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Lei corre. Corre finché non si stanca e cade a terra. Si fa male ma il dolore è sopportabile in confronto al resto. Lo spazio in cui si trova è costituito dal buio. Forse è una stanza o forse è un labirinto. Non riesce a trovare la strada per tornare a casa. Non riesce a stare un minuto in più in quel posto buio e dall'aspetto macabro. Ha bisogno di fuggire via da quel posto così tenebroso.

Riprende a correre, non fa caso alle ginocchia sbucciate, va avanti senza mai fermarsi. In lontananza vede qualcosa, una luce più precisamente. Quella luce è così forte che riesce persino ad abbagliarla. Raggiunta la luce nota che non si trova più immersa nell'oscurità.
Vede lampeggiare dei lampioni sopra la sua testa. La sua vista però è diventata sempre più offuscata. Le gira la testa e vorrebbe gettarsi a terra per il forte dolore ma deve resistere.

«c'è qualcuno?» ma non riceve nessuna risposta. «aiutatemi, vi prego» scongiura al nulla di aiutarla.
Però guardandosi bene attorno, capisce di conoscere quel posto. È il suo ricco quartiere, trova però delle differenze rispetto a quello che riesce a ricordare.
Riesce a vedere in lontananza una folla. Inizia a correre, deve riuscire a raggiungerla perché ha bisogno d'aiuto.

Li raggiunge con immensa fatica, le gira ancora la testa. Nessuno appartenente alla folla degna di un misero sguardo alla povera ragazza impaurita. Viene attratta da un rumore. Il pianto di un bambino riesce ad ipnotizzarla. La ragazza si fa spazio fra la folla e sorprendentemente riesce a trapassare i loro corpi.
«cosa mi sta accadendo?» non ricorda in effetti di possedere dei poteri che le permettono di trapassare i corpi.

Vede il bambino piangere, quel bambino dall'aspetto così familiare. Accanto a lui vi è il corpo di una gracile bambina, distesa a terra con la testa macchiata di sangue.
La bambina ha un aspetto così familiare: quei vestiti, quel corpo bianco latte e quei capelli castani corti. Non c'era altra spiegazione:la bambina è proprio lei.

CAMERON'S POV

Penso al nostro bacio. Un bacio così innocente ma travolgente allo stesso tempo. Quelle cosiddette "farfalle nello stomaco" l'ho sentite anch'io, pensavo di non poter più provare un tale sentimento, avevo cercato di reprimerlo ma ho fallito miseramente.

Pensavo di non poter piacere ad una come Violet ma mi sbagliavo. Non mi avrebbe baciato se non gli fossi piaciuto, giusto?

Amico è solo un misero bacio.

Perché continuo a chiederti dei consigli, non fai altro che scoraggiarmi. Tu sei la mia coscienza e dovresti aiutarmi. Non vorrei sbilanciarmi troppo ma credo proprio di essermi innamorato.
La conosco da una settimana ma è come se la conoscessi da tutta la vita.
Ho tutti i sintomi: farfalle, sudore a volontà, ansia, timore e tutti i soliti sintomi che una persona ha quando s'innamora.

Ha scalciato per tutta la notte. Non sono riuscito a prendere sonno ma non è questo il vero problema. È immersa in un lago di sudore, delle lacrime rigano il suo viso così delicato e innocente. Io sono così impotente, vorrei svegliarla ma mi hanno insegnato che non posso bloccare un sogno o un incubo che sia perché potrei alterare la situazione.

Sono costretto a guardarla mentre piange e chiede aiuto. Forse vuole il mio d'aiuto ma sono costretto a vederla soffrire e fa male.
Mi sento così inutile al pensiero di non poterle essere d'aiuto. Sto facendo di nuovo lo stesso dannato errore. Se non sveglio Violet si ripeterà tutto quello che è accaduto a lei.
Io ci tenevo a lei ma l'ho persa, perché ho avuto timore di svegliarla.

VIOLET'S POV

Mi sveglio di soprassalto. Lo stesso terribile incubo riesce ad incutermi timore ogni singola notte. Sento il mio corpo impregnato di sudore. Guardo l'ambiente che mi circonda, sono nella camera di Cameron. Come avevo fatto a non pensarci prima. Lui è proprio sdraiato accanto a me. Non riesco ancora a crederci, ci siamo baciati. Ho dato il mio primo bacio a lui e non è una cosa semplice da comprendere.

Sicuramente non ha dormito, come al solito avrò scalciato per tutta la notte. Non sono brava nemmeno a dormire. Non riesco ancora a crederci. Cameron non si è approfittato di me, quando ci siamo catapultati sul letto, abbiamo continuato a scherzare come se fossimo degli amici che si erano finalmente ritrovati dopo tanti anni.
È stato così bello, non volevo addormentarmi.

Guardo l'orologio. Segna le 9:10. Il tempo è volato così in fretta, sembra proprio ieri che io sia atterrata in questa meravigliosa città.
La parte difficile non è atterrare a Rosewood per fare una bella chiacchierata con i miei super genitori, la parte difficile è riuscire a dimenticare Cameron.

Grazie a lui ho passato una settimana meravigliosa. Non avrei mai e poi mai pensato che mi sarei potuta divertire e invece grazie a lui tutto è diventato possibile. Ma adesso è tutto finito. È tempo di fuggire. È arrivato nella mia vita nel momento sbagliato ma è arrivato.

Guardo Cameron intento ad abbracciarmi, piano piano tento di alzarmi dal letto, spero di non fare troppo rumore. Per mia grande fortuna sono riuscita a non farlo svegliare. Dorme beato, chissà cosa starà sognando. Starà facendo proprio un bel sogno, altrimenti non starebbe sorridendo.

Preferisco restare in pigiama, non ho voglia di rimettere il vestitino blu notte, mi farebbe pensare alla scorsa sera e non voglio che succeda. Prima però di abbandonarlo solo nella stanza senza una spiegazione, decido di scrivergli un bigliettino.

Scusa ho sbagliato tutto. Non preoccuparti non sei tu il problema, solo solamente io il grande quesito da risolvere.

Lo lascio sul tavolino della sua lussuosa camera, continuo a guardalo e non posso scappare senza aver fatto un'ultima cosa.
Mi avvicino al letto e mi chino per baciarlo.
Un bacio a stampo, continuerei volentieri a baciarlo ma lo sveglierei e vorrebbe delle spiegazioni.

Chiudo la porta prima che possa pentirmene.
Andrà bene. Andrà tutto bene.
Basterà solo che mi dimentichi dell'intera settimana passata in sua compagnia, facile.

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