti?» mormoro ai due ragazzi posti ai miei lati, entrambi in tuta, così come me. Peccato che loro sembrino comunque due adoni greci. Invece sembra che a me abbiano appena rilasciato da un istituto psichiatrico.

«No» sbotta Michael, lasciandomi basita.
«Come, scusa?»
«Ah?» chiede il ragazzo, confuso, sfilandosi dalle orecchie gli auricolari neri. «Hai per caso detto qualcosa?»

«Ho detto se siete pronti e tu hai risposto di no» borbotto, inarcando le sopracciglia.

«Stavo canticchiando la canzone di Meghan Trainor, scusami» mette su un tenero broncio e sospiro. «My name is no, my sign is no, my number is no

«Quand'è che precisamente tu ascolteresti Metallica e AC/DC?» domando sconvolta, ficcando la chiave di casa nella serratura, forzandola per riuscire ad aprirla. La porta d'entrata è sempre stata difettosa e io ho sempre passato ore, al ritorno da scuola, sotto il sole cocente a causa dei miei problemi ad aprirla, nella speranza che i miei tornassero il prima possibile o che Sunshine finisse presto da scuola e decidesse di saltare le sue attività extracurriculari.
«Mi piace variare» bofonchia.

«Rain, ce l'hai fatta?» mi chiede Calum quando nota che sono ancora in lotta con la porta d'entrata.
«A te sembra che ci sia riuscita?»
«No.»

«Provaci tu» faccio una smorfia e gli passo la chiave. Calum la inserisce nella serratura e apre la porta senza alcuna difficoltà, lasciandomi a bocca aperta. «Solo perché sei più bravo a ficcare le cose dentro i buchi, quindi non vale» borbotto, entrando in casa, con le risatine sotto i baffi dei ragazzi alle mie spalle. Li detesto. Giuro che li rinchiudo in questa casa e scappo coi loro soldi.

Mi guardo attorno e la situazione è peggiore di quanto credessi. Il trasferimento è stato così veloce che il pavimento è pieno di sporcizia e i letti e i divani che abbiamo lasciato sono sommersi da scatole con oggetti che i miei genitori hanno additato come inutili. In più, alcuni insetti svolazzano e camminano qua e là, come se la casa fosse ormai di loro proprietà.

«Diamoci da fare, su» Calum stringe tra le mani una scopa, tra le tante che abbiamo portato, e inizia a spazzare per terra, alzando un polverone grigio che ci fa tossire malamente.

«Sarà un lungo lavoro» mi lagno, dirigendomi verso gli scatoloni, decisa a controllare quelli, per capire cosa ci sia da buttare e cosa da tenere.

«Posso mettere su un po' di musica?» sia io che Calum guardiamo Michael con sconforto, ma annuiamo. Parte What Makes You Beautiful degli One Direction e non posso fare a meno di lasciarmi andare ad un urletto acuto, in ricordo del mio periodo da grande fan del gruppo, per poi cantare dietro Liam Payne, usando la scopa come microfono e il letto come palco. Michael mi segue a ruota, facendo le stesse mosse che faceva Harry Styles sul palco durante l'On The Road Again tour.

«Ci metteremo più tempo di quanto mi aspettassi» Calum scuote la testa e continua a spazzare per terra, muovendo la testa a ritmo di musica. Io e Michael scendiamo dal letto e ci mettiamo a lavoro insieme a lui.

Poco dopo, parte dalla riproduzione casuale Hey ho! Andiamo a lavorar, la famosa canzone che cantano i Sette Nani in Biancaneve e i Sette Nani.

«E così, e così, e così, e così...» dice Calum, allargando le braccia.
Io e Michael ci mettiamo accanto a lui, anche noi con le braccia aperte, e concludiamo la frase con: «Ci trovate sempre qui!»

🌙

«Ho sonno» mi sdraio sul letto della stanza del b&b che abbiamo affittato per i giorni che passeremo qui a Phoenix, in Arizona, e affondo la testa nel cuscino candido e morbido.

«Ho fame» Michael si sdraia al mio fianco, sfiorandomi col suo braccio sudato.

«Ho sete» Calum si unisce a noi sul letto matrimoniale, racchiudendomi al centro come una bambina coi suoi due genitori omosessuali.

«Sareste una bella coppia» mormoro, guardando i due ragazzi con aria sornione.

«Assomigli a Bella Swan» replica Michael, osservando con attenzione il mio viso stanco.

«Bella è Bella, cioè, nel senso, Isabella Swan è bella. Io no» borbotto, sentendo la stanchezza farsi sempre più insistente nel mio corpo.

«Anche tu sei Bella.»
«No, io sono Rain» dico a Calum in risposta alla sua affermazione.
«Simpatica come un palo su per il culo.»

«Vado a farmi una doccia» esclama Michael, alzandosi e prendendo il necessario per darsi una pulita.

«Attento a non svenire per la fame» lo avverto, biascicando le parole a causa della stanchezza. Perlomeno mi sono già lavata.

«Giuro.»
«Ci conto, Mike» gli mostro il mio pollice tirato in su e accenno un sorriso.

«Rain...» mormora Calum, sistemandosi in posizione fetale e respirandomi addosso.
«Sì?»

«Mi sbagliavo» tiene gli occhi chiusi e il suo respiro caldo continua a colpirmi il viso, solleticandomelo.
«Riguardo cosa?»

«Riguardo te. È vero che hai un carattere di merda e hai sempre da dire su tutto e tutti, ma a me piaci così come sei» apre gli occhi e li punta su di me, mettendomi a disagio per la loro profondità.

«Mi sbagliavo anche io. Siete anche più coglioni di quanto credessi» ribadisco.

Calum ridacchia e annuisce, spostando lo sguardo sulla stanza, posandolo sulle nostre piccole valige e sulla scrivania in legno di fronte a noi. Poi lo sposta verso la finestra, guardando fuori. «Rain...» mormora ancora una volta.
«Cosa c'è?»
«Lì fuori c'è qualcuno che ci sta fissando.»

🌸🌸🌸

HOLA!
Dovrei smetterla di urlare ogni volta...
Come state?
Spero bene. Spero davvero stiate bene.
Oggi non ho molte cose da dire.
Vorrei solo farvi sapere che ho pubblicato il prologo di una nuova storia (Freaking me out || Michael Clifford) e spero vivamente vi piaccia tanto quanto piace a me.
In più, vorrei dirvi che Wattpad mi odia e quindi mi si eliminano le gif in alcuni capitoli e capita che debba rimetterle. Spero non vi arrivino notifiche a riguardo.

Cosa ne pensate di questo capitolo? Del trio Rain/Calum/Michael?
Fatemi sapere con un commento e ricordatevi di lasciare una stellina. E se vi va, di condividere la storia sui vostri social.

Vi voglio beeene.
Grazie di tutto. ❤️
- Tatia;

Rain || 5SOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora