Chapter Thirty-Two

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Se c'è una cosa che più detesto oltre la mia vita, è il non poter bere alcol. Non è giusto. Odio il fatto che i maghi abbiano tutta questa magia dentro e poi per un po' di alcol escano fuori di testa e facciano apparire dal nulla dei gabbiani fastidiosamente intelligenti – non che mi sia mai successo. Odio il fatto che mentre tutti gli altri adolescenti vivano il loro periodo di trasgressione, a me una semplice sigaretta rischia di farmi sparire e farmi ritrovare un secondo dopo dall'altra parte del mondo con un canguro accanto pronto a scalciare – non che mi sia mai successo anche questo.
Insomma: che schifo.

Sbuffo e osservo i miei amici che parlottano tra loro del nulla, lasciandomi in disparte nonostante oggi sia il 13 Settembre, ovvero il giorno del mio diciannovesimo compleanno, anche detto il giorno in cui potrò andarmene via da questa scuola. E non so come sentirmi, perché questi quattro psicopatici qui mi mancheranno, ma rivedere Sunshine (e Calum) è il mio desiderio più grande, l'unico che esprimerò soffiando quelle misere candeline che Aurora è riuscita a recuperare.

«Ragazzi, io vado alla ricerca di Stella e Monte Bianco, che si sono affezionati alla cocca dei professori. Aspettatemi qui» dice Aurora, prima di farmi l'occhiolino e uscire dalla stanza che io e Luna condividiamo.

«Mi chiedo quale genitore malato di mente chiami il proprio figlio Monte Bianco» borbotta Saturn pensieroso.
Sospiro e mi decido a prendere la parola prima che i neuroni di Saturn si uccidano per il troppo lavoro. «Il suo nome è Monte.»

«Quindi qua non siamo di fronte ad un caso di malattie mentali, bensì di fronte a puro odio.»
«Be', Saturn, ti ricordo che tu hai il nome di un pianeta» rispondo, facendo spallucce, già annoiata dalla conversazione in corso.
«Sì, ma il pianeta più bello dell'intero universo!» esclama entusiasta, mettendo su un sorriso soddisfatto.

«No» dico solamente, alzando gli occhi al cielo e dando alcune carezze veloci ad Ares, che in questi mesi si è comportato da cane perfetto. Ha sempre fatto la pipì sulla porta della stanza della Professoressa Schneider; e la pupù sempre accanto ai pomodori del Professor Madden (e aggiungerei che i pomodori sono cresciuti con un colore e una forma splendida); ha mangiato sempre ciò che gli ho dato; e non ha mai abbaiato fuori orario (ha sempre iniziato ad abbaiare mentre io non ero in camera, ma i vicini di stanza stavano studiando). Insomma, un cane modello.

«Cos'è stato questo rumore?» chiede allarmato Sirius, mettendosi sull'attenti.
«Io non ho sentito nulla» borbotta Saturn, seduto tranquillamente sul letto di Luna, mentre lei sta alla scrivania a studiare. Studia sempre, ma la sua opinione durante le lezioni la tiene sempre per sé. A differenza mia, che forse parlo pure troppo. Ed è per questo che il Professor Evans ha un debole per me. Come la maggior parte dei professori. Tutte queste attenzioni mi lasciano basita, però.

Qualche minuto dopo, un forte suono rimbomba tra le mura della scuola, facendoci sussultare tutti.
«Okay, questa volta ho sentito qualcosa» mormora Saturn terrorizzato, stringendo tra le braccia un peluche di Luna.

Altri suoni seguono quello precedente. Sembrano tuoni, ma non sono tuoni. Fanno lo stesso rumore dei botti di Capodanno, ma non siamo a Capodanno. In seguito a questi rumori cui fonte è sconosciuta, la stanza inizia leggermente a tremare e il panico pervade ognuno di noi, tutti stretti, l'uno vicino all'altro, che deglutiamo senza sosta buttando giù il nodo in gola, che comunque non scompare.

«Che cazzo sta succedendo?» la voce mi esce in un sussurro, ed è tremolante.
Luna indica l'armadio e mi ritorna in mente la prima conversazione che abbiamo avuto, e mi ritornano in mente gli scomparti segreti dell'armadio. Mi ci avvicino, a passi veloci, nonostante le gambe siano molli e il cuore mi batta all'impazzata, che sembra sul punto di fuoriuscirmi dal petto e scappare via da qualunque cosa stia accadendo in questo momento.

Faccio dei gesti veloci verso l'armadio, mormorando dei "per favore" imploranti, che a volte neanche riescono a risuonare nella stanza a causa dei boom che arrivano da dappertutto. Pochi secondi dopo, e nell'armadio appare una porta, alta circa la metà di me.

Mi giro verso i ragazzi e gli faccio cenno di entrare, per poi avvicinarmi ad Ares e coccolarlo dolcemente, dandogli alcuni biscottini per cercare di calmarlo e farlo stare zitto. I ragazzi si ficcano nella porticina, dopodiché costringo Ares ad oltrepassarla. E li chiudo dentro.
Io ho ancora delle cose da fare.

🌸🌸🌸

HOOOLA!
Come state? Al solito, come vanno gli esami e tutto il resto?

Cosa ne pensate di questo capitolo? Cosa pensate stia succedendo?
Fatemelo sapere con un commento e ricordatevi di lasciare una stellina.

Vorrei ringraziarvi per tutto il supporto, per tutte le visualizzazioni, le stelline, i commenti. Siete delle persone d'oro e non riesco neanche a spiegarvi quanto mi facciate felice.
Grazie davvero.

Ci ritroviamo giovedì con Freaking me out.
#Staytuned 😎
A presto.
- Tatia;

⭐️👁👁💧

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