Chapter Thirty-Six

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«Non mi piace questa situazione» borbotta Saturn, osservando con curiosità la mia stanza, prendendo in mano tutti gli oggetti che la adornano per poi rimetterli in posti differenti.
«Neanche a me» mormoro spaventata, lo sguardo di Calum ancora inciso negli occhi, lo sguardo di mia sorella ancora inciso nel cuore. E le cuciture son fatte così bene che non riesco a strapparli via.

«Venite tutti qui» dice Aurora, sempre la più matura tra di noi, facendoci spazio nel mio letto. Ci mettiamo a cerchio, tutti vicini, gamba contro gamba, anima contro anima. «Cosa credete che stia accadendo?» chiede, rilasciando un sospiro. Poco fa io e Luna abbiamo raccontato al resto del gruppo ciò che è accaduto a scuola, tra l'attacco e la morte dello zio di Aurora, nonché il nostro preside, ma nessuno dei tre ricorda niente.

«Magia, probabilmente» faccio spallucce e mi stringo le ginocchia al petto, osservando il volto di Aurora, due chiazze nere sotto agli occhi rossi, per aver pianto più volte nel corso della giornata.

«Lo penso anche io» accondiscende la stessa, per poi storcere le labbra, confusa. «Ma che tipo di magia? Esiste una magia capace di creare tutto ciò?» allarga le braccia e indica l'ambiente circostante, indispettita.

«Non ne sono sicura» mi mordicchio il labbro inferiore e mi trattengo dal sospirare pesantemente, nella speranza di far fuoriuscire tutta l'ansia incentrata nel mio stomaco dolorante. Invece Luna, al mio fianco, trattiene il respiro, facendo voltare tutti verso di lei. «Che succede?» le chiedo preoccupata. Tutto ciò che fa è annuire, convinta. «Luna?» le scuoto il braccio, ma continua a non prestarmi attenzione, troppo concentrata sui suoi stessi pensieri. «Cristo Santo, Luna, rispondimi, o giuro che ti lego all'albero in giardino per tutta la notte» borbotto infastidita e preoccupata allo stesso tempo.

«Mia madre mi ha sempre detto di condividere i miei problemi con le persone fidate, perciò: dov'è il bagno?» mi domanda alla fine, inchiodando i suoi occhi stralunati nei miei, non dandomi il permesso di spostare lo sguardo su tutt'altra parte.

«Vieni, te lo mostro» le faccio cenno di uscire dalla mia stanza, ma vengo interrotta dalla voce di Aurora.
«Scusa, ma questa porta non è il bagno?» indica la seconda porta della mia camera.

«È il bagno di camera mia, ma il water non è funzionante» faccio una smorfia ed esco dalla stanza, sentendomi lo sguardo poco fiducioso di Aurora addosso. Comunque porto Luna nel bagno degli ospiti, camminando tranquilla per la casa, tanto i miei genitori al momento sono fuori per cena. Appena entriamo in bagno, punto lo sguardo su di lei e «Cosa c'è?» le chiedo.

Luna sorride soddisfatta, contenta per il fatto che abbia capito il suo "piano". «Mia madre mi ha sempre insegnato ad ascoltare gli altri e una volta noi ascoltammo attentamente il Professor Evans» mi fa sapere, tenendo le spalle belle dritte e lo sguardo ancora incrociato col mio.

«Magia nera...» mormoro, appoggiandomi alla porta chiusa dietro di me. «Cazzo» mi passo una mano sul viso e scuoto la testa. Tutto ciò è un incubo, deve esserlo. «Dovremmo dirlo agli altri?» le chiedo, pensierosa, e Luna annuisce. «E allora perché lo hai voluto dire prima a me?» Luna fa spallucce. «Va be', andiamo» borbotto, certa che discutere con lei sia inutile.

Torniamo in camera mia e ciò che ci ritroviamo davanti appena rientrate è Aurora in piedi, a braccia incrociate, con Saturn e Sirius alle sue spalle. «Perché hai mentito?» mi chiede, indicando la porta aperta del bagno.

«Lo hanno aggiustato?» chiedo sorpresa, portandomi una mano sulla bocca spalancata. «Gli ho chiesto per mesi di sistemarlo e non mi hanno mai dato ascolto. Appena sono sparita, si sono presi la briga di aggiustarlo. Che odio!» sbuffo annoiata e mi dirigo verso il bagno, applaudendo soddisfatta. Lancio un'occhiata di sbieco ad Aurora, cui viso adesso è molto più tranquillo, e sospiro mentalmente, felice che si sia bevuta la mia menzogna.

«Sirius ha avuto un'idea, comunque» mi fa sapere Aurora.
Ci rimettiamo a letto e guardo Sirius, con la fronte aggrottata. «Un'altra? Due in un giorno?! È un record!» esclamo, trattenendomi dal fargli un applauso pieno di soddisfazione.

«Ho pensato che magari si tratti di magia nera» si gratta la nuca imbarazzato.
Mi costringo a tenere la bocca chiusa, nonostante essa senta il bisogno di socchiudersi, sorpresa. «Potrebbe» dico invece, pensierosa. Sento lo sguardo stralunato di Luna addosso, ma evito di incrociarlo. «Tu che ne pensi?» chiedo ad Aurora.

«Non ho mai sentito parlare di magia nera. Non credo esista» si stringe nelle spalle e storce le labbra.
«Esiste. Un giorno un professore della nostra scuola ce lo disse» le spiego, portando una mano tra i capelli, giocherellandoci leggermente per scacciare via la mia ansia opprimente.

«Io non crederei al Professor Evans, se fossi in voi» borbotta, incrociando le braccia al petto.
«Nessuno ha mai fatto il nome del Professor Evans» le dico, socchiudendo gli occhi.

«No? Allora devo aver sentito il suo nome da qualche parte.»
Annuisco, poco convinta, e poi «Volete qualcosa da mangiare?» chiedo.
«Te» risponde Saturn, facendomi l'occhiolino.
Sarà una lunga, lunga, lunga nottata.

🌸🌸🌸

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Ci ritroviamo giovedì con l'epilogo di Freaking me out.
#Staytuned 😎
A presto.
- Tatia;

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