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Agosto 2007.
Freddo. Un freddo gelido incombeva sulle strade di Rosewood. La strada era illuminata come sempre dai lampioni che emettevano luce al neon. Il tempo trascorreva così velocemente che la bambina non si accorse di nulla.

«ti prego non andare via. Aspettami» gridava a squarciagola.
Aveva corso per un bel paio di metri ma non era stanca nonostante avesse solo sei anni.
La povera piccola correva inconsapevole di cosa le sarebbe potuto accadere.

Una donna sulla quarantina correva appreso la bambina e anch'essa era inseguita da un bambino. Sembrava che stessero giocando a guardie e ladri. Chi li guardava aveva pensato subito che stessero giocando ma non era affatto così.

La bambina correva più veloce che poteva e non aveva la minima intenzione di fermarsi, anche se era stanca. Stremata ma credeva di riuscire ad arriva nel suo intendo.
Mai per nulla al mondo avrebbe lasciato che...

SKREE.

Il bambino iniziò a piangere e si iniziò a preparare al peggio.

10 dopo

Finalmente il 9 giugno, l'ultimo giorno di scuola. Questa mattina Violet si è svegliata stranamente presto e si sente stanca, stremata, come se la notte scorsa avesse corso per diversi chilometri. È il giorno tanto atteso da tutti gli studenti, perché da qui a poco inizierà la tanto attesa estate. Tutto l'intero istituto è in fervore nell'attesa del suono della campanella.

Violet ha finito il secondo anno del liceo scientifico. Una brava studente come d'altronde si aspettano i suoi genitori. Ha studiato costantemente per l'intero anno ottenendo così ottimi risultati in tutte le materie.
Violet fin da piccola è sempre stata una bambina timida e introversa, non riesce mai a socializzare come tutte le persone normali che esistono al mondo.

VIOLET'S POV

Guardo l'orologio, segna le 12:09.
Perché la campanella non suona? I bidelli non servono a niente.

DLIN DLON.

Il suono inconfondibile della dolce campanella scatta in pieno orario.
Tutti gli studenti, i pochi che ne rimangono, buttano in aria gli zaini e tutto quello che contenevano fino a qualche minuto fa.
Scendono in fretta le scale e cominciano ad urlare a squarciagola.

Non vedo l'ora di abbracciare Abigail, lei c'è sempre stata per me. Riesco a intravederla, è occupata a saltellare per venirmi incontro. Prima di raggiungerla inizio a saltellare come una bimba di sei anni.

«Violet mi mancherai così tanto» piagnucola Abigail abbracciandomi.

Lei è un po' più alta di me. Ha capelli biondi,  occhi celesti, labbra carnose e una carnagione molto chiara. Ha un fisico perfetto. Forme da vera modella.

Adoro il suo piercing al naso, la rende così unica nel suo genere. Amo questa persona perché è sempre solare. Mi fa venire il buon umore anche quando non ho voglia di ridere.

«smettila di piagnucolare. Non sto mica partendo» dico scherzando.

«Dylan ci aspetta al bar» dice col sorriso stampato sul volto. Dylan in una parola: stronzo.
Lei così simpatica e lui così stronzo.

Sempre a giudicare, cammina al posto di blaterale.

Ecco lei è la mia favolosa coscienza.
Parla in continuazione, blatera solamente cose superflue. Non riesce a stare un minuto in silenzio.

Gold liesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora