Chapter Twenty-Two

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«Odio questo posto» borbotto, osservando il piatto di fronte a me, ripieno di verdure. Un minestrone, seriamente, ci hanno preparato un minestrone per pranzo? Ma che scuola è, ma dove sono le vecchie scuole che preparavano polpette, cotolette e patatine fritte di dubbia provenienza? Non va bene così, non va affatto bene. Dovrei fondare un club, ecco. Il Club Delle Persone Che Vogliono Mangiare Schifezze. Il CDPCVMS. È un bel nome. Suona bene.

«Cos'hai detto?» mi chiede un ragazzo, puntando lo sguardo scuro sul mio. Lo sguardo scuro. Come quello di Calum. Eccetto per la forma, poiché gli occhi in quel modo se li scorda.

«Ho detto che questo minestrone sembra davvero buono» fingo un sorriso e prendo una cucchiaiata di minestrone, per poi sputarlo nel tovagliolo di carta. Che schifo. Per un attimo m'è parso di star mangiando erba con un pizzico di sale.

«Vieni tra mezz'ora in biblioteca e mangerai un pasto decente» mi fa l'occhiolino e torna ad osservare il suo minestrone, girandolo e rigirandolo, schiacciando i pezzettini di verdura – o quel che sembrerebbe essere tale – e lanciandoli addosso ad un suo amico poco più in là.
Prima o poi mi libererò del disagio, lo giuro.

🌙

La biblioteca di questo posto è immensa e io non ho idea di dove andare, perciò per almeno dieci minuti rimango ferma all'entrata guardandomi attorno e sperando in un'illuminazione divina, o magari in qualcuno che passi e mi dica dove andare; andrebbero bene entrambe le cose, mi adatterei senza troppi problemi.

«Ehi, tu! Cosa ci fai lì impalata?»
Assottiglio lo sguardo e cerco di intuire chi mi abbia parlato, rendendomi conto di non riconoscere la voce. E come potrei, visto che le uniche persone che conosco in questa scuola sono Luna e il Professor Evans?

Sospiro e mi incammino verso la figura incappucciata, abbastanza distante da me, tenendo un passo veloce e uno sguardo vitreo. «Chi sei?» domando appena gli sono abbastanza vicino.
«Sei qui per il club del libro?»
«Veramente io...»

«Sì, è qui per quello. Andiamo, novellina» il ragazzo che mi ha dato appuntamento in questo posto appare dal nulla e mi fa cenno di seguirlo, per poi consigliarmi di coprirmi per bene il viso, sia mai che ci scoprano. Faccio tutto quello che mi dice, sbuffando di tanto in tanto perché i due ragazzi parlottano tra loro senza dirmi nulla, proseguendo per la loro strada come se non fossi due passi dietro di loro. Ma va be', il karma provvederà per me.

Raggiungiamo l'angolo opposto rispetto l'entrata della biblioteca e ci ritroviamo di fronte al nulla. Guardo con occhio critico i due ragazzi, e sbuffo quando noto che stanno ancora parlando tra loro senza darmi retta.

Sbuffo ancora più forte, ma continuano comunque a farsi i fatti loro come se io non esistessi. Va bene che sono bassa, però non così tanto.

«Allora» dicono contemporaneamente, facendomi sussultare dallo spavento, «Il punto è...» continuano insieme. Sono inquietanti, fin troppo. Mi ricordano i due gemellini del film Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali, che facevano tutto insieme. Solo che i gemellini erano adorabilmente inquietanti. Questi due sono inquietanti e basta.

«Che parli solo uno, per favore» li imploro, unendo le mani a mo' di preghiera.

«Parla lui» si indicano l'uno con l'altro e io scuoto la testa, disperata.
«Saturn, parla tu» borbotta il tipo che mi ha dato appuntamento qui.
«No, Sirius, parla tu» risponde a tono Saturn, lanciandogli un'occhiataccia.

«Silenzio, tutti e due!» una voce femminile spunta dal nulla, ma mi giro e mi rigiro, eppure non trovo la figura da cui è provenuta.

«E adesso chi cazzo sta parlando?» mormoro tra lo scocciato e il terrorizzato.

«Ehi, qui non si dicono parolacce» mi riprende, ricordandomi vagamente Steve Rogers, ovvero Capitan America, e la sua ossessione per il linguaggio pulito. Ripenso ad Ashton e alla maglietta che mi ha lasciato, e sono sul punto di andare a recuperarla nei recessi dell'armadio per darla in dono alla voce femminile, anche se non sono sicura abbia un fisico attaccato alla voce.

«Scusa, mamma» le rispondo, alzando gli occhi al cielo. I due ragazzi, Sirius e Saturn, ridacchiano sotto i baffi, forse nella speranza di non farsi sentire dalla voce misteriosa.

«Sirius, dille cosa deve fare. Saturn, falle pronunciare il giuramento» impartisce la voce con tono austero, nonostante non ne sia in grado, a causa della sua cristallinità.

Entrambi i ragazzi sospirano, ma annuiscono accondiscendenti e poi Sirius, con le sue spalle larghe e i suoi occhi scuri, prende la parola. «Prima di tutto, come ti chiami?»

«L'avete portata qui senza sapere il suo nome, davvero?»
«Lui l'ha portata qui, io non c'entro nulla» si difende Saturn, alzando le mani in difensiva.

«Mi chiamo Rain.»
«Si chiama Rain» dice Sirius alla voce, rimanendo comunque con lo sguardo rivolto verso di me.
«Okay, si chiama Rain, ora fai quel che devi fare» continua la voce seccata.

«Rain, sei qui perché il cibo ti fa schifo, giusto?»
«Sono qui perché mi hai detto di venire qui» borbotto, incrociando le braccia al petto. Saranno almeno venticinque minuti che mi trovo in questa zona dell'edificio e ancora non è accaduto nulla.

«Vero, ma hai borbottato di fronte al cibo, perciò credevo che...» si incespica e il panico inizia ad invadere i suoi occhi, facendomi ridacchiare.

«Perché siete così stupidi?» domanda esasperata la voce, e la posso benissimo sentire sospirare.

«Ma perché mi metti sempre in mezzo?» esclama a sua volta Saturn, decisamente più carino di Sirius, coi capelli corti, quasi del tutto rasati, e il viso, dai lineamenti dolci, offeso.

«Rain, il cibo ti piace, sì o no?» mi chiede la voce, ignorando i lamenti dei due ragazzi.

«In generale, sì. Quello che viene preparato in questo posto sperduto nel nulla, decisamente no» rispondo sinceramente.
«Bene, fatela entrare.»

«Ma... il giuramento? E tutte le condizioni che io ho dovuto seguire per filo e per segno?» si lagna Saturn, mentre Sirius sorride divertito.
«Ho detto: fatela entrare» ripete la voce.

Sirius mi fa l'occhiolino, prima di fare pressione in un punto a caso nel muro. Probabilmente il punto è specifico, ma per me è completamente tirato a indovinare.

Si apre una porta, di fronte a noi, e la figura in ombra di una ragazza mi appare davanti.

«Benvenuta nel club del libro, Rain» mormora e i ragazzi mi sospingono dentro, chiudendosi la porta alle spalle e facendo cadere il passaggio segreto nel buio.
Cadrò, me lo sento.
E morirò, sento anche quello.

🌸🌸🌸

HOOOLA!
Buona Pasqua in ritardo e buona Pasquetta 🐰🥚
Che uovo avete ricevuto (o avete comprato, se siete come me e vi comprate l'uovo da soli)? E cosa vi è uscitooo?
A me un coso orribile, ma va be', l'importante è il cioccolato.

Come state? Cosa state facendo in queste vacanze?

Cosa ne pensate di questo capitolo? Di Sirius e Saturn? E da chi o cosa pensate provenga la voce misteriosa?
Fatemelo sapere con un commento e ricordatevi di lasciare una stellina.

Grazie mille e ci ritroviamo giovedì con Freaking me out.
#Staytuned 😎
A presto.
- Tatia;

⭐️👁👁💧

Rain || 5SOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora