LUCAS' POV
Mia nonna è gravemente malata. Ha novantanove anni, è più in gamba di quanto credessi. Ha lottato per così tanto tempo con i suoi problemi e credo proprio che ora sia giunta la fine.
Non volevo che si addormentasse senza averle dato il mio addio. Ha deciso lei di far tacere le sue sofferenze. Ha chiesto ai medici un metodo per morire senza provare alcuna sofferenza e sono riusciti a trovare una soluzione.
Non so bene quale sia ma mi basta sapere che non proverà alcun dolore.È sul lettino. Chiudo gli occhi. Non riesco a guardarla. Sono troppo debole. Non riesco nemmeno a dirle addio. La macchina che continua a fare rumore d'un tratto si spegne.
Il bip continuo si è interrotto. Mia nonna non dà più segni di vita.I miei genitori mi fanno uscire dalla stanza non sanno cosa dirmi, come biasimarli. Loro non sono bravi attori come Violet, lei avrebbe finto di stare bene. Lei sarebbe stata bravissima, nonostante il momento tragico.
Sarei voluto andare in aeroporto ma mi ha specificamente detto "pensa a tua nonna, io so cavarmela anche da sola" mi ha chiuso la chiamata lasciandomi basito sul marciapiede della strada.Inizia a squillarmi il telefono. Il numero non è tra i miei contatti ma decido lo stesso di rispondere.
"Pronto?"
"Salve, è amico di Violet Cullen?"
"Cos'è successo?"
"Adesso si trova nell'ospedale di Rosewood, abbiamo chiamato l'unico contatto fra i preferiti"
"La ringrazio, mi trovo già in ospedale. A che piano è stata portata?"
"Terzo piano, l'ultima stanza a destra..." chiudo la chiamata, non ho più tempo da perdere.Prendo le scale, sono al primo piano ma non mi importa. Ci sono troppe persone in ascensore e perderei tempo inutilmente.
La intravedo dal vetro. Perché è di nuovo su quel maledetto lettino?
Entro in sala. Non ci sono i suoi genitori, come sempre d'altronde. Il dottore è sempre lo stesso.«Giovanotto non pensavo di ritrovarti qui»
«speravo di non rientrare mai più in questa orribile stanza. Dottore ho bisogno di sapere come sta?»
«allora...» si blocca. Il suo sguardo non promette niente di buono. «È più grave di quanto pensi. La signorina Violet purtroppo ha subito dei danni cerebrali. Ha perso la memoria» non può averlo detto. Non di nuovo, dopo tutto quello che ha dovuto affrontare. «è stata investita da un'auto, stava ascoltando la musica e quindi non si è accorta della macchina che stava sfrecciando sulla strada»
«non può succedere di nuovo. Cosa dovrei fare? Ha idea di quello che ha dovuto passare? Ha solo quindici anni... Dottore ho avuto il timore di perderla già una volta, non posso rischiare nuovamente» sono così preoccupato. Quando si sveglierà le sembrerà di stare in un mondo tutto nuovo, un mondo in cui non sa nemmeno il suo nome. Non saprà nemmeno chi sono io.
Questo mi distrugge. Maledette auto.
Perché doveva passare proprio in quella maledetta strada? Perché non sono andata a prenderla in aeroporto? Se fossi andato a prenderla tutto questo non sarebbe successo. Lei avrebbe avuto la sua memoria e nulla di tutto ciò sarebbe accaduto. La colpa è solo mia.«adesso vi lascio un po' soli. Stia attento. Non ti riconoscerà e tenterà la qualsiasi per evadere dall'ospedale. Semmai aveste bisogno, chiamatemi. Potrà rimanere insieme a lei per quindici minuti, è molto stanca e non riuscirà a dialogare per così tanto tempo»
«la ringrazio» esce dalla stanza e finalmente posso sfogarmi. Piango. Mi ero ripromesso di non piangere ma è tutto così difficile.
Di nuovo la stessa scena.
La vedo lì, in camice, ha il viso più bianco delle lenzuola che la ricoprono. Ha le braccia piene di flebo, ha perso anche molto sangue. Nella testa riesco a vedere i punti che le sono stati dati.
Mi è mancata così tanto. Finalmente posso vederla qui in carne ed ossa, posso toccarla.
Il suo viso è più sciupato del solito, spero solo che non abbia abusato delle pillole, cosa alquanto probabile. Sferro un pugno sulla parete e un po' di sangue inizia a ricoprire le mie nocche. Ma non è nulla in confronto a quello che provo per Violet.«cosa succede?» la sua voce. Mi volto e mi sento così bene nel sentirla di nuovo parlare.
«Violet non preoccupati, ci sono qui io» mi avvicino e provo a darle un bacio.
«allontanati» inizia ad urlare, «stammi lontano, io non ti conosco. Non so chi sia questa Violet» è come se una freccia mi avesse perforato nuovamente il cuore dopo tanti anni di guarigione.
«lasciami andare» continua ad urlare. Non la sto più toccando ma nonostante ciò lei continua ad avere paura di me.
Il suo migliore amico. Non mi riconosce e questo non riesco ad accettarlo.«Violet devi stare calma, non voglio farti del male»
«non conosco nessuna Violet. Dove mi trovo?» prova a togliere le flebo ma è troppo debole per farlo.
«devi fidarti di me. So che tutto questo ti sembrerà nuovo, ma devi fidarti di me. Non mi conosci e so che sei una persona che non si fida così facilmente ma per una volta devi farlo, devi credere in me» si è addormentata.
La proteggerò, costi quel che costi.
STAI LEGGENDO
Gold lies
FanfictionQuesta non è una semplice storia come le altre. Non ci sono né bad boy né la solita ragazzina bruttina che guarda caso in realtà è la più bella del mondo. Questa storia è particolare e allo stesso tempo intrigante. Violet una quindicenne fragile, i...