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Flashback

Agosto 2007.
Freddo. Un freddo gelido incombeva sulle strade di Rosewood. La strada era illuminata come sempre dai lampioni che emettevano luce al neon. Il tempo trascorreva così velocemente  che la bambina non si accorse di nulla.

«ti prego non andare via. Aspettami» gridava a squarciagola.
Aveva corso per un bel paio di metri ma non era stanca nonostante la piccola bambina avesse solo sei anni.
La povera piccola correva inconsapevole di cosa le sarebbe potuto accadere.

Una donna sulla quarantina correva appreso la bambina e anch'essa era inseguita da un bambino. Sembrava che stessero giocando a guardia e ladri. Chi li guardava aveva pensato subito che stessero giocando ma non era affatto così.

La bambina correva più veloce che poteva e non aveva la minima intenzione di fermarsi, anche se era stanca. Stremata, ma credeva di riuscire ad arriva nel suo intendo.
Mai per nulla al mondo avrebbe lasciato che...

SKREE

Il bambino iniziò a piangere e si preparò al peggio.

«Violet» gridò il bambino superando di gran lunga la signora che gli aveva tenuto testa fino a quell'istante.

La signora si affrettò a chiamare l'ambulanza che non tardò ad arrivare. La mamma della bambina non piangeva, non provava alcuna emozione al contrario del bambino che si era accasciato a terra pur di svegliare la sua migliore amica.

Una grossa chiazza di sangue si era depositata sotto la piccola testa di Violet, la situazione stava peggiorando. Stava perdendo troppo sangue in poco tempo.

Un ragazzino uscì di casa, avendo sentito il brusio delle persone che avevano accerchiato i due bambini e il rumore dell'ambulanza. Raggiunse la folla e le lacrime iniziarono a fuoriuscirgli dalle orbite rosso fuoco.

Non riusciva a credere a quello che stava vedendo. Non voleva credere a nulla di tutto ciò che stava accadendo.

«Cameron» il bambino accasciato a terra chiamava l'amico, aveva bisogno di conforto.
«Violet è...»

«morta» completò la frase Cameron. Entrambi i bambini piangevano e non riuscivano a fare altro.

Cameron non riusciva a sopportare tale sofferenza, non riusciva a vedere Violet in quello stato, così scappò in casa e non si fece mai più vedere.

I medici presero la barella e portarono con loro Violet priva di sensi.

Lucas sedeva ancora immobile sul ciglio della strada con le mani piene di sangue. Non aveva nemmeno la forza di alzarsi, ormai non aveva più senso la sua vita, per chi doveva continuare a combattere? D'altronde era un bambino di otto anni, la sua vita sarebbe potuta continuare come se nulla fosse accaduto ma non era per niente semplice.

«Lucas vuoi che ti porti a casa? Tua madre sarà molto preoccupata» la signora Cullen era sempre stata così gentile nei suoi confronti e non era mai riuscito a darsi una spiegazione logica.

«voglio andare da Violet»

«credo che sia meglio riportarti a casa» e così fu. La signora Cullen portò Lucas dalla madre e per quella sera non seppe più nulla di lei.

Non voleva che il suo primo funerale fosse quello di Violet. Aveva deciso: non ci sarebbe andato. Non ne aveva il coraggio.

Gold liesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora