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Lei corre. Corre finché non si stanca e cade a terra. Si fa male ma il dolore è sopportabile in confronto al resto. Lo spazio in cui si trova è costituito dal buio. Forse è una stanza o forse è un labirinto. Non riesce a trovare la strada per tornare a casa. Non riesce a stare un minuto in più in quel posto buio e dall'aspetto macabro. Ha bisogno di fuggire via da quel posto così  tenebroso.

Riprende a correre, non fa caso alle ginocchia sbucciate, va avanti senza mai fermarsi. In lontananza vede qualcosa, una luce più precisamente. Quella luce è così forte che riesce persino ad abbagliarla.
Raggiunta la luce nota che non si trova più immersa nell'oscurità.
Vede lampeggiare dei lampioni sopra la sua testa. La sua vista però è diventata sempre più offuscata. Le gira la testa e vorrebbe gettarsi a terra per il forte dolore ma deve resistere.

«c'è qualcuno?» ma non riceve nessuna risposta. «aiutatemi, vi prego» scongiura al nulla di aiutarla.
Però guardandosi bene attorno, capisce di conoscere quel posto. È il suo ricco quartiere, trova però delle differenze rispetto a quello che riesce a rammentare.
Riesce a vedere in lontananza una folla. Inizia a correre, deve riuscire a raggiungerla perché ha bisogno d'aiuto.

Li raggiunge con immensa fatica, le gira ancora la testa. Nessuno appartenente alla folla degna di un misero sguardo alla povera ragazza impaurita. Viene attratta da un rumore.
Il pianto di un bambino riesce ad ipnotizzarla. La ragazza si fa spazio fra la folla e sorprendentemente riesce a trapassare i loro corpi.
«cosa mi sta accadendo?» non ricorda in effetti di possedere dei poteri che le permettono di trapassare i corpi. Non si trova mica in un film.

Vede il bambino piangere, quel bambino dall'aspetto così familiare. Accanto a lui vi è il corpo di una gracile bambina, distesa a terra con la testa macchiata di sangue.
Anch'essa ha un aspetto così familiare: quei vestiti, quel corpo bianco latte e quei capelli castani corti. Non c'era altra spiegazione: la bambina era proprio lei.

VIOLET'S POV

Con tante cose che potrei sognare mi ritrovo a fare sempre lo stesso identico incubo. Non riesco nemmeno a capire il senso di tutto ciò. Non è un sogno premonitore, nel sogno sono piccola e potrei avere sei anni. Non ricordo nemmeno di aver vissuto quell'esperienza. Forse sono solo pazza e psicopatica. Devo far finta di niente, andrà tutto bene.

La sveglia suona imperterrita, sono costretta a scaraventarla per terra, emette un suono fastidioso come ogni dannata sveglia.
Scendo di malavoglia dal letto, potrei rimanere distesa per l'intera giornata ma non ne ho proprio voglia.

In cucina trovo un bigliettino sopra il tavolo e sotto il centrotavola a forma esagonale.
È la calligrafia di Zayn.
Zayn ha 23 anni, è il miglior fratello che avessi mai potuto desiderare. È un ragazzo vivace, dolce, simpatico e altruista. Pensa sempre al bene degli altri e non al suo. Stranamente non è ancora fidanzato. Come fa un tale ragazzo a non avere una fidanzata? Non riesco ancora a spiegarmelo.

Siamo a comprare dei vestiti al centro commerciale. Fai la brava nanetta.

Grandioso. Dovrò stare un'intera giornata da sola. Sono abituata all'idea di fare la pazza psicopatica da sola ma oggi non sono in vena di fare niente. Oggi ho bisogno di un po' di compagnia.

Abigail non risponde. Sicuramente sarà impegnata col suo stupido fidanzato da quattro soldi. Spero che mi richiami altrimenti sarò costretta a tagliarmi le vene.

Non lo faresti.

Guardo i miei pollici, li trovo inaspettatamente così belli finché non si illumina lo schermo dell'iPhone e lì vedo la mia unica salvezza.

"Abigail sei la mia serva ed esigo che rispondi al primo squillo"
"Ma smettila. Fai la sera una volta ogni tanto"
"Sono più che seria"
"Violet hai bisogno di qualcosa?"
"Ho bisogno d'affetto" chiude la chiamata ma prima di farlo mi manda a quel paese. Adesso riconosco la mia amica.

L'attesa è snervante. Perché non è già qui? Io dovrò punirla. Le serve dovrebbero essere più obbedienti.
Finalmente sento il suono inconfondibile del citofono.

«sono venuta il prima possibile»

«non cercare scuse. Non sei una brava serva, mi tocca licenziarti. Prima di farlo però devo...» non completo la frase perché le ho appena lanciato un cuscino in faccia.

«brutta traditrice» inizia a rincorrermi e credo proprio che potremmo rompere il vaso della donna di casa. Se ne farà una ragione, lo farà aggiustare. «oddio e adesso cosa dirai a tua mamma? Posso darti dei soldi»

«Abi non voglio i tuoi soldi. Loro ne hanno abbastanza. Gli dirò che sono stata io, tanto non può andare peggio di così»

«ma perché dici questo? Loro sono i tuoi genitori» non lo saranno mai. Abigail non sa niente e continuerà a non sapere nulla. Non voglio coinvolgere nessun altro, c'è già dentro Lucas ed è angosciante.

«quest'anno parti e mi lasci nuovamente da sola» piagnucola come una bambina. Però la trovo così dolce.

«sai come sono fatti i miei "genitori". Se non parto potrei rimare sola per il resto della vita. Pensano che non riuscirei a farmi delle amiche e a trovarmi un ragazzo. A me la solitudine piace e questo a loro non importa. Gli basta fare bella figura con le altre persone» il mio sfogo l'avrà fatta annoiare di sicuro.

«mi abbandoni. Sei un insensibile»

«a dire il vero ti lascio nelle mani di quel troglodita. E comunque neanche a me piace l'idea di partire. Sarò sola per l'intera settima a Venezia. Io ho già te e Lucas, mi basterete per tutta la vita. » vita abbastanza breve ma questo lei non lo saprà mai.

«fatti abbracciare» mi avvicino a lei ed in un batti baleno inizia a stritolarmi.

«credo che possa bastare» provo a distaccarmi ma non molla la presa.

«non ti lascio più andare» il telefono le sta squillando. Credo proprio che sia quel troglodita.

"Tra un po' vengo. Sono a casa di Violet. A dopo amore"

«era il troglodita?»

«non è troglodita. È così dolce e premuroso. Non capisco il motivo per il quale non ti va a genio»

«semplice. Te lo dico in due parole: Dylan O'Brien. Classico ragazzo spocchioso e donnaiolo. Non è neanche così bello però sono i tuoi gusti e sono fatti tuoi»

«non avevi detto due parole? E so che ci sono stati dei battibecchi fra te e Dylan ma in fondo è un bravo ragazzo» in fondo in fondo. Dovremmo scavare una bella fossa e buttare dentro il suo cadavere.

«comunque puoi andare dal tuo Dylan»

«davvero? Ma tu sei qui sola ed io...»

«non preoccuparti. Non ho problemi a stare da sola» la solitudine oramai fa parte di me e sempre ne farà.

«chiamami se dovessi avere problemi» mi saluta e scappa, sbattendo violentemente il portone.

«lo farò» credo proprio che non la chiamerò. Ha la sua vita e non posso rovinarla.
Se scoprisse cosa le sto nascondendo mi ucciderebbe in seduta stante.
Rimarrà all'oscuro di tutto.

Spazio autrice ☯️

Spero che vi stia piacendo 😍
Non riesco ad aspettare così sto continuando a pubblicare i capitoli! Buona lettura ☯️

Gold liesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora