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CAMERON'S POV

Violet giace distesa sul letto di Lucas. Dorme beata, sembra un angelo. Lucas ed io non ci siamo più parlati da quando Violet è svenuta. Ci siamo limitati a scambiarci occhiatacce ma nessuno dei due si decide a parlare per primo.

«come fai a conoscerla?» sbraita d'un tratto il ragazzo che non mi rivolge la parola da quasi due ore.

«come fai a conoscerla tu» sbraito infastidito dal suo comportamento.

«smettila di gridare. Potresti svegliarla e non voglio che...»

«cosa? Sputa il rospo» non mi risponde. Passano alcuni minuti prima di poterlo di nuovo sentir parlare.

«non voglio che ti veda» ha lo sguardo fisso su Violet. Sembra pietrificato.

«non voglio andarmene. Non questa volta. Devo rimanere, lo devo a 'tu sai chi' e non riesco a togliermela dalla mente. Lei è riuscita a riaprire le porte del mio cuore. Le avevo letteralmente chiuse a chiave ma lei ha trovato la chiave e senza nessun problema è entrata»

«non riesci ancora a dire il suo nome eh?»

«perché tu riesci a dirlo senza nessun problema?» non mi risponde. Chiude la bocca e iniziano a venirgli le lacrime agli occhi.
Sta piangendo. Si stava trattenendo dal farlo ma adesso è crollato.

«quindi ancora non l'hai capito? Come hai fatto a non riconoscerla?» singhiozza. Non capisco a cosa si sta riferendo.

Forse non vuoi crederci...

«ma di cosa stai parlando?»

«Violet è Violet» grida istericamente.

«so che si chiama in quel modo, non c'è bisogno di ripeterlo ancora» alzo il tono di voce.

«la Violet che hai visto morta, spiccicata sull'asfalto, non è mai morta. Mai. È proprio lei. Qui in carne e ossa e tu non l'hai riconosciuta. Non riesco ancora a crederci» sbuffa e inizia a girovagare per la stanza mettendo le mani all'interno delle tasche posteriori del jeans.

«cosa cazzo stai dicendo. Io l'ho vista con i mei occhi. Lei è morta e lo sappiamo tutti e due. L'hai vista pure tu, è inutile auto convincerci che vada tutto bene quando invece è tutto il contrario. Abbiamo passato un brutto periodo e non possiamo farci abbattere in questo modo. Le nostre vite sono andate avanti ed è questo quello che conta realmente» spero di auto convincermi con questo discorso da premio Oscar.

«è tutto così sbagliato. Dovevo dire la verità fin dall'inizio. E invece eccomi qui con te. A rivelare l'unico segreto che mi tiene intrappolato in questa maledetta città» fa una pausa, beve un po' d'acqua e inizia nuovamente a parlare.
«guardala» faccio come dice. Nel frattempo scende a prendere la foto che fino a due ore fa tenevo fra le mani.

«adesso guarda questa foto» ho tra le mani la foto che fissavo con intensità. La stavo letteralmente mangiando con gli occhi. Guardo me e Lucas da piccoli e poi poso lo sguardo su di lei. La mia povera e indifesa Violet. L'unica persona su cui ho potuto contare sempre anche nei momenti più difficili. Lei c'è sempre stata mentre io come un codardo mi sono rinchiuso in casa.

Poi poso lo sguardo sulla ragazza distesa sul letto di Lucas. I miei occhi vagano dal letto alla foto, dalla foto al letto. I tratti dei suoi lineamenti, quelle labbra, quegli occhi, quel sorriso.

Gold liesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora