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LUCAS' POV

Non capisco proprio cosa le sia preso. Un attimo prima la vedo sorridere e l'attimo dopo è distrutta. La vacanza dovrebbe tirarla su di morale e invece sta peggiorando solamente la situazione. Se fossi stato lì con lei, non si sarebbe abbattuta. Forse il suo incubo la perseguita e non è riuscita a dormire.

Che cosa intendeva dire con "Qualsiasi cosa io faccia non scaricarti la colpa. Perché se c'è qualcuno che ha colpe sono io".

Non ha senso. Cosa dovrebbe fare?
Sicuramente sta impazzendo perché non prende più quelle pillole.

Sicuro che non le prenda? Chi ti dà questa sicurezza?

Io mi fido di Violet. Lei sa benissimo che se facesse un abuso di farmaci morirebbe.

Appunto.

No, mi ha promesso di non fare alcun abuso. Non può scaricarsi le colpe, perché se c'è qualcuno che qui ha colpe sono io.
Lei non lo sa, continua a fidarsi di me ma io sono il vero colpevole della situazione.
Sono un pessimo amico.

VIOLET'S POV

Contino a fissare il soffitto come una stupida.
Sono così assorta nei miei pensieri che non mi sono resa conta dell'orario.
È quasi l'ora di pranzo. Ma non ho fame.

Devi mangiare, altrimenti ti sentirai male.

Sento bussare alla porta, potrei restare benissimo sdraiata sul letto ma mi alzo, sicuramente sarà Luke.

Non ignorarmi. Sai che ho ragione e tu torto.

Apro la porta, non è Luke, ma è soltanto quell'insignificante ragazzo.
Potevo continuare a stare sdraiata.

«Hey pazza» sbotta come se fossimo grandi amici.

«vuoi che ti picchi ora o prima di ora? A te la scelta» pallone gonfiato dei miei stivali.

«non credo che mi faresti mai del male dato
che sei una vera e propria pazza»

«non lo sono»

«ma ti sei vista? Sei schizzata» vede che non rispondo. Vuole solo provocarmi. «dimostrarlo»

«non devo dare dimostrazione di niente a nessuno»

«hai proprio ragione pazza» adesso gli spacco il cranio, sempre se ne dovesse possedere uno.

«smettila di chiamarmi pazza» sbraito in preda alla collera.

«altrimenti che farai? Chiamerai papino o mammina?» non gli rispondo. Non so più nemmeno cosa dire. Mi ha già etichettato e non posso farci niente. «proprio come pensavo» ghigna.

«se farò ciò che dici mi lascerai in pace?»

«sono pur sempre un gentiluomo... affare fatto. Prima di tutto non ci siamo ancora presentati, il mio nome è Charls. Per superare la prova dovrai comportarti da pura stronza, dovrai fare quella che ne ha le scatole piene e che parla in modo convincente tenendo sempre la testa» la fa così facile.

«e facendo la pura stronza cosa ti dimostrerò? Di non essere pazza?» è tutto così insensato, d'altronde cosa mi potevo aspettare da uno come lui.

«potrebbe» finalmente mi guarda in volto. Fino a quel momento aveva dato soltanto delle sbirciatine veloci, come se volesse che non mi accorgessi che mi guardava.

Sospiro «promettimi che mi lascerai in pace per l'intera settimana»

«io mantengo sempre le promesse. So dove alloggi quindi non ti conviene tirarti indietro» ghigna ed esce dalla stanza.

Piacere di averti conosciuto.

Forse è meglio che scenda, Luke si starà chiedendo cosa diamine stia facendo. Non gli parlerò della scommessa, almeno non per ora.

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Charls mi ha guardato per tutto il tempo.
Non mi ha lasciato neanche lo spazio per poter mangiare tranquillamente.

Hai mangiato solamente l'insalata.

È pur sempre cibo.

Sembri un vegetale. Svegliati!

Luke ha notato tensione nel mio sguardo. Mi ha esortato a mangiare, cosa che ho fatto in parte.

«Violet!» richiama la mia attenzione.
Presente. Sono presente o almeno in parte.

Siamo nella sala comune. Charls continua a fissarmi. Gli strapperò gli occhi prima o poi, me lo sento.

Non essere aggressiva!

Non sono aggressiva. Sono molto tranquilla.

«Ehm...si?»

«Charls ti fissa da quando sei entrata in sala» afferma il biondo investigatore.

«come sai il suo nome?» chiedo sbalordita.

«ti sorprende?» chiede come se nulla fosse.

No, affatto. Gli avrà detto tutto della scommessa.

«siamo stati tutta la mattinata insieme se è questo che ti interessa sapere». Colpo basso per la sottoscritta.

«Ti sei divertito almeno?» cambio discorso, forse è meglio.

«no. Abbiamo visitato una piazza, non ricordo neanche il nome. L'unica cosa buona è che ho rimorchiato una delle bionde» dice con un sorriso beffardo sul volto.

«quando volevi dirmelo? Scommetto che non sai di chi si tratti delle due...» provo a indovinare.

«Hai azzeccato!» le sue guance si tingono di un leggero imbarazzo ma passa subito.

Noto che non guarda più me ma qualcuno dietro di me.

Mi volto. Charls. Sta venendo nella nostra direzione.

«hey amico» dà una pacca sulla spalla a Luke, «non mi presenti la tua amica?» ma se un secondo fa ha fatto irruzione nella mia camera stravolgendo tutto.

«Violet lui è Charls, Charls lei è Violet» ci presenta amichevolmente Luke.

«piacere di conoscerti Violet» mi porge la mano.

«grazie, ma no grazie» mi alzo di scatto e corro in bagno.

«Violet dove vai?» oramai è inutile rispondergli, non capirebbe.

Entro in bagno. È in comune con quello dei ragazzi. Controllo se c'è qualcuno. Nessuno.

Due dita in gola. Mi sento decisamente meglio.
Prendo due tovaglioli di carta per asciugare la bocca.

Mi guardo allo specchio. Non ho parole.
Sarò sempre la 'pazza psicopatica'.

Gold liesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora